L'agenda del Consiglio regionale del Veneto prevede innanzitutto la convocazione, in seduta ordinaria, del Consiglio regionale del Veneto nelle giornate di martedì 14 novembre, alle ore 14.30, e di mercoledì 15 novembre, alle ore 10.30, con eventuale prosecuzione nella giornata di giovedì 16 novembre, alle ore 10.30, con all'OdG innanzitutto l'esame del Progetto di Legge Statale n. 43, di iniziativa della Giunta, da trasmettere al Parlamento nazionale, relativo all'individuazione di percorsi e contenuti per il riconoscimento di ulteriori e specifiche forme di autonomia per la Regione del Veneto, in attuazione dell'articolo 116, terzo comma, della Costituzione.
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Il consiglio regionale del Veneto ha approvato oggi una mozione del consigliere regionale del Movimento 5 StelleSimone Scarabel riguardante interventi urgenti in materia di pozzi artesiani o freatici: il provvedimento prende le mosse dalle recenti vicende di contaminazione da Pfas, mercurio, atrazina e cromo esavalente delle falde venete. La mozione impegna la giunta veneta ad attivarsi, nell'ambito delle proprie competenze, al fine di far sì che venga ultimato l'archivio digitale dei pozzi esistenti nel territorio del Veneto previa effettuazione di un censimento a livello regionale, individuando ubicazione esatta e misure di ciascuno, e che il medesimo sia reso accessibile agli addetti ai lavori e ai cittadini.
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"In meno di un anno si è passati da un regime obbligatorio per le auto analisi dei pozzi privati, con oneri a carico dei proprietari, ad uno facoltativo e vincolato ad una procedura codificata in capo all'Arpav. Ad essere stati penalizzati sono gli agricoltori, obbligati a pagare di tasca propria le spese per effettuare le analisi e sul cui rimborso la Giunta non sta dando risposta". A prendere posizione sulla vicenda legata all'emergenza Pfas, è la consigliera regionale Cristina Guarda (AMP), che sul tema ha nuovamente presentato un'interrogazione, dopo che "la Giunta non ha dato in risposta diretta alla mia domanda di fare chiarezza sui rimborsi".
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Gent. direttore, vi scrivo per segnalare un possibile problema alla struttura di un ponte nel complesso di Borgo Berga: ieri ho partecipato al sit-in contro la Miteni e l'inquinamento da PFAS davanti al tribunale di Vicenza. Visto che il Retrone, che passa proprio davanti al tribunale, è uno dei principali "esutori " (esutore in speleologia e in geologia significa sorgente, corso d'acqua che drena un sistema sotterraneo, ndr) del sistema acquifero inquinato dalla Miteni, ho raggiunto il tribunale via acqua in kayak e ho ormeggiato il mezzo proprio fra i due ponti di via Gallo e di via Oliva, con un cartello "No Pfas" sopra. La risalita dal fiume verso il tribunale è stata alquanto difficile in quanto la sistemazione delle sponde è stata realizzata senza nessun rispetto per il diritto di accesso alle acque pubbliche, rendendo quasi impossibile a chiunque l'accesso al fiume.Â
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"Ormai sembra che non ci sia forza politica esclusa dal gruppo di oppositori alla disastrosa situazione ambientale che sta vivendo il Veneto con l'inquinamento da Pfass. Niente di male, se non fosse che, proclami e pagine sulla stampa a parte, nulla si muove per conto di chi governa Regione e Paese." A sferzare l'ennesimo attacco e a gridare l'ennesima richiesta d'intervento è la deputata Silvia Benedetti, prima firmataria della proposta di legge "Pfass zero" ferma da oltre un anno nei cassetti della Camera. "Ora, vedere il presidente della Commissione Ambiente Realacci svegliarsi per chiedere, al Ministro del suo stesso Governo, spiegazioni che attendiamo da oltre due anni, fa un po sorridere."
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Sul caso Pfas un fatto, che nessuno sottolinea perchè tragicamente tipico in questa Italia in dissoluzione se non nei proclami che ci dispensano "ogni altro giorno" i premier rottamandi e post Dalema alla Matteo Renzi, i governatori di regione scivolosi e post Galan alla Luca Zaia e i sindaci e presidenti di provincia "ignoranti" (del flop BPVi, del fumo di Matteo Quero e dei silenzi omertosi di Antonio Bortoli) e post Hüllweck e Schneck alla Achille Variati, è l'assenza di una voce forte e attendibile, quella delle Istituzioni, che dicono, blaterano e si rimbalzano le responsabilità , se ne hanno, o amplificano i timori della gente, se ce ne fosse motivo. Premier, governatori e presidenti di provincia non fanno nulla o non fanno abbastanza in base a dati scientifici e a leggi certe per evitare o gestire i problemi, se ci sono, per smentirli, se non ci sono, per zittire, se sbagliano, o dar voce, se hanno ragione, ai loro colleghi politici, esperti in tutto, dalla finanza all'inquinamento, ma, comunque, sempre in ritardo sui fatti e sempre all'inseguimento della pancia della gente.
Il Consigliere comunale Raffaele Colombara, Lista Variati Sindaco, ha posto al primo cittadino di VicenzaAchille Variati un’interrogazione nella quale chiede delucidazioni in merito all’ordinanza «contingibile ed urgente» numero 5482 del 14 ottobre 2016 (clicca qui per il documento originale). Tale provvedimento ordinava il divieto d’uso a scopo potabile ed alimentare dell’acqua estratta da due pozzi privati a servizio de La Locanda, un'attività di ristorazione sita in via Battaglione Valtellina. Nell’interrogazione posta da Colombara si legge come nei campioni d’acqua prelevati sarebbero stati rilevati valori «quasi doppi rispetto a quanto indicato dai limiti di concentrazione consentiti per i Pfas».
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Dopo la conferenza con Di Maio e tanti altri esponenti del Movimento 5 Stelle per la presentazione dell’esposto sui PFAS e il presidio dei lavoratori della Miteni (leggi qui), davanti al tribunale di Vicenza c'erano anche gli esponenti di Legambiente Vicenza, Italia Nostra e del Comitato Contro gli Abusi Edilizi per annunciare l’avvio della campagna crowdfunding di raccolta fondi intitolata “Abbattiamo gli abusi! Cosa pagheresti per vederlo sparire?â€, lanciata per portare avanti la battaglia contro il complesso edilizio di Borgo Berga.
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Davanti al tribunale di Vicenza il Movimento 5 Stelle ha presentato l’esposto sulla presenza delle sostanze perfluoroalchiliche in tanti comuni veneti e del vicentino. L’esposto prevede la necessità di bonifica dei siti inquinati e le ipotesi di risarcimento per il danno arrecato. Presente anche il parlamentare e vicepresidente della Camera Luigi Di Maio, campano e perciò colpito da vicino dal caso dei rifiuti sotterrati nella terra dei fuochi. Di Maio si è fermato per un confronto faccia a faccia con i lavoratori della Miteni, anche loro davanti al tribunale per l'udienza in corso sull'impugnazione del licenziamento di un componente della rsu sindacale Ilario Ermetti.