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PIRUEA Pomari, un presidio del Comitato: va fermata la scure di Incos e comune, i Pomari vogliono il parco. Liliana Zaltron (M5S): ero presente perchè condivido le richieste

Di Emma Reda Sabato 18 Marzo 2017 alle 22:31 | 0 commenti

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"Il PIRUEA Pomari, piano urbanistico che prevede l'ennesima inutile colata di cemento, è scaduto lo scorso marzo 2016! Per la città si tratta di un momento storico: il destino dell'area, concepita inizialmente come il più grande Parco Urbano di Vicenza, deve essere riscritto dopo 14 anni di speculazione edilizia. La questione Pomari resta una vicenda ancora aperta al pari di una delle lottizzazioni più discusse in città: Borgo Berga, entrambe concepite nei primi anni 2000 e figlie della stessa logica di speculazione e sopraffazione nei confronti del territorio e del paesaggio": questi sono i concetti sintetizzati in un volantino e illustrati in una conferenza stampa del Comitato Pomari svoltasi, con la presenza "solidale" di Liliana Zaltron, consigliere comunale del Movimento 5 Stelle Vicenza,  a davanti all'ingresso dei cantieri della società Incos di Gaetano Ingui tra via Fermi e via Soldà (qui la photo gallery a cura di Maurizio Morelli).

Nell'occasione è stato organizzato un presidio di protesta perchè, hanno ripetuto i partecipanti, "è il momento di agire per riprenderci il parco e fermare la devastazione ambientale!". 
Da anni, hanno aggiunto, "il Comitato e i cittadini della zona chiedono al Comunedi mettere da parte la speculazione edilizia e di ridare respiro alla città creando un importante polmone verde. Invece la Giunta Variati non sta muovendo un dito per cogliere l'opportunità di rivedere l'intera pianificazione dei Pomari. Nel frattempo Incos ha abbattuto decine di piante all'interno dell'area di cantiere.".
I cittadini presenti hanno rivolto tramite la stampa e volantinando ai passanti, pedoni o automobilisti che fossero, la richiesta di creare un grande polmone verde e fermare le devestanti speculazioni edilizie creando "un percorso partecipativo e democratico per ridisegnare il volto dei Pomari".

Per il Comitato Pomari parla la nota già resa pubblica e portata a conoscenza di chi di dovere e che di seguito riprendiamo perchè da queste basi si possa partire per una discussione ormai indilazionabile.

Nei mesi scorsi, in occasione della Valutazione di impatto sul Patrimonio (HIA - Heritage Impact Assessment) che il Comune di Vicenza è stato chiamato ad eseguire su richiesta dell'UNESCO, ci siamo sentiti in dovere di presentare un'ampia documentazione sulla vicenda urbanistica legata al Piruea Pomari.

Durante la presentazione del documento HIA il Vicesindaco Bulgarini ha dichiarato come fosse "necessario che sia la classe politica sia il territorio abbiano una maggiore capacità di coniugare sviluppo e crescita con la tutela e la conservazione del paesaggio". Stupiscono queste parole soprattutto per quanto riguarda la questione Pomari, una vicenda ancora aperta riguardante una delle lottizzazioni più discusse in città al pari di Borgo Berga, entrambe concepite nei primi anni 2000 e figlie della stessa logica di speculazione e sopraffazione nei confronti del territorio e del paesaggio. Per come è stata gestita fino ad ora la vicenda
dei Pomari, i concetti di sviluppo e crescita vanno a scontrarsi pesantemente con la tutela
e la conservazione dell'ambiente e del paesaggio. Proprio in questi giorni la scure di Incos si sta abbattendo su decine di alberi presenti all'interno dell'area di cantiere che devono lasciar posto agli scheletri di cemento.

A distanza di un anno dalla scadenza del Piruea, il Comune non ha mosso un dito per fermare i devastanti piani di cementificazione voluti dai privati. Evidentemente la Giunta Variati ha una doppia personalità: da un lato porta a casa milioni di euro col bando per la rigenerazione urbana e si fa bella con operazioni quali il Parco della Pace sbandierando il vessillo della partecipazione, dall'altra abbandona al suo destino le vere periferie, quelle più popolate ai margini della città che rischiano di diventare quartieri dormitorio. Noi non ci stiamo e rifiutiamo nettamente le operazioni di greenwashing messe in atto dal Comune di Vicenza.
È bene ricordare che negli ultimi 10 anni il Piruea Pomari ha portato pesanti trasformazioni nella vita dei cittadini della zona: oggi restano circa 6 ettari di terra ancora liberi dal cemento, terreni che da un giorno all'altro rischiano di essere completamente impermeabilizzati da inutili edifici direzionali e capannoni commerciali. Da un anno abbiamo proposto all'Amministrazione Comunale di avviare una trattativa con il privato: esiste la possibilità di liberare le aree in questione concedendo al costruttore, tramite gli strumenti previsti dalla normativa vigente, l'opportunità di riqualificare una delle tante aree di proprietà comunale oggi desolatamente abbandonate e lasciate a se stesse evitandone così la svendita del patrimonio pubblico a fondi immobiliari privati solo per fare cassa (vedi ex caserma Guardia di Finanza ed ex macello, solo per citarne alcune).

Ai Pomari il Comune di Vicenza si trova davanti a un bivio, deve decidere se lasciare ancora spazio alla speculazione o se intervenire per una vera riqualificazione della periferia della città. L'amministrazione deve dimostrare alla città se ha la volontà di fermare la cementificazione prevedendo la realizzazione di un grande polmone verde che possa mitigare l'impatto di un'urbanizzazione che ha stravolto quasi irrimediabilmente la fisionomia rurale ad ovest della città del Palladio.

Noi su quei 60 mila metri quadri siamo intenzionati a portare avanti la lotta.".

Comitato Pomari


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