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Tosi "Pronto a correre contro Zaia". Godono PD e Moretti

Di Rassegna Stampa Mercoledi 11 Febbraio 2015 alle 08:51 | 0 commenti

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di Rodolfo Sala*

Tosi candidato governatore contro Zaia. Nulla ancora di deciso, ma alla fine di una giornata convulsa, costellata di dichiarazioni di fuoco del sindaco leghista di Verona contro il segretario Matteo Salvini, è questo lo scenario che si starebbe delineando nel Veneto in vista delle regionali di primavera. E non è tanto, o non solo il tema delle alleanze a dividere i leghisti (ieri su facebook Salvini ha lanciato una sorta di referemdum interno sul dialogo ritrovato con Berlusconi, ed è stato quasi plebiscito: «Mai più con Forza Italia, andiamo da soli»).

Lo scontro è durissimo, si tratta di una lotta interna per il potere e le poltrone. Due giorni fa, alla segreteria federale convocata in via Bellerio, c'era una poltrona vuota: quella di Tosi, che neppure è stato invitato. «Vogliono farmi fuori - si è sfogato il sindaco con i suoi - e l'unica modo per uscire da questa situazione è candidarmi contro Zaia». Scontro di potere e per le poltrone. In base allo statuto della Lega, l'ultima parola sulle candidature spetta ai segretari regionali: ma Salvini e Zaia, è l'accusa di Tosi, vogliono cambiare le regole, in modo che anche per le elezioni in Veneto a decidere sia la segreteria federale. Verrebbe anche introdotto il limite tassativo dei due mandati: e siccome tutti i consiglieri regionali amici del sindaco sono alla seconda consiliatura, Tosi verrebbe fortemente indebolito, se non definitivamente emarginato. E la sua lista (quella che nel 2011 lo ha fatto rivincere a Verona con una coalizione che escludeva Forza Italia) nella competizione regionale non ci sarebbe.
Ieri Tosi ha cercato di spiegarlo così, con una dichiarazione ufficiale che mette pesantemente in discussione l'operato di Salvini: «Nella Lega ci sono patti disattesi, parole date, ma poi non mantenute; i patti prevedevano l'autonomia per ogni Regione sulle alleanze e sulle liste da presentare, non un partito "milanocentrico"». Insomma: adesso decide tutto il milanese Salvini, che sempre secondo Tosi ha anche rotto il patto stipulato quando fu eletto come successore di Maroni: Salvini al partito e il sindaco di Verona lanciato come candidato della Lega alle primarie per la premiership del centrodestra. «Il sottoscritto - ha aggiunto Tosi - nel tempo ha fatto tanti passi indietro, adesso ritengo giusto che ci siano finalmente chiarezza e verità». Il resto lo ha confidato ai suoi più stretti collaboratori: «A questo punto è molto probabile che io mi candidi alla presidenza del Veneto contro Zaia». Nei giorni scorsi, con una serie di interviste alla stampa locale, aveva già detto che la Lega in Veneto dovrebbe correre da sola: non solo senza l'Ncd (come vuole Salvini, ma non Zaia), ma pure senza Forza Italia.

*La Repubblica


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