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Valdastico Nord: rinviata la riunione del CIPE. Trento, in bilico tra fronte interno e la scadenza delle concessioni, sceglie la linea Zaia?

Di Pietro Rossi Mercoledi 1 Luglio 2015 alle 02:16 | 0 commenti

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"No al progetto più ampio e no a Besenello ma abbiamo dei problemi di traffico e se le parti trovano la quadra si può trovare un compromesso”. È questa la posizione ufficiale della Provincia di Trento che si trova oggi ad un bivio, tra il pressing della Regione Veneto e la fronda interna del Pd ma anche di molti Comuni trentini che non ne vogliono sapere della Valdastico Nord.

Eppure è bastata quella dichiarazione di volontà per far da garanzia alla Commissione Europea e procrastinare la scadenza dei termini della presentazione del progetto per gli ultimi 40 chilometri della "PiRuBi" che dovrebbero portare a Trento. Ma scadenza per cosa? Delle concessioni sulla gestione della A4, naturalmente, che da domani potevano andare a gara europea.
Niente di strano, potrebbe dire qualcuno, perché questo è lo stile italiano, già visto molte volte e virato in salsa veneta. Zaia sveglia gli animi, i giornali strillano all’evento, Trento fa finta di cadere dalla nuvole – per calmare gli animi bellicosi – per poi scoprire le carte e dire timidamente che “si possono valutare dei confronti sull'opera”. Ma tanto basta. Basta spedire in Europa un paio di pagine di giornali – eco peraltro di una manifestazione di “interesse”già emersa il 12 giugno scorso – e la volontà di istituire un tavolo Paritetico per far tirare il fiato alla concessionaria, l'A4 Holding. Il Cipe, Comitato interministeriale per la programmazione economica, può altresì riposare. Ieri non aveva un progetto condiviso e spera di averlo a luglio, quando – se risolve i dissidi interni – forse Trento firmerà per una Valdastico “alternativa”. “Non mi sorprenderebbe se ci fosse la proroga della concessione – attacca il Senatore del Movimento 5 Stelle Enrico Cappelletti, ancor prima di sapere la notizia della proroga de facto della Commissione Europea - le autostrade sono già state pagate e ammortizzate, in Italia le facciamo pagare agli automobilisti per aumentare il gettito alle  concessionarie e questo si sta ripetendo da troppo tempo, la politica avvantaggia i concessionari che alla fine sono sempre gli stessi”.
I rinnovo delle concessioni per la A22, a una prima lettura, può sembrare una faccenda dal destino non legato a quello della ex PiRuBi. "Sul rinnovo della concessione A22 abbiamo avuto assicurazioni da parte del governo che la questione sarà trattata in occasione di un prossimo e apposito incontro con le autorità europee la cui convocazione è attesa da Palazzo Chigi", aveva detto il presidente della Provincia Ugo Rossi nel febbraio di quest'anno. Ma quell'incontro non c’è stato o se c’è stato non ha portato i frutti necessari. Più concreta dei trentini, l’Europa vuole un progetto infrastrutturale altrettanto concreto per non mandare a gara quelle concessioni prorogate all’infinito.  E se quel progetto si chiamasse Valdastico, pur con le ancora non definite varianti? Al Veneto andrebbe bene, come andrebbe bene ai padroni dellA4 e altrettanto si può dire per la Provincia di Trento, azionista di maggioranza della A2. A loro, forse, una gara europea non farebbe proprio piacere. E in questo caso, i destini delle due autostrade possono incrociarsi con la terza, ancora da costruire, che sta diventando una faccenda comune per Veneto e Trentino. “La concomitanza dell’apertura di Rossi sulla Valdastico Nord con l'imminente scadenza della concessione per la Brennero mi fa pensare –conclude Cappelletti – e  non posso non notare che non ci sia una sospetta coincidenza”.


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