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TAC, Verlato (Vicenza Riformista) ripercorre l’iter e scrive al PD: "passaggi troppo veloci"

Di Emma Reda Giovedi 22 Gennaio 2015 alle 16:55 | 0 commenti

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Adriano Verlato dell'associazione "Vicenza Riformista" analizza la vicenda del progetto per i treni ad alta capacità a Vicenza 

Ho già avuto modo di scrivere al direttivo Pd che i passaggi scelti dal Comune per l’approvazione di un progetto di massima per l’alta velocità, erano troppo veloci (appunto!) e che un piano di tal impatto per la città, necessitava un esame più accurato e riflessivo. Ora qualche passaggio è un po’ più chiaro e, unitamente al direttivo della mia associazione “Vicenza riformista” vorrei ripercorrerne l’iter.

Già da anni il tratto ferroviario dell’alta velocità da Verona a Padova è fermo per due motivi: i fondi necessari e l’incertezza su quale possa essere il percorso migliore e accettato dai Comuni interessati. Ora, secondo il ministro, i fondi ci sono, ma gli accordi su tanti aspetti non ancora. Vorremmo preliminarmente segnalare che con l’alta velocità l’arresto ad una stazione deve iniziare alcuni chilometri prima dello stop e che altrettanti, o di più, ne servono, partendo da zero per raggiungere le velocità prevista. Questi elementi suggerirebbero che meno fermate si fanno più i tempi dei percorsi si accorciano. Ecco quindi la perplessità su una tappa anche a Vicenza. Le ultime notizie dicono che nel percorso Tav (Vr –Pd) la differenza con la linea attuale sarebbe di 4/5 minuti. L’utilità non sembra proprio importante.

Altre osservazioni sono da fare sulla proposta del tunnel che passerebbe sotto la villa dei Nani e sboccherebbe nella valletta del Silenzio. A parte il discorso sulla zona di rispetto, ci sono pareri di geologi che certificano la friabilità della collina in questione e la conseguente criticità, anche statica, di villa Valmarana. I giornali riportano che molte lamentele sono arrivate al Comune da associazioni che si occupano di territorio(Out soprattutto) e che sono state fatte proprie anche da molte forze che siedono in commissione territorio, appunto. Ora fanno parte del pacchetto di 20 raccomandazioni che sono state presentate al sindaco e che lui ha girato alla società delle ferrovie che dovrà redigere il progetto definitivo.

Anche le due nuove stazioni e l’eliminazione di quella attuale creano sconcerto e dubbi a non finire. Cosa ne sarà dell’area in cui sorge quella storica? Secondo Venosi, persona che conosce l’ambiente Ferrovie dello Stato, nei contratti che tale società stila con le zone interessate al passaggio Tav, ci sarebbero clausole che consentono loro di gestire a piacere le aree dismesse con l’eliminazione delle stazioni. Fosse vero, cosa ci troveremmo, alla fine di viale Roma, tra qualche anno?Gli interrogativi non mancano. Se si è capito bene, la stazione di Borgo Berga servirebbe il traffico locale e quella della Fiera la linea veloce. Se la Tav si fermasse a Vicenza e un cittadino dovesse, ad esempio, andare a Schio, dovrebbe prendere un autobus-filobus che lo accompagni a Borgo Berga e lì aspettare un locale per Schio. Ma allora dove sarebbero i guadagni di tempo con la Tav? Si risparmierebbe qualche minuto con l’alta velocità e lo si perderebbe poi con tutte le altre operazioni.

Insomma, le due stazioni decentrate non le vedo come una soluzione ottimale. Inoltre,vorremmo conoscere nel dettaglio, cosa succederà a Berga con la circolazione già,ora, un bel po’ ingarbugliata. Vorrei anche sottolineare una questione di metodo: non si può dire ai cittadini di andare negli appositi uffici a consultarsi i progetti. C’è bisogno di incontri con disegni di giusta grandezza e di tecnici terzi che spieghino in modo chiaro i prò e gli eventuali contro. In tal modo anche i non tecnicamente attrezzati, potrebbero farsi un’idea abbastanza precisa. C’è anche un’ultima preoccupazione. Il Consiglio comunale ha approvato il progetto di massima dell’ing de Stavola, aggiungendovi le 20 prescrizioni della Commissione territorio che chiede opportune varianti. Ma nel caso le Ferrovie andassero avanti con le loro idee , non tenessero, cioè, conto delle nostre richieste, cosa succederebbe? Dovremmo ipotizzare una inconcludente’ no Tav’ pure a Vicenza?

Personalmente credo che quello che si proponeva nel 2006, a dire di far passare i treni in sotterranea da Ponte Alto fino a Settecà sarebbe una buona soluzione che eviterebbe storture pesanti per la nostra città. Poiché le preoccupazioni sono tante, auspichiamoche, con noi, tanti altri tengano gli occhi ben aperti pronti ad intervenire ad ogni lesione per la città.

Mentre sto terminando queste note leggo sui giornali on line che Howard Burns, presidente del Comitato scientifico del Cisa, si congratula con il sindaco Variati per la sua decisione di soprassedere alla proposta del tunnel di cui al progetto de Stavola. Vorrei far notare che il merito di tale passo indietro non è del nostro primo cittadino, ma dell’intervento appassionato e responsabile di tante associazioni e del lavoro della commissione territorio del nostro Comune. Lo scritto del professore, oltre che tardivo, è di una sofficità tale da essere solo un segnale di esistenza.


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