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Unesco, il Comune e il Ministero inviano la risposta tecnica a Icomos. Jacopo Bulgarini d'Elci: mistificazioni della realtà nelle denunce dei comitati menagrami

Di Edoardo Andrein Mercoledi 21 Dicembre 2016 alle 13:54 | 2 commenti

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Al termine di una mattinata di incontri programmati da tempo a palazzo Trissino con i soggetti membri del sito Unesco, tra cui 23 Comuni e la sovrintendenza, il vicesindaco e assessore alla crescita Jacopo Bulgarini d'Elci ha presentato in Sala Stucchi la documentazione (clicca qui per tutti i documenti) inviata oggi mercoledì 21 dicembre a Icomos relativa allo stato di conservazione del patrimonio mondiale Unesco “La città di Vicenza e le ville del Palladio nel territorio Veneto”: una risposta tecnica concordata con il Ministero dei beni culturali sulle osservazioni poste su Borgo Berga, Tav e base Usa Del Din, a cui poi il Comune ha aggiunto altri progetti tra i quali la bretella dell'Albera e il complesso di San Biagio. 

Il vicesindaco ha fatto il punto sulla situazione ripercorrendo il percorso del procedimento in corso iniziato a febbraio 2016, usando parole forti contro i promotori:  
"Nonostante le imprecisioni, quasi mistificanti la realtà, scritte nelle denunce di alcuni comitati menagrami che minacciano e vorrebbero uscire dall'Unesco".
"Il mio giudizio - aggiunge Bulgarini - è che il Comune ha agito con grande responsabilità e celerità, tra i molti vincoli, prendendo sul serio le osservazioni Icomos; segnalo che sono passati otto mesi, dall'aprile scorso, dalla richiesta urgente di incontro in città con gli ispettori, ma finora non abbiamo avuto risposte".
"Dobbiamo cambiare mentalità e paradigma - conclude l'assessore con delega alla cultura - se vogliamo affrontare il tema dello sviluppo e della crescita di una città con l'esigenza della tutela della sovrintendenza. Ma c'è stata una storica sottovalutazione di essere sito Unesco: il progetto Borgo Berga forse non sarebbe stato varato con una maggiore consapevolezza...".
 
Di seguito maggiori dettagli dal Comune:

“Il Comune ha agito con grande responsabilità e celerità, prendendo molto sul serio le sollecitazioni di Icomos nonostante le molte imprecisioni presenti nelle segnalazioni dei comitati che vi hanno trovato riflesso. Riteniamo infatti il titolo Unesco un elemento ormai costitutivo e identitario della città e del territorio. Per questo non solo abbiamo fatto bene e presto quanto ci ha richiesto Icomos, ma abbiamo anche dato vita, insieme agli altri partner del sito seriale, a una riflessione molto profonda e mai fatta prima sul cambio culturale che comporta essere oggi patrimonio dell'umanità”.

Il vicesindaco e assessore alla crescita Jacopo Bulgarini d'Elci commenta con queste parole l'annuncio dell'invio al Ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo del riscontro alle obiezioni mosse dal Icomos, braccio operativo di Unesco, sullo stato di conservazione del sito “La città di Vicenza e le ville del Palladio nel Veneto”.

Com'è noto, in seguito ad alcune segnalazioni di comitati di cittadini, ai primi di febbraio il Comune ha ricevuto una richiesta di chiarimenti da Icomos in relazione al possibile impatto sul patrimonio Unesco della caserma americana Del Din, del complesso dell'ex Cotorossi a Borgo Berga e del passaggio per Vicenza della linea dell'alta capacità - alta velocità. In più Icomos ha chiesto al Comune di realizzare a proprie spese una HIA, ovvero una valutazione di impatto sul territorio, e di ospitare la missione di suoi funzionari.

Già ai primi di aprile il Comune ha risposto affermativamente sia in merito alla disponibilità di accogliere la missione (senza peraltro ottenere conferma da Icomos) sia rispetto all'avvio di una HIA. A questo proposito proprio in queste settimane il soggetto esterno e indipendente incaricato dello studio sta completando la verifica non solo su base Del Din, Borgo Berga e ACAV, ma anche – su indicazione del Comune – sul nuovo sistema delle tangenziali, sulla riqualificazione di San Biagio e sui lavori previsti in prossimità di Villa Trissino Cricoli.

In attesa del completamento dello studio, previsto per il 9 gennaio, l'amministrazione comunale ha dunque inviato in questi giorni al ministero un ampio e dettagliato riscontro al “Icomos Tecnical Review”.

In relazione all'insediamento americano Del Din, e all'obiezione di non aver effettuato una consultazione preliminare, viene ricordato come il Comune nel 2008 tentò di promuovere una consultazione popolare, stoppata da una sentenza del Consiglio di Stato. Nella relazione si segnala inoltre come il Comune si sia battuto per ottenere dal Governo l'area verde ad est della base per realizzarvi, attraverso un percorso partecipativo, il grande Parco della Pace, con funzione di area filtro tra l'insediamento militare e il territorio circostante.

Rispetto all'area dell'ex Cotorossi, il documento sottolinea, tra l'altro, l'intervento armonizzatore introdotto dall'architetto Gonçalo Byrne con la variante del 2009, comprensiva di un progetto del verde affidato al paesaggista João Nunes, e precisa come per riconsiderare il completamento del complesso debba attendere l'esito delle indagini della Procura.

Infine, in merito alla linea AC/AV la relazione ribadisce che la soluzione del tunnel sotto Monte Berico è da tempo definitivamente superata e che proprio su input del Comune RFI ha realizzato uno studio comparativo tra tre diverse soluzioni sottoposte ad ampia consultazione e discussione con la cittadinanza, fino alla scelta da parte del consiglio comunale di quella ritenuta meno impattante, con il mantenimento della stazione in viale Roma, la realizzazione di una fermata periferica in zona Fiera e la creazione di una nuova linea di filobus elettrico.

“A differenza di chi, qui in città, ha incredibilmente chiesto che Vicenza sia espulsa dall'Unesco – è la conclusione di Bulgarini d'Elci – mi sembra che questi documenti dimostrino come l'amministrazione abbia profondamente a cuore il mantenimento di questo prestigioso riconoscimento. Siamo consapevoli che anche una città storica come la nostra debba dotarsi di infrastrutture che possono aver impatti anche importanti. La sfida oggi è prevedere tutte le mitigazioni che ci consentono di mantenere la dovuta protezione. A chi detiene il titolo Unesco non basta infatti rispettare le leggi imposte dallo Stato attraverso le Soprintendenze. Quando si è sito Unesco, e storicamente vi è sicuramente stata una sottovalutazione di questo aspetto, serve cambiare mentalità e paradigma, serve affrontare in maniera compiuta cosa significhi conciliare sviluppo e crescita con esigenze che vanno ben oltre la tutela dei monumenti e del paesaggio classicamente intesa”.


Commenti

Inviato Mercoledi 21 Dicembre 2016 alle 18:28

Accusare gli altri di essere menagrami porta malissimo. Ne subirò le conseguenze soprattutto nel futuro. Attento Vicesindaco e non ci sono rimedi, a meno di non patteggiare con una strega.
Inviato Mercoledi 21 Dicembre 2016 alle 22:27

Uscire dall'Unesco? Chiunque abbia un minimo di dignità, conoscenza storica e politica lo farebbe...
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