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Rui (PRC): parola a Torri sulla Tav e ai Sinti sull'eccidio a Vicenza dei 10 martiri

Di Emma Grande Martedi 11 Novembre 2014 alle 15:19 | 0 commenti

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Irene Rui, segretaria del Circolo “Carlo Giuliani” di Rifondazione Comunista Vicenza sezione nordest e  anche responsabile del PRC Vicenza delle politiche delle minoranze ci manda due riflessioni: la prima sull'incontro tra il Presidente della Provincia Achille Variati e i comuni interessati dal passaggio della Tav "Et voilà la Tav passerà per Torri tutti contenti, più o meno” e l'altro dando "parola ai Sinti" sulla rappresaglia di dieci partigiani l'11 novembre di 69 anni fa a Vicenza.

11 novembre di 69 anni fa, a Vicenza, vicino al ponte ferroviario detto “dei marmi”, distrutto, da un attentato dei partigiani guastatori di Plirici, nei pressi della CotoRossi, dove si era costituita una delle cellule partigiana, grazie a Maria Bubbola e Olimpia Menegati, la dittatura tedesca, per rappresaglia, trucida dieci partigiani. Quattro di questi dieci martiri sono sinti: Catter, Festini, Mastini e Paina, chissà se l'Amministrazione Comunale si ricorderà nella consueta orazione che farà il 15 novembre (?). I 10 partigiani furono prelevati dal carcere di Padova e trasportati con un furgoncino a Vicenza sino alla Stazione, lì ben che, soprattutto i quattro sinti avessero subito ben tre passaggi sotto tortura, furono di nuovo umiliati, difronte ad una folla costretta, e picchiati, dopo di che costretti a trascinarsi malconci sino in via dei 10 martiri, li fatti salire uno alla volta e posizionati a nei pressi del canneto di confine con la CotoRossi, furono ammazzati. Questo al fine sia che ognuno di loro sentisse le urla del compagno sotto i colpi sia, in modo che alla CotoRossi si sentisse, la risposta dei tedeschi all'attentato dei partigiani.

QUESTO era il ieri, oggi a distanza di anni notiamo che a parte il consueto rituale dell'Amministrazione viene a mancare il rispetto per questi partigiani e i loro parenti. Mentre a 68 anni dalla fine del secondo conflitto mondiale, Vicenza ha dato praticamente le chiavi della città agli alleati americani che l'hanno più volte ferita (si ricorda la prima incursione nel Natale del 1943), ai parenti dei quattro martiri che hanno dato la vita per la sua liberazione, e risiedono in Viale Cricoli, non porta nemmeno rispetto. Non consegna nemmeno un'area vivibile dal punto di vista civico e sociale. Nell'area in cui l'Amministrazione presa alle strette col finanziamento dello stato, ha eseguito infatti la manutenzione riducendola fortemente, le famiglie saranno ammassate l'una sopra l'altra con le case a distanza di due metri l'una dell'altra, e poiché i lavori sono stati eseguiti a regola d'arte, gli allacciamenti ai servizi domestici (fogna, elettricità e acqua), dovranno essere eseguiti dalle stesse famiglie, con tubi e cavi che passeranno a cielo aperto negli stretti corridoi davanti all'entrata delle case, costituendo un pericolo per le persone, ma soprattutto bambini ed anziani.

Si chiede chi garantisce che i lavori siano stati eseguiti a regola d'arte, dal momento che a quanto sembra il progetto di sistemazione depositato, discusso ai tavoli e consegnato alle rispettive famiglie, è stato disatteso con diverse varianti in corso d'opera, concentrando i servizi in zona centrale e non ai lati per ricavare più spazio per la disposizione delle case. Si chiede l'intervento dell'autorità ministeriale, del Viminale e di conseguenza del prefetto che doveva vigilare sul buon investimento del finanziamento al fine che verifichi non sulla carta, ma nel posto come è stato speso il contributo.

Si chiede l'intervento dei vigili del fuoco al fine di avere la conformità anti-incendio dell'area, visto che i parametri di distanza non sono rispettati, non bastano due cancelli verso l'argine, se non ci sono percorsi sufficientemente ampi e sgomberi da barriere di varia natura, per mettere in salvo un centinaio di persone, tra cui anziani con difficoltà di deambulazione e bambini.

Si chiede rispetto umano, e che il richieste di modifica al regolamento dell'area, presentate dai residenti, non siano cassate, ma accolte dimostrando un atto di civiltà e di rispetto per un popolo che ha contribuito alla nascita della nostra Repubblica.

L'applicazione dell'attuale regolamento è discriminatorio e se da un lato risolverebbe la questione del posto nell'area non sufficiente per tutte le famiglie, dall'altro produrrebbe molti sfollati che si aggiungeranno agli altri in giro per la città. Eppure per risolvere la questione basterebbe che l'Amministrazione comunale rinunciasse al compenso di AIM per il pezzo di corte non utilizzata, ove sono provvisoriamente alloggiati in questo momento. In questo caso non si parla di questione tecnica, ma di quella volontà politica che questa Amministrazione non ha mai avuto.

 

L'Amministrazione Comunale di Torri di Quartesolo al tavolo convocato dal Sindaco, Presidente della Provincia Achille Variati, ha espresso, a quanto sembra dalla cronaca, la sola preoccupazione per il passaggio della linea TAV nel suo territorio, la perdita di qualche parcheggio nei pressi della stazione Lerino. Sembra che non si sia minimamente preoccupata per le problematiche ambientali, idrogeologiche e urbanistiche dell'opera; non si sia posta la questione del peso che avrà sui cittadini l'opera di cantierizzazione, e come sarà presa la questione da chi dovrà rinunciare alla sua casa. No tutto questo non ha interesse, i parcheggi si.

Chiediamo al Sindaco Ferretto e ai suoi consiglieri, nonché assessori, nonché alla vicesindaco Poli, che hanno basato la loro campagna elettorale nel rispetto e nella tutela dell'ambiente e del territorio, per cui sono anche stati eletti e poiché avevano dichiarato la loro contrarietà all'opera, indicano un'assemblea pubblica a breve termine per informare i cittadini sulla loro loro posizione a riguardo della TAV e sul preliminare o bozza di progetto, se ne esiste uno.


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