Quotidiano | Categorie: Politica

TAV/TAC: Variati arriva in Commissione Territorio senza alcun progetto

Di Pietro Rossi Sabato 11 Luglio 2015 alle 04:37 | 0 commenti

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Si può dire tutto di Achille Variati, si può criticarlo nella gestione del Comune che amministra, il che è legittimo, ma non si può dire che il suo lavoro non lo sappia fare, sempre con il giusto grado di istrionismo. Arrivato puntuale in una Commissione Territorio gremita di cittadini che volevano sapere dell'impatto sulla città della prevista alta velocità, il sindaco ha svelato una parte del progetto che inevitabilmente cambierà il volto di Vicenza, o meglio, ha riportato il dialogo avuto con le potenti Ferrovie dello Stato.

Il risultato? Una lezione magistrale di politica e un progetto di spostamento strutturale dei lavori del canale scolmatore del Retrone verso Sant'Agostino, da proporre a RFI. Ma sulla stazione intermedia, quella di Borgo Berga, nemmeno una parola.

Il sindaco di Vicenza arriva in Commissione Territorio e mette subito le cose in chiaro: "Il rapporto dell'amministrazione non può che essere sostanzialmente con Rfi (Rete Ferroviaria Italiana, controllata da Ferrovie dello Stato, ndr) e non con il consorzio". Il "consorzio" ha un nome, Iracav Due, sotto al quale ci sono nomi dei soliti noti: Fintecna SpA, Ansaldo STS SpA, Impregilo SpA, Salini Costruttori SpA, Lamaro Appalti SpA, Astaldi SpA e Condotte SpA. Sono quelli che, guarda caso, hanno la concessione per la progettazione e la costruzione della Linea Ferroviaria ad Alta Velocità per la tratta Verona-Padova.
Un colosso, insomma, ma tanto, per il sindaco, "i contatti con i gruppi di progettazione sono rari" e quindi "Il sindaco mostra le carte quando le carte sono consegnate, non chiederò alle imprese di darmi le carte, per me sono quelle ufficiali di RFI e ad oggi documenti ufficiali di RFi non sono arrivati".
In poche parole: nulla sul progetto per i treni ad alta velocità che poi, per Vicenza e il suo dannato Monte Berico che fai fatica a toccare, diventa "Alta capacità", ma non si capisce perché la stampa li accomuna. E, con buona pace dei berici, monti o umani che siano, a chi gestisce un piccolo Comune come Vicenza "che per fortuna non si vive a Padova o a Verona", parola di sindaco, non deve interessare. «Se non avessimo avviato l'operazione entro il 31 dicembre avremmo perduto 90 milioni sul lotto costruttivo e quindi questo lotto di 360 più 90 milioni di euro non avrebbe dovuto procedere nell'ambito delle priorità, dopodiché ci si prende il tempo per discuterne». Già, ma quel tempo non è lo stesso che si è preso alla fine l'ex sindaco Hüllweck con il nuovo tribunale e con l'affaire Dal Molin? Variati ci pensa. Una parte del suo cervello sicuramente metabolizza la cosa e tra le righe sembra ammetterlo che ci prova, comunque, a contrastare i poteri forti, che va lì a sedersi al tavolo degli squali con l'abito del sindaco di provincia. «Allora ci provi lei con i suoi senatori, io sono solo un sindaco di Provincia», risponde al consigliere Ferrarin, reduce da un bagno di folla con ben quattro senatori arrivati in città a sostenere altre cause che colpiscono il popolo veneto. «L'amministrazione intende aprire una fase di consultazione con RFI - asserisce il sindaco - chi mi ha detto che la TAV/TAC è inutile è in una posizione legittima, ma io non voglio occuparmi dei discorsi generali sulle grandi opere: dobbiamo affrontare un tema, assicurare il ramo est della Trieste- Torino: questo ramo ha un nodo ed è il passaggio dei Berici e della città di Vicenza. Io intendo occuparmi di questo».
Non ci vogliono legioni di saggi e particolari capacità empatiche per capire la difficoltà di questo primo cittadino che si trova di fronte il suo personale "Dal Molin". Certo, non si tratta dei giochi tra D'Alema, Berlusconi e gli americani e l'accondiscendenza del suo predecessore che si è pure preso la licenza di presentare alla città il gioco quando il gioco era già fatto, ma parliamo comunque di un sistema Stato-Costruttori che sembra inarrestabile. Chi scrive ricorda gli occhi lucidi di Achille Variati nel vedere il nuovo tribunale sorgere violentemente a Borgo Berga e ricorda la sua dichiarazione sincera: «Questa è una ferita profonda nel cuore della nostra città».
E se nel dicembre del 2014, alla vigilia dell'approvazione del progetto in Consiglio Comuale ebbe a dire: "Una straordinaria, storica ed irripetibile occasione per la città di Vicenza di pilotare, anziché subire, una grande opera, risolvendo nel contempo alcune annose questioni e rilanciando la città nel contesto regionale", perché tanti dubbi ora quando l'opera sta venendo al pettine e i suoi cittadini gli chiedono lumi? «Da dove vengono le carte di questo nuovo progetto?», gli chiede timidamente e leggittimamente la consigliera Dovigo. E lui risponde quasi stizzito, che vengono da "colloqui con l'amministrazione". E allora, quasi che la Commissione Territorio fosse un antico Filò, srotola una mappa e spiega che Monte Berico non verrà bucato per deviare il Retrone e di conseguenza non ci sarà nemmeno una viabilità aggiuntiva sotto al Monte della Madonna. Tutto sarà spostato a nord dell'autostrada «Dove si congiunge il Retrone con la Dioma e con il Cordano, vicino a Ponte del Quarelo, nella bassa Gogna».
È lì che si può spostare il corso del vecchio Retrone per permettere poi alla ferrovia di continuare il suo lavoro. Ci sarà un canale scolmatore ma non visibile, che porterà le acque per 1300 metri in Strada della Pergoletta, a Campedello. A Sant'Agostino, invece, da dove parte il tunnel scolmatore, necessario per deviare il fiume Retrone e lasciar spazio alla ferrovia, tra casse di espansione naturali e artificiali, c'è spazio per contenere l'acqua. Bastano alcuni lavori e un'idrovora che impedisca gli allagamenti. A pagare il tutto, naturalmente, ci pensano le ferrovie «Le compensazioni di RFI arrivano solo se l'alta velocità interferisce con le inondazioni», conclude Variati. Certo, come darli torto? Ma fa sorridere che venga costruita una Stazione in una zona soggetta ad allagamenti perché così si possono avere finanziamenti per risolvere gli stessi allagamenti. Ma al di là dei proclami, quello che esce dalla Commissione Territorio non sembra essere un sindaco troppo convinto ed entusiasta, come all'inizio, del Dio che progetta la frontiera e costruisce la ferrovia.


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