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Zaia al Comitato Schengen: “presto accoglienza sarà a cielo aperto”

Di Emma Grande Mercoledi 17 Giugno 2015 alle 15:18 | 0 commenti

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Il Presidente della Regione del Veneto Luca Zaia è intervenuto in audizione al Comitato parlamentare di controllo sull’attuazione dell’accordo di Schengen, di vigilanza sull’attività di Europol, di controllo e vigilanza in materia di immigrazione. Il Comitato era riunito a Roma a Palazzo San Macuto. Di seguito l'intervento di Zaia.

“L’immigrazione dal Nordafrica è divenuta un esodo biblico ed è stata colpevolmente sottovalutata dal governo nazionale e dall’Unione Europea, da bocciare su tutti i fronti. Tra non molto verrà saturata tutta Italia, non solo il Veneto che, con 517 mila immigrati regolari già presenti dei quali 40 mila disoccupati, e altri 50 mila irregolari stimati, lo è già. I flussi vanno bloccati, intervenendo a monte del problema, non a valle come si sta facendo, realizzando centri di accoglienza e riconoscimento in Africa: se non in Libia dove c’è la guerra civile, in altri Paesi contermini, con i quali il Governo deve urgentemente aprire il dialogo e stringere accordi. In quel caso il Veneto è pronto a mandare tutti gli aiuti possibili dove serve: sanità, medici, infermieri, medicine, protezione civile”.

Zaia ha duramente criticato l’atteggiamento dell’Europa e del governo nazionale di fronte alla situazione, ed ha ammonito a “non chiamarla emergenza, perché è nota sin dal 2011, ma nessuno ha mai inteso occuparsene seriamente e oggi tutto quello che si fa è ricevere profughi scaricati da navi di Paesi che tengono ben chiusi i loro confini, chiedendo alle Regioni di guidare con gli occhi bendati e pretendendo anche che non facciano incidenti. In questo modo il problema non si risolverà mai e a brevissimo si arriverà all’accoglienza diffusa, se tale si può chiamare: ma a cielo aperto, nelle stazioni, nei giardini pubblici, lungo le strade. In alternativa non restano che le tendopoli, senza il benchè minimo rispetto della dignità umana”.

Il Presidente del veneto ha ribadito il “no” della Regione “a nuovi arrivi in Veneto e alla realizzazione di un Hub nella nostra Regione, perché non abbiamo mai sottoscritto l’accordo del luglio 2014. Allora – ha specificato – ufficializzammo il nostro no in Conferenza dei Presidenti delle Regioni. Forse commettemmo l’errore, per comportarci da gentiluomini e non mettere i bastoni tra le ruote alle Regioni che avevano fatto scelte diverse, di non votare  esplicitamente contro in Conferenza Unificata. Annuncio sin d’ora che, però, lo faremo la prossima volta quando su mia richiesta sarà riconvocato il tavolo, perché quell’accordo, di fatto non esiste più”.

Zaia ha inteso anche “sfatare la leggenda metropolitana che la Regione abbia ricevuto 19 milioni di euro per questa partita: non avevamo e non abbiamo alcuna competenza specifica – ha precisato - quei soldi saranno andati ai prefetti, non certo alla Regione”

Il Presidente Zaia ha anche chiesto “spiegazioni ufficiali sulla notizia secondo la quale si starebbe inviando in Veneto 100 profughi dal Friuli, perché avrebbe dell’incredibile. Il Veneto – ha ricordato con forza – è attualmente tra le prime quattro Regioni d’Italia nel rapporto tra popolazione e immigrati residenti con un notevole 11%. Molte altre, compreso il Friuli, hanno un rapporto del 2-3%. Se proprio si deve accogliere si deve cominciare da quelle”. 

Quanto ai problemi di tipo sanitario, sollevati da alcuni commissari, Zaia ha ricordato che “la Regione Veneto è stata la prima in Italia ad attivare un protocollo specifico di prevenzione e profilassi sanitaria attivando le task force di tutti i Dipartimenti di Prevenzione di tutte le Ulss regionali, che si recano a visitare le persone arrivate per verificarne lo stato di salute. Quelle malate – ha detto – le curiamo tutte, perché in Veneto nessun essere umano è mai rimasto senza assistenza”.

Il Governatore ha anche ribadito che è “assolutamente necessario distinguere tra profughi e migranti economici. I dati che abbiamo in Veneto – ha riferito – ci dicono che gli immigrati più numerosi arrivano da Nigeria e Senegal, Paesi dove c’è una discreta situazione economica e non guerre e carneficine. Non è pensabile – ha aggiunto - che si possa immaginare di trasferire tutta l’Africa in Europa, ma è quello che stanno facendo se non si prenderanno decisioni concrete, coraggiose e soprattutto celeri”.

“E’ necessario – ha concluso Zaia – che Renzi prenda in mano la situazione con maggior decisione e che, come ho avuto modo di dirgli in una telefonata sabato, vengano evitate rigorosamente situazioni assurde come quelle di Eraclea e delle località turistiche in generale, che rischiano di innescare reazioni forti di tensione sociale”.   

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