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CIE in Veneto? CS Bocciodromo contro Variati: "stop lager"

Di Redazione VicenzaPiù Giovedi 3 Settembre 2015 alle 23:04 | 0 commenti

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CS Bocciodromo
Il sindaco Variati, alla conferenza dei sindaci dell'Ulss 6 sul tema dei profughi, chiede la costruzione di un centro di identificazione ed espulsione in Veneto, rendendosi disponibile, se necessario, ad ospitare la struttura a Vicenza. L'Assessore alla Sicurezza Rotondi si schiera con il Sindaco per proseguire la lunga stagione dei CIE iniziata con uno dei passati governi del centrosinistra.

Noi vogliamo ricordare ai nostri due amministratori che la storia degli ultimi anni dei CIE in Italia è stata costellata di episodi terribili. La Corte dei diritti umani di Strasburgo ha più volte condannato il nostro paese per il trattamento inumano e degradante a cui i migranti rinchiusi nei CIE sono stati sottoposti. Centinaia sono state le proteste in tutte le strutture del paese per le loro pessime condizioni di vita. Da Gorizia alla Sicilia, da Milano a Roma, i migranti hanno acclamato libertà e dignità. In riposta lo stato ha offerto loro manganelli, botte e lacrimogeni. Si tratta di vere e proprie carceri da dove le persone non possono uscire, il cibo è scadente, le telefonate sono limitate e gli spazi sono ridotti al minimo vitale. Non c'è la certezza dei tempi di permanenza, si può restare in un CIE 12, 18 mesi o più a lungo ancora. Una gabbia dove si viene rinchiusi senza processo, spesso senza aver commesso alcun reato se non quello di non avere il permesso di soggiorno.

In questa epoca storica in cui centinaia di migliaia di persone che scappano da guerre e povertà muoiono nel mare o nei tir o vengono respinte da reti metalliche, bisogna scegliere da che parte stare. Noi non abbiamo dubbi, stiamo dalla parte di chi ha scelto di ricostruire la propria vita e la dignità umana in un altro luogo del mondo, perché nel suo non c'è più speranza. Non ci interessano le divisioni tra profughi e migranti economici in quanto tutti loro scappano da paesi dove la morte è sicura, sia che abbia come causa la guerra sia che si tratti di povertà, dittatura o cambiamento climatico. Quante stragi ancora dovranno accadere perché l'Europa faccia passi avanti sul diritto d'asilo? Per quanto ancora dovremmo vedere le immagini come quella del bambino siriano su una spiaggia turca?
Ci sembra contraddittorio parlare di micro-accoglienza, di inserimento dei richiedenti asilo attraverso lavori di volontariato e i corsi d'Italiano e dall'altra parte lanciare appelli a Zaia e al governo per la costruzione di un CIE che rappresenta l'esatto contrario. In base a quale criterio si sceglierà chi mandare nel CIE e chi negli alloggi messi a disposizione dalle cooperative?

Chiediamo la chiusura di tutti i centri di detenzione dei migranti e ci opporremo con determinazione a qualsiasi tentativo di apertura delle nuove strutture. L'11 settembre saremo a al Festival del Cinema di Venezia alla “marcia dei piedi scalzi”, lanciata dalle personalità del mondo della cultura, per dire che ogni migrante ha diritto all'accoglienza, qualunque qualunque siano provenienze o mete dei loro viaggi.

Leggi tutti gli articoli su: Ulss 6, Achille Variati, Cie, profughi

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