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Progetto Tav/Tac infiamma Vicenza: le posizioni di PD, ViCap, FSV, SEL

Di Emma Grande Venerdi 9 Gennaio 2015 alle 16:50 | 0 commenti

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Lo studio di fattibilità sul Tav/Tac, il progetto sull'alta velocità-alta capacità ferroviaria previsto per la città di Vicenza che cambierebbe il volto urbano cittadino, sta infiammando da giorni il dibattito di associazioni, cittadini e gruppi politici, con il sindaco Achille Variati che ha presentato le osservazioni del Comune di Vicenza chiedendo una serie di "soluzioni progettuali alternative". Pubblichiamo ora le analisi preparate da Partito Democratico di Vicenza, Associazione civica Vicenza Capoluogo, Federazione della Sinistra Veneta, Sinistra Ecologia Libertà Vicenza.

Chiara Pavan segretaria cittadina PD

La Direzione del Partito Democratico della città di Vicenza, convocata in seguito all'Assemblea cittadina, ha espresso con amplissima maggioranza parere favorevole allo studio di fattibilità della TAC, integrato dalle 20 osservazioni a carattere prescrittivo che diverranno dispositivo di delibera nelle sedute dei Consigli Comunali della prossima settimana. Inoltre, il Partito Democratico, nella figura della Segretaria cittadina Chiara Pavan , ribadisce di mirare all'obiettivo di fondo del progetto TAC, che intende favorire e sviluppare nel miglior modo possibile il trasporto pubblico di persone e merci. In particolare, per la nostra città, si tratta di una opportunità straordinaria, da sostenere insieme ma anche da monitorare e controllare affinché tutti gli appalti e i cantieri siano affidati e gestiti con reale trasparenza, correttezza e professionalità, in un'ottica di massima efficienza, minimo disagio per i cittadini e , ribadiamo, possibilità di controllo. Sarà cura del nostro partito seguire con attenzione questo delicato ed importante progetto strutturale, rimanendo sempre a fianco dei Vicentini , per accompagnare scelte politiche che nella loro lungimiranza devono davvero mirare a migliorare il futuro della nostra città.

Consiglio Direttivo Associazione Civica Vicenza Capoluogo 

Siamo convinti che la settimana prossima il Consiglio Comunale della città segnerà una data storica per lo sviluppo futuro della nostra città. L’approvazione dello studio di fattibilità relativo all’attraversamento del territorio vicentino della linea ferroviaria Alta Velocità/Alta Capacità Verona-Padova redatto da RFI SpA indicherà infatti la volontà della città di iniziare a costruire con coraggio il suo futuro partendo proprio dalla scelta responsabile di non subire, bensì di governare, un tema così tanto delicato.

E' inconsueto e forse troppo impegnativo che una città debba decidere un progetto così impattante in un tempo troppo breve, ma è assai positivo che molte componenti della società civile abbiano comunque voluto far presente le loro idee, proposte, critiche e osservazioni. Ci auguriamo che il Consiglio Comunale sappia farsi interprete delle diverse proposte e possa così deliberare un provvedimento che la città senta come un passo in avanti verso uno sviluppo più sostenibile e una migliore qualità della vita.

Pensiamo che il successo di questo progetto sarà pieno se i cittadini, assieme agli attuali e futuri amministratori, sapranno cambiare le proprie abitudini e vedere in maniera nuova la pianificazione urbanistica, quella paesaggistico-ambientale, le modalità di trasporto e l’utilizzo degli spazi che si renderanno disponibili.

Un progetto che cambierà Vicenza, ma che dovrà cambiare anche i vicentini: auspichiamo quindi che le due nuove stazioni ferroviarie favoriscano il maggior utilizzo da parte dei vicentini del treno, che il nuovo filobus provochi una riduzione dell’uso dell’auto privata, che le nuove infrastrutture viarie generino un aumento delle corsie preferenziali per gli autobus con la creazione di moderni parcheggi non dimenticando la sosta e la custodia delle biciclette e che la realizzazione dei due nuovi ponti porti finalmente a rendere agibili gli argini dei nostri fiumi con nuovi e moderni percorsi naturalistici per bici e pedoni.

Borgo Berga, area della stazione FS, quartiere Gogna-Ferrovieri, zona industriale Vicenza Ovest, assumeranno un volto nuovo e con la vocazione soprattutto di ricucire pezzi di città, non solo dal punto di vista viario, ma anche paesaggistico e ambientale.

Particolare attenzione dovrà quindi essere data “alla cura del bello” e al rispetto della falda acquifera e del patrimonio artistico: per questo, dopo l’approvazione della delibera, sarà necessario che il Consiglio Comunale e la Giunta decidano dei percorsi partecipativi che consentano alla città di seguire e contribuire a migliorare, sostenere e vigilare su quello che sarà la costruzione della “nuova Vicenza”.

Prima di vedere realizzate le opere auspicate ci aspettano diversi anni di lavori: anche in questo la città dovrà dare segnali di cambiamento in primis mettendo in atto un sistema di monitoraggio e controlli sugli appalti che riscatti quanto visto in altre realtà. Ci aspettiamo che i nostri tecnici comunali e le ditte committenti sappiano dare dimostrazione di un’alta professionalità nel gestire le diverse fasi di cantierizzazione, i percorsi di movimentazione dei mezzi operativi e dei materiali in entrata e uscita dai vari cantieri, la bonifica dei terreni. Quest'ultimo intervento, alla luce anche di quanto sta succedendo all'ex Dal Molin e del fatto che l'area della stazione è stata un continuo bersaglio da parte dell'aviazione alleata, dovrà avvenire con tecniche più sofisticate e moderne. Bisognerà prevenire e minimizzare gli inevitabili disagi alla città e ai cittadini durante i previsti 4/5 anni di durata dei lavori. Una bella sfida che può però diventare un’opportunità per acquisire nuove competenze nel gestire i problemi del territorio e della comunità.

E’ un progetto importante, delicato e rischioso e per questo, da oggi in poi, la comunicazione alla città di ogni fase decisionale e realizzativa dell’opera non dovrà più essere così frettolosa, ma costante, immediata e continuativa. Anzi, sarà proprio una comunicazione accurata l’elemento che dovrà accompagnare questo cambiamento, un cambiamento che ci auguriamo sia soprattutto di un modo nuovo di rapportarci con i cittadini e una modalità assolutamente trasparente di realizzare opere pubbliche.

Pietrangelo Pettenò, Gruppo consiliare della Federazione della Sinistra Veneta

La Regione Veneto imponga uno stop al megatunnel progettato sotto Monte Berico per far passare i treni ad alta velocità a Vicenza, nella tratta Padova-Verona. Lo chiede, con una interrogazione alla Giunta, Pietrangelo Pettenò, consigliere regionale della Federazione della Sinistra Veneta. Pettenò ricapitola i motivi di contrarietà alla galleria, alta 16 metri e lunga un chilometro e mezzo, già espressi da comitati, associazioni ambientaliste e forze politiche: impatto paesaggistico sui Berici, rischio di danni incalcolabili per le ville venete limitrofe o sovrastanti, tra cui la “Rotonda” capolavoro del Palladio, preoccupazione per l’impatto del bypass idraulico previsto sotto la sezione riservata agli automezzi e quello generato della costruzione di due nuove stazioni ferroviarie, in zona Fiera e in zona Tribunale. Oltre a denunciare, “il violento attacco al paesaggio vicentino” e il mancato inserimento dell’opera negli strumenti di pianificazione urbanistica vigenti, Pettenò solleva il dubbio sull’effettiva utilità dell’opera: l’alta velocità nel tratto vicentino sarebbe solo nominale, visto che il raddoppio della linea ferroviaria con il nuovo tunnel sotto Monte Berico consentirebbe di far risparmiare ai treni appena sei minuti rispetto all’attuale tempo di percorrenza tra Vicenza e Milano. “Si tratta – conclude Pettenò - dell’ennesima “grande opera” che comporterà cementificazione e distruzione del territorio in una città dove basta una pioggia intensa per finire sott’acqua, un enorme spreco di risorse pubbliche - due miliardi di euro- oltre alla chiusura della stazione storica di Vicenza. Come per il Dal Molin, si rischia l’imposizione di una grande opera senza aver prima coinvolto i cittadini; Vicenza ha bisogno di interventi reali sul rischio idrogeologico e non di opere che, alla fine, incrementeranno alluvioni e allagamenti”.

Sinistra Ecologia Libertà Vicenza, Ciro Asproso (Gruppo Urbanistica SEL Vicenza) Davide Vittorelli (Coordinatore Cittadino SEL Vicenza)

Da sempre convinti del rilievo strategico e della valenza ambientale di un sistema ferroviario intermodale, opportunamente riqualificato, efficiente e competitivo, abbiamo accolto senza preconcetti e con curiosità la proposta di un nuovo Studio di fattibilità per la tratta vicentina della TAV, di cui si sono fatti promotori le categorie economiche e lo stesso sindaco Variati.

Tuttavia, il giudizio che ricaviamo dall’analisi della proposta e dal metodo con cui si è giunti alla sua definizione ci impongono di denunciare, nell’imminenza del voto di Consiglio, le gravi lacune documentali e i notevoli rischi per il futuro della città.

  1. La Regione Veneto, (al pari dello Stato italiano) ha estremo bisogno di allocare in maniera oculata le scarse risorse pubbliche esistenti, potenziando e velocizzando l’intera rete ferroviaria, congiuntamente al rinnovo del parco rotabile per il trasporto passeggeri e ancor più per il traffico merci. L’attesa quasi messianica per la realizzazione di una linea ad Alta Velocità (che per il gigantismo delle grandi opere non si è mai realizzata), ha fatto sì che venisse meno l’obiettivo di elevare le prestazioni della rete esistente specie per l’utenza pendolare. Semprein quest’ottica, anziché rafforzare il trasporto merci verso la Germaniacol potenziamento dei valichi alpini, si insiste con la Lione – Kiev, che ha perso di interesse anche per quanti delocalizzavano ad Est.

  2. E’ inaccettabile che un Paese come l’Italia, sottoposto da anni a politiche di bilancio fortemente restrittive - che per rispettare il “fiscal compact” è costretto a tagli dolorosi al sistema delle sicurezze sociali - continui a sostenere con la Finanza di progetto (totalmente a carico dei contribuenti)un investimento che per costi diretti e indiretti, carenza di domanda e inefficienza del servizio, non giustifica i soldi spesi per nessuna delle tratte fin qui realizzate. (Un recente rapporto sulla corruzione della Commissione europea evidenzia irregolarità e cattiva gestione dell’Alta Velocità: in Italia il costo al Km è di 61 milioni, 10 in Francia, 9 in Spagna e Giappone).

  3. Il nuovo Studio di fattibilità, di fatto alternativo a quello della linea interrata (approvato dal CIPE nel 2006 col pieno sostegno delle categorie economiche, del Comune di Vicenza e della Conferenza dei Sindaci), anziché operare una chiara comparazione con le alternative precedentemente esaminate, ad esempio: l’efficacia trasportistica, il minor impatto ambientale, la sicurezza idraulica, il contenimento dei costi, il capitolo degli espropri. Si limita a sostenere apoditticamente la compatibilità dell’opera senza fornire riscontri oggettivi a sostegno del nuovo tracciato.

  4. Si giudica incomprensibile ed eminentemente speculativa la decisione di dismetterel’attuale Stazione FS, dirottando i passeggeri a Ponte Alto e a Borgo Berga, su terreni di proprietà privata e in aree classificate a rischio idraulico,medio ed elevato.La semplice lettura della “Relazione sul dimensionamento delle aree di stazione” è sufficiente per comprendere le vere ragioni di tale scelta: “…finalizzazione edificatoria, la cui valorizzazione finanziaria genererebbe plusvalenze a vantaggio del più ampio investimento ferroviario … con riconoscimento a RFI di diritti edificatori sulle aree da dismettere …” Nella stessa linea si inserisce il progetto della nuova stazione a Ponte Alto con 4.000mq di superficie commerciale.

  5. Nel medesimo documento a pag. 2, si fa riferimento alla linea del filobus come di un servizio programmato dal Comune di Vicenza per servire le due nuove stazioni e il centro città, ma non si afferma che tale opera rientra nel “progetto TAV”, ragione per cui è legittimo ritenere che non vi sia alcuna copertura finanziaria. D’altro canto, non vi è alcun riferimento ai costi di: demolizione della stazione attuale, costruzione dei nuovi terminal, realizzazione della viabilità di progetto ecc.

  6. Il Quadro Economico è talmente scarno, generico e approssimativo che il costo preventivato di 2 milioni e mezzo di euro per il tratto Montebello – Vicenza – Grisignano risulta poco più che un numero cabalistico.

  7. Riguardo al canale scolmatore e al tunnel sotto Monte Berico, l’idea è così bislacca che persino Variati è stato costretto ad una parziale marcia indietro, auspicando un consulto con esperti del settore

Sinistra Ecologia Libertà, considerata la straordinaria cementificazione a cui saranno sottoposte le aree interessate, i costosi espropri a danno di molti cittadini e Aziende, lo stravolgimento urbanistico e stradale causato dalle nuove stazioni e dalla speculazione edilizia in pieno centro storico, CHIEDE al Sindaco e alla conferenza dei capogruppo, di procrastinare la votazione del Consiglio comunale prevista per la prossima settimana.Di convocare altresì un’INCHIESTA PUBBLICA (Strumento di consultazione previsto dal Testo Unico in Materia Ambientale– D.Lgs 152/2006), che consente un confronto ampio e democratico con la cittadinanza, supportato da esperti imparziali e competenti nelle materie in esame.


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