Inquinamento pozzi è figlio dello stupro della natura: lo scopre anche Variati. Che "devia"...
Mercoledi 20 Agosto 2014 alle 18:42 | 1 commenti
«L'inquinamento delle acque da sostanze perfluoroalchiliche (dette Pfas) è un fenomeno che tende ad allargarsi e che richiederà non meno di cento anni per essere smaltito», così apriva il suo pezzo di lancio la nostra Martina Lucchin sul problema dell'inquinamento dei pozzi da sostanze perfluoroalchiliche (PFASs).
Problema che sta letteralmente esplodendo nella sua drammaticità , ma che fino a pochi mesi fa veniva "sminuito" dallo stesso sindaco di Vicenza, Achille Variati, e da Angelo Guzzo di Acque Vicentine, mentre noi lo avevamo più volte denunciato (rivedi ad esempio il servizio video Spettri d'acqua di Marco Milioni su VicenzaPiùTv) al pari di Medicina democratica che lo aveva posto al centro di un corposo convegno il 19 gennaio scorso ai Chiostri di S. Corona, che pure avevamo completamente messo a disposizione dei nostri lettori e spettatori web.
Prima ancora di tornare ad analizzare e denunciare le responsabilità sottolineiamo subito le colpevoli omissioni di chi pure ci governa da decenni e che solo oggi sembra scoprire la pericolosità di uno stupro continuato del territorio, deviando, comunque, l'attenzione sul problema minimale del pagamento della analisi da parte della Regione per atavica tecnica politica e per utilità elettorale pre regionali.
Sappiano costoro e glielo chiedano i cittadini che le analisi e soprattutto i danni andrebbero pagati da tutti i politici che hanno consentito a turno e da decenni enormi violenze alla natura, le cui conseguenze si intuiscono nella nota ufficiale del Comune di Vicenza, che, anticipata da Martina Lucchin, pubblichiamo in dettaglio.
Perchè sia utile ai lettori proprietari di pozzi ma soprattutto a quelli, molti di più, che, anche non avendoli, rischiano di pagare con la salute dazi pesantissimi alla mala amministrazione.
Per decenni, come "piangono" ora Variati e i suoi simili...
Il direttore
Comune di Vicenza - "Ritengo ingiusto far ricadere sui cittadini l'onere di monitorare e mappare i pozzi". Il sindaco di Vicenza Achille Variati ha scritto all'assessore regionale alla sanità Luca Coletto per contestare gli indirizzi operativi dati ai Comuni interessati dal rischio inquinamento da sostanze perfluoroalchiliche (PFASs) nella falda.
Su disposizione di una delibera regionale, infatti, anche il sindaco  di Vicenza è stato costretto ad emanare un'ordinanza contingibile e  urgente obbligando i cittadini e le imprese proprietari di pozzi a  denunciarne l'esistenza al Comune e, in caso di  abitazioni e siti privi  di allacciamento all'acquedotto, a produrre ogni sei mesi a proprie  spese analisi chimiche relativamente alla presenza di sostanze  perfluoroalchiliche. 
Qualche giorno fa Vicenza ha prorogato al 30  settembre l'obbligo di denuncia ed analisi. Nel frattempo il sindaco ha  approfondito una tematica chiaramente sovraprovinciale, destinata a  durare per decine e decine di anni, data l'estensione e la tipologia di  un inquinamento che sembra essersi propagato dalla Valle dell'Agno  interessando un'ampia fascia di territorio vicentino e veronese. 
"La  mappatura degli inquinanti e la sua evoluzione nel tempo - ha precisato  a questo proposito Variati all'assessore Coletto - va fatta dalla  Regione stessa che, tra l'altro, può garantire sulla scientificità  dell'approccio metodologico, considerando che l'inquinamento da PFASs ha  persistenza stimata in decenni". 
In attesa di una risposta della  Regione, le analisi restano necessariamente a carico dei proprietari dei  pozzi. A questo proposito il sindaco ha segnalato che, oltre ai  laboratori che si sono già resi disponibili e che sono segnalati nella  home page del sito del Comune di Vicenza insieme a tutta la normativa  sull'inquinamento (www.comune.vicenza.it Sezione In evidenza - Pozzi  dell'acqua), il Centro Idrico di Novoledo si è reso disponibile ad  effettuare le analisi al costo fisso di 98 euro a campione, Iva  compresa. I campioni d'acqua raccolti in una bottiglietta in plastica da  mezzo litro vanno consegnati ad Acque Vicentine, in viale  dell'Industria 23, dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 12, insieme al  modulo pubblicato sul sito. 
Ad oggi in Comune sono arrivate già 209  dichiarazioni di altrettanti proprietari di pozzi: 2 risultano in zone  non servite da acquedotto (Lobbia e Cultura del Tesina), mentre 99 non  sono allacciate alla rete idrica pur trovandosi in aree servite. 84 sono   invece le analisi già pervenute all'Ulss da parte di cittadini che  usano l'acqua del pozzo a scopo potabile. 
L'Ulss non ha ancora  comunicato nulla al Comune in merito all'esito della analisi. Nel caso  fossero negative, il tipo di inquinamento richiede comunque di ripeterle  ogni sei mesi. Se positive, secondo quanto disposto dalla Regione il  cittadino si dovrà allacciare obbligatoriamente alla rete  dell'acquedotto. Se ciò non sarà possibile dovrà allacciarsi ad altro  pozzo non inquinato, fare un nuovo pozzo, approfondire l'esistente  oppure installare un dispendioso sistema di trattamento.   
"Si  tratta insomma di procedure lunghe, complesse e dispendiose - è la  conclusione del sindaco - generate da un inquinamento i cui costi non  dovrebbero pesare sui singoli cittadini. Come abbiamo sempre sostenuto,  quello di Vicenza è un nodo acquifero delicato che coinvolge un  territorio ampio. Il monitoraggio regionale è quantomeno doveroso, così  come sarebbe stato doveroso mantenere operativo il laboratorio  provinciale ARPAV di Vicenza che ben avrebbe potuto eseguire questo  delicato monitoraggio". 
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Variati e le altre autorità cittadine potrebbero anche dare il buon esempio e partecipare al sondaggio on line ?Indagine epidemiologica sulla prevalenza delle malattie da sostanze perfluoroalchiche (PFAS) in Veneto? organizzato da ISDE Vicenza all?indirizzo https://docs.google.com/forms/d/1iYK9dH92MNm2m0KLrQil8HLna5mKK2tjqV_5VpvQt9Y/prefill
Vincenzo Cordiano, presidente della sezione di Vicenza dell'Associazione dei Medici per l'Ambiente- ISDE Italia.