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SEL porta Borgo Berga in Parlamento per irregolarità e speculazione: da mettere in sicurezza

Di Edoardo Pepe Mercoledi 26 Novembre 2014 alle 21:07 | 0 commenti

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Sinistra Ecologia Libertà attraverso il deputato Giulio Marcon ha presentato un'interrogazione parlamentare ai Ministri di Giustizia e dell'Ambiente sul progetto e sulla conduzione dei lavori nell'area di Borgo Berga a Vicenza denunciando “numerose irregolarità nel progetto e nella realizzazione, bisogna fare luce su condotte omissive e speculative e mettere al più presto in sicurezza l'area”.

L’interrogazione parlamentare, che pubblichiamo integralmente sotto, è preceduta da una premessa per spiegare la situazione, a firma, oltre che del deputato Marcon, anche di Valentina Dovigo, consigliera comunale Sel di Vicenza e Niccolò Dalla Lucilla, Coordinatore Provinciale Sinistra Ecologia Libertà Vicenza. 

“La realizzazione del complesso edilizio comprendente il nuovo Tribunale di Vicenza, ma anche un'ampia cubatura a scopo residenziale nell'area di Borgo Berga (ex Cotorossi), risulta foriera di irregolarità procedurali e normative, ma appare anche evidente come il progetto si sia sviluppato sulla spinta degli appetiti speculativi nutriti da una certa politica e dai soliti grandi gruppi dell'edilizia.

La progressiva levitazione dei costi per la realizzazione dell'opera, nella migliore tradizione del “sistema veneto”, ne fanno un buco nero che ha inghiottito un'irragionevole quantità di risorse pubbliche. La mancata bonifica dell'area e l'intombamento dei veleni residui dall'attività dell'ex Cotorossi, rendono tutto il complesso un vero e proprio eco-mostro, con l'aggravante di essere stato edificato in un'area idrogeologicamente complessa ed instabile. Ne sono prova le massicce infiltrazioni d'acqua che rendono inservibile un intero piano dell'edificio per circa 4-5 mesi all'anno.

Quest'opera sciagurata è inoltre figlia di una lunga serie di irregolarità e veri e propri illeciti con i quali sono stati disattesi regolamenti, accordi con il Comune, prescrizioni della Sovrintendenza e di altri enti, vere e proprie norme regionali. In ragione di questi dati, nonché delle segnalazioni e delle proteste della cittadinanza e delle associazioni ambientaliste, rimaste per anni inascoltate da parte delle istituzioni, abbiamo presentato un'interrogazione parlamentare con la quale chiediamo ai Ministri dell'Ambiente e della Giustizia la presa in carico di tali istanze, in un'ottica di individuazione delle responsabilità, ma anche e soprattutto di messa in sicurezza di tutto il complesso”.

Ecco il testo dell'interrogazione.

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA


Al Ministro della Giustizia


Al Ministro dell’Ambiente e della Tutela del territorio e del mare


Premesso che:


  • nel 2002 la FIN.VI. S.r.l., società riconducibile al gruppo Berlusconi e proprietaria fra le altre cose dell'area ex Cotorossi di Vicenza, vecchio stabilimento industriale tessile dismesso, propone all'amministrazione comunale -guidata allora da Enrico Hullweck di Forza Italia- un'operazione urbanistico-immobiliare di enormi dimensioni: la FIN.VI. si impegna a costruire il nuovo Tribunale di Vicenza in cambio dell'edificabilità su tutta la restante parte dell'area medesima, trattasi di circa centomila metri quadri che arrivano a ricomprendere, per giunta, un terreno di proprietà comunale;


  • nell'aprile e nel maggio 2002 il consiglio comunale approva (n. 29 del 23 aprile, 7-14-15-16 maggio 2002) il Documento Programmatico Preliminare del nuovo P.R.G. (che individua il comparto ex Cotorossi come possibile sede del nuovo Tribunale di Vicenza). Viene successivamente approvato, il 3 marzo 2003, il Protocollo Preliminare d'Intesa fra Comune di Vicenza e FIN.VI. S.r.l. per la predisposizione di un P.I.R.U.E.A. (L.R. n. 23/99) al fine di realizzare anche la sede del Tribunale di Vicenza. Iter che prosegue, il 28 marzo dello stesso anno, con l'approvazione da parte della Giunta comunale della delibera di adozione del P.I.R.U.E.A “Cotorossi” (139/2003), mentre in dicembre viene approvata dal Consiglio Comunale la delibera che dà il via al piano attuativo (delibera n.79 del 22-23-24 dicembre 2003);


  • molti dubbi vengono sollevati sull'opportunità dell'operazione da opposizione ed associazioni ambientaliste, ma l'allora sindaco Hullweck interviene nel dibattito attraverso una dichiarazione del 26 settembre 2003 su Il Giornale di Vicenza asserendo che il Ministero della Giustizia, allora presieduto da Roberto Castelli, avrebbe aggiunto 15 mln di euro agli 8,8 già resi disponibili per la costruzione del nuovo tribunale, a condizione che esso venisse realizzato sull'area di Borgo Berga (ex Cotorossi);


  • si prosegue dunque a spron battuto verso la realizzazione dell'opera attraverso l'approvazione del P.I.R.U.E.A. Cotorossi da parte della Regione Veneto (delibera n. 857/2004 del 26 marzo 2004). Nel 2005 si abbattono le strutture residue dei vecchi stabilimenti industriali Cotorossi, ma si decide di non procedere alla bonifica dell'area, dove risultano tuttavia sepolti ignoti quantitativi di rifiuti tossici industriali. Quando il cantiere del nuovo tribunale verrà infatti affidato, nel 2006, alla ditta piemontese Codelfa per un costo di realizzazione di 23 mln di euro interamente a carico dello Stato, si opterà per l'edificazione del Palazzo di Giustizia sopra ad un solettone di cemento e senza interrati. Soluzione che permette di “intombare” i veleni della ex Cotorossi nel sottosuolo;


  • nel 2008, dopo una proficua rivalutazione del valore dei terreni, la FIN.VI. S.r.l. vende lo stabilimento alla società “Sviluppo Cotorossi”, fra i soci principali della quale c'è la Maltauro. Gruppo che balzerà successivamente agli onori delle cronache per il suo ampio e conclamato coinvolgimento nella mega-inchiesta su Expo2015 e Mo.S.E.;


  • il 2011 vede l'apertura del cantiere dell'area residenziale e commerciale, oggi in fase avanzata di edificazione, la quale viene segnalata come difforme dal regio decreto 523 del 1904 dall'ingegner Nicola Giardinelli del Genio Civile tramite una lettera fatta pervenire al Dipartimento Territorio del Comune di Vicenza ed alla società Sviluppo Cotorossi, in quanto gli edifici sorgono ad una distanza abbondantemente inferiore ai 10 metri dalle sponde dei due fiumi che lambiscono l'isola di Borgo Berga. Tale violazione viene inoltre evidenziata in una nota del Genio Civile notificata al Comune di Vicenza ed alla ditta Sviluppo Cotorossi S.p.a. con protocollo n. 49536 del 30/07/2009. Per avvalorare ulteriormente tale difformità, l'ing. Giardinelli precedentemente citato, fa inoltre riferimento ad una recente sentenza della Corte di Cassazione (24884 del 9 ottobre 2008);


  • mentre la costruzione dell'area residenziale e commerciale prosegue, il nuovo Tribunale viene innaugurato nel 2012, tuttavia, già nello stesso anno, giungono innumerevoli segnalazioni da parte del personale riguardo massicce infiltrazioni d'acqua nonché di altissimi tassi di umidità che rendono completamente inservibile un intero piano dell'edificio per circa 4-5 mesi all'anno;


  • l'intervento urbanistico in questione, che investe un'area di 100mila metri quadrati, sottoposta a vincolo idrogeologico e paesaggistico, posta nella confluenza di due fiumi e a pochi passi dal centro storico e da siti tutelati dall'Unesco, non è stato soggetto a VAS (Valutazione Ambientale Strategica) nonostante la Corte Costituzionale abbia confermato l'obbligo di procedere a tale valutazione in quanto i Piani Urbanistici Attuativi del complesso “ex Cotorossi” possono produrre impatti significativi sull'ambiente circostante;


  • la delibera di approvazione del P.I.R.U.E.A non contiene gli elaborati previsti dall'art. 19 della legge regionale n. 11/2004, ovvero i Piani Urbanistici Attuativi (PUA) comprensivi di verifica di compatibilità geologica, geomorfologica e idrogeologica dell'intervento, il prontuario per la mitigazione ambientale, il capitolato ed il preventivo sommario di spesa;


  • nella domanda per il permesso di costruzione presentata dai promotori del progetto risultano assenti informazioni quali superficie fondiaria, utile, coperta, interrata, gli indici edilizi, le altezze massime, le volumetrie in metri cubi, il numero di parcheggi pubblici e privati, ed altre numerosissime voci richieste per la validità della domanda medesima;


  • il piano stralcio per l'assetto idrografico del bacino Brenta – Bacchiglione, pubblicato nel 2004, alcuni mesi prima che il Comune di Vicenza ed i privati siglassero il P.I.R.U.E.A. ex Cotorossi, classifica i territori compresi all'interno degli argini o delle sponde dei corpi idraulici costituenti la rete idrografica dei bacini Brenta – Bacchiglione con il grado di pericolosità idraulica P4, il quale permette esclusivamente le demolizioni senza ricostruzione;


  • il parere favorevole al progetto fornito dal Genio Civile si basa sullo studio redatto dalla Beta Service S.r.l., il quale non attesta in alcun modo l'invarianza di permeabilità dei terreni (invarianza resa obbligatoria, anche tramite interventi compensatori, dalla delibera della Giunta Regionale n. 2948 del 6 ottobre 2009) e che non considera, peraltro, l'intervento edilizio nell'area posta alla sinistra del Bacchiglione (47mila metri quadrati);


  • nell'area ex Cotorossi aveva sede un antico opificio del 1800 considerato opera di archeologia industriale dal Piano Territoriale Regionale della Regione Veneto, il quale prevedeva la tutela dell'opera in base all'art. 61/1985, ora ricompreso nell'art. 29 della Legge Regionale 11/2004. Anche la Sovrintendenza, in una nota del 2 aprile 2003, prescrive la conservazione della ciminiera e delle facciate residue dell'originaria archeologia industriale. Data la natura vincolante della prescrizione, il privato commissiona una relazione tecnica che di fatto conferma i materiali di costruzione delle facciate come risalenti al XIX secolo, ma della quale presenta un'”interpretazione” opposta a Comune e Sovrintendenza, i quali, in sede di conferenza dei servizi, votano a favore dell'abbattimento della struttura ad eccezione della sola ciminiera. Abbattimento che viene prontamente eseguito nel 2005. Nel 2009 tuttavia, nella variante del P.I.R.U.E.A. approvata dalla nuova giunta comunale, si ritrova fra le Norme Tecniche Operative la stessa prescrizione emanata dalla Sovrintendenza nel 2003, ragion per cui non risulta paradossalmente agli atti alcuna autorizzazione formale da parte della Sovrintendenza all'abbattimento della struttura;


  • seppure l'accordo originale fra Comune e costruttori prevedesse un'area di circa 20mila metri quadrati di standard a verde da cedere gratuitamente al Comune medesimo, metà delle aree che la società costruttrice si fregia di aver ceduto all'ente pubblico consistono in sponde interne dei due fiumi (decisamente non fruibili da parte dei cittadini a causa della morfologia scoscesa), mentre la restante parte si divide fra percorsi pedonali, per lo più pavimentati, e piccole aiuole di arredo urbano.


Si richiede:


se i Ministri in indirizzo fossero a conoscenza dei fatti nonchè delle numerose irregolarità del progetto riscontrabili negli atti e nei diversi passaggi che ne hanno autorizzato la realizzazione;


quali provvedimenti essi intendano adottare affinchè venga fatta luce su eventuali condotte omissive durante tutto l'iter di approvazione e di realizzazione dell'opera;


se i Ministri medesimi non ritengano opportuno avviare quanto prima un'opera di messa in sicurezza idraulica dell'area, senza la quale risulta inevitabilmente a rischio la stabilità delle strutture nonché l'incolumità dei cittadini che vi si trovano.


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