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Tac Tav: di veloce in Consiglio Comunale c'è la voglia di "compensazioni", come se i treni fossero un danno. E Variati torna a svettare

Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile VicenzaPiù) Lunedi 4 Aprile 2016 alle 21:23 | 0 commenti

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Dopo la presentazioni alla stampa delle comparazioni per la Tav Tac a Vicenza, anticipata da Roma via interessi locali ai soliti amici, dopo la stroncatura mediatica delle due soluzioni più logiche e praticabili, con la stazione di Viale Roma al centro del progetto con o senza secondo scalo in Fiera, in questo caso solo di servizio, stroncatura rabbiosa e basata anche su dati stravolti sulle fermate a Vicenza dei convogli della linea ad Alta capacità / Alta Velocità, oggi Achille Variati ha introdotto i tecnici di Italferr RFI e quelli "comunali" di Polinomia (incaricati dello studio delle soluzioni di mobilità urbana) per far illustrare le varie varie soluzioni che "bocciano" per motivi soprattutto economici e di tempi di realizzazione la nuova mega stazione in Fiera con stop per i treni SFMR a Borgo Berga dopo aver addirittura deciso di non valutare, in quanto contraria alle politiche aziendali, l'ipotesi che riduceva Viale Roma a scalo secondario di quella in Fiera.

Consiglieri e pubblico in Sala Bernarda per la Tac TavAchille Variati aveva promosso a fine 2015 l'ipotesi dell'accoppiata Fiera più Borgo Berga, oggi perdente  per motivi di costo ma soprattutto, anche se RFI non lo dice dopo averlo premesso per l'altra soluzione senza Viale Roma come stazione principale, per non prevedere una stazione principale in centro città).

L'aveva promossa per non perdere, dice lui,  il... treno dei finanziamenti da mettere in preventivo a livello nazionale, ma, ora, dovendo gestire il concreto, cioè i malumori di una parte rumorosa dei cittadini, il rischio idrogeologico crescente e gli interessi, con cui, volente o nolente, deve confrontarsi dal 2008, sta provando a mediare tra i rischi civici e ambientali e quello di dover cozzare con interessi locali a cui far digerire il rospo del business inferiore.

Ci sta riuscendo?

Sembra di sì.

Per l'atteggiamento nell'odierno Consiglio Comunale (di cui vi riferiremo a breve in dettaglio, ndr) delle opposizioni di centro destra, storicamente più vicine a quegli interessi ma che si limitano di fatto a rimproverare a Variati il suo, apparente, flop politico per la scelta bocciata della coppia di stazioni in Fiera e a Borgo Berga.

Ma ancora di più, per la sterzata netta del quotidiano con sede a viale Fermi ma con testa a Palazzo Bonin Logare: se prima il suo era un fuoco alzo zero contro il sindaco nonchè presidente della Provincia di Vicenza, forse l'unico potere decisionale oggi reale a Vicenza dopo lo sfaldamento del sistema bancario confindustriale intorno a Gianni Zonin, oggi le sue pagine erano tutte protese a evidenziare i 200.000.000 di euro di lavori prevedibili per le compensazioni.

E quì si torna alla convergenza tra centro destra e il mondo degli schei quando, dopo le osservazioni più tecniche e convincenti, anche se spesso autoreferenziali di Claudio Cicero, Michele Dalla Negra, di vecchie frequentazioni del mondo di Lia Sartori, fa suo il "titolo" del GdV e afferma netto: "ora sarà importante trattare sulle compensazioni perchè non siano insufficienti come quelle per la base Usa".

Omettendo di considerare, forse, che se la nuova installazione militare, comunque voluta nel modo in cui è stata realizzata soprattutto dal settore conservatore ha determinato notevoli danni idrogeologici alla città, rendere Vicenza più collegata col resto del mondo grazie a 37 coppie di treni più veloci (o almeno meno lenti come ironizzava Cicero) rispetto alle attuali 22 non dovrebbe essere un danno da compensare ma un obiettivo da perseguire.

E a quell'obiettivo Variati puntava a fine 2015 magari, anzi sicuramente esagerando ma potendo oggi dire che ce la sta facendo e che, con la sua solita magia politica rumoriana, che anche l'ex assessore forzista gli ha riconosciuto sia pure con un "do minore", lo sta raggiungendo anche a prezzo di accettare la vittoria parziale della sua visione di città e di territorio, inizialmente troppo vicina al bene di una parte e ora convertita in toto al bene comune, compensazioni incluse.

Chi si accontenta...


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