Regionali a rischio "Mose" per centrodestra: temono Ruffato e Padrin, non Tosi e Bitonci
Domenica 5 Ottobre 2014 alle 14:00 | 0 commenti
di Alessandro Zuin e Davide D'Attino
Gliel'avessero pronosticato soltanto qualche mese fa, avrebbero risposto con una sonora risata e un'alzata di spalle. Oggi, invece, 5 ottobre 2014, i colonnelli del centrodestra veneto sono costretti a prendere molto sul serio le indicazioni che arrivano dai sondaggi elettorali (vedi Corriere del Veneto di ieri), secondo i quali la partita delle regionali 2015 si gioca partendo da un'inaudita posizione di vantaggio per la coalizione renziana, con tutta probabilità capeggiata da Alessandra Moretti come sfidante di Luca Zaia per la poltrona di governatore.
Fatta la dovuta tara a una rilevazione demoscopica che avviene a 6 mesi dalle elezioni, la situazione è seria: persino nel Veneto che fu per vent'anni graniticamente forzaleghista, il centrodestra può rischiare di perdere la Regione. Soltanto i leghisti, che di Zaia indossano la medesima casacca, ostentano sicurezza con il segretario nazionale Flavio Tosi e il sindaco di Padova Massimo Bitonci. Gli altri, nella galassia dell'attuale maggioranza, si muovono con grande circospezione tra l'autocritica e il richiamo al gioco di squadra (che, evidentemente, è mancato). Come avverte Valdo Ruffato, presidente del consiglio regionale e uomo di punta di Ndc in Veneto, «non possiamo pensare che San Luca (Zaia, ndr), che è tanto bravo e buono, risolva tutto da solo. Vinciamo soltanto se stiamo tutti uniti: ce lo dovrebbe insegnare il vicino Friuli-Venezia Giulia, dove i dispettucci fra alleati hanno fatto perdere la Regione al centrodestra». Messaggio diretto soprattutto fuori dal Veneto: ai vari Salvini, che pone veti proprio sull'Ndc, e Berlusconi, di nuovo in rotta con Fitto e i suoi. Leonardo Padrin, che di Forza Italia è il capogruppo in consiglio regionale, non ha paura di toccare un nervo scoperto che duole assai: «Dobbiamo dirlo, paghiamo il conto di errori che sono sotto gli occhi di tutti, e mi riferisco alla vicenda del Mose, che ha coinvolto anche questa amministrazione regionale. E poi - continua Padrin - ci manca una vera leadership a livello nazionale, non c'è pathos. Per non dire del fatto che la nostra maggioranza in Regione si è ridotta a una sommatoria algebrica, lo spirito di squadra latita, siamo partiti da due soli gruppi in consiglio(Lega e Pdl, ndr) e finiamo con quattro-cinque». Massimo Bitonci, sindaco leghista di Padova, davanti ai sondaggi funesti non fa una piega: «Luca Zaia può stare assolutamente tranquillo, perché non ha nulla da temere. Negli ultimi sedici anni si è sempre dimostrato un ottimo amministratore, apprezzato da tutti, al di là delle diverse appartenenze politiche. Quella che quasi certamente sarà la candidata del Pd, cioè Alessandra Moretti - punge Bitonci -, non ha invece fornito alcuna prova delle sue capacità , se non presenziando nei salotti televisivi oppure occupando le copertine delle riviste di gossip. Le regionali del prossimo anno, inoltre, saranno molto simili alle ultime comunali vinte dal sottoscritto: la gente voterà per la persona e non per i partiti. Lo scorso 25 maggio a Padova, nello stesso giorno in cui otteneva il 41,4% alle europee, il Pd non superava il 25% alle amministrative. L'effetto Renzi, insomma, non c'è stato allora e non ci sarà tra qualche mese». Predica tranquillità anche Flavio Tosi, il segretario nazionale della Lega veneta: «Guardando soltanto ai risultati dei partiti tradizionali, i sondaggi in Veneto danno una situazione equilibrata tra le coalizioni. Ma avere un governatore uscente come Zaia, che ha operato bene e in modo trasparente, credo sia un vantaggio competitivo che va a colmare eventuali deficit della squadra. Alle regionali - aggiunge Tosi - ci dovranno essere, accanto alle sigle nazionali, uno o più contenitori civici: metà dei cittadini non va a votare perché non si riconosce nei partiti tradizionali, ma dà fiducia alle persone». Oppure vota per Grillo, che non caso nei sondaggi rimane stabile intorno a un 20% che molti altri si sognano.
*Da Il Corriere del Veneto
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