Sequestro intera area lottizzazione abusiva Borgo Berga, i comitati chiamano in causa per ritardi e inadempienze Cappelleri, Rosini, Tirapelle...
Sabato 25 Febbraio 2017 alle 19:23 | 0 commenti
In relazione alla richiesta avanzata dalla Procura di sequestrare l'intera area oggetto della lottizzazione abusiva di Borgo Berga, richiesta respinta dal GIP e ora all'attenzione del giudice del riesame, rileviamo, scrivono nella nota congiunta che pubblichiamo, Legambiente, Italia Nostra, Comitato contro gli abusi edilizi, che:
1. La richiesta di sequestro, con conseguente stop ai lavori edilizi, arriva in ritardo di due anni. Nel marzo del 2015 il Corpo Forestale dello Stato, a conclusione della sua relazione, aveva infatti chiesto al procuratore Antonino Cappelleri di sequestrare l'intera area di Borgo Berga, Tribunale compreso "per interrompere le conseguenze antigiuridiche del reato". A quella data solo il Tribunale e il supermercato erano agibili. Da allora ad oggi, il lottizzante abusivo ha avuto mano libera per completare, vendere o affittare una parte degli edifici. A mesi si insedierà l'Agenzia delle Entrate e denari pubblici finiranno in tasca del "lottizzante abusivo".
2. Il Procuratore non ha finora posto sotto indagine nessuno dei firmatari degli illegittimi permessi di costruire e di coloro cha ancora gestiscono illecitamente la pratica edilizia di Borgo Berga. Non solo il dirigente dell'edilizia privata non sanziona l'abuso edilizio, ma rilascia impunemente nuove autorizzazioni, da ultima quella che campeggia ora sul nuovo cartello di cantiere. E questo nonostante lo stesso GIP, nell'ordinanza del novembre 2015, affermasse che tutti i permessi di costruire rilasciati e da rilasciare nella lottizzazione di Borgo Berga fossero illegittimi.
3. Ad aggravare la situazione, alquanto surreale, ricordiamo che il Comandante della polizia locale Cristiano Rosini e il dirigente del SUAP (Sportello unico edilizia privata, attività produttive e commercio) Maurizio Tirapelle hanno ignorato, nonostante le numerose denunce, la decadenza del permesso di costruire, permettendo che lavori privi di autorizzazione continuassero indisturbati per ben due anni.
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