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Forma Veneto: i candidati promettono sostegno alla formazione professionale

Di Redazione VicenzaPiù Mercoledi 20 Maggio 2015 alle 16:45 | 1 commenti

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Forma Veneto resoconta il confronto con i candidati presidenti regionali

Una legge che ne riconosca e valorizzi il ruolo, una programmazione triennale che dia continuità ai percorsi per i ragazzi e ancora la certezza di risorse a garanzia di un servizio pubblico. È quanto chiede a gran voce il sistema della formazione professionale - i cui maggiori enti sono riuniti nel coordinamento Forma Veneto - che oggi ha incontrato alcuni dei candidati presidenti regionali al centro “Ottorino Zanon” di Vicenza.

Intervenuti Flavio Tosi e Jacopo Berti, accanto a loro il candidato consigliere Stefano Fracasso, delegato dalla candidata Alessandra Moretti.

Per loro le sollecitazioni si sono concentrate su alcuni nodi e criticità oggi cruciali che, ancor più in questo momento di crisi, stanno mettendo a dura prova tanti degli enti formativi presenti capillarmente nella nostra regione e a rischio gli stipendi di molti lavoratori. Mentre si attende la prossima seduta di questa giunta regionale, che domani “dovrebbe” portare in approvazione il bando per l’anno formativo 2015-2016, nonché lo stanziamento dei richiesti 40 milioni di euro (cifra che andrebbe almeno in parte a colmare i 60 milioni di debito residuo della Regione Veneto verso gli enti), il mondo della formazione professionale chiede alle diverse forze politiche di dichiarare i propri intenti in materia e di illustrare il proprio impegno concreto a suo sostegno.

 

Oggi i percorsi di Istruzione e formazione professionale (IeFP), cioè il segmento della formazione che si rivolge ai ragazzi in uscita dalla scuola secondaria di primo grado (scuola media inferiore), nella nostra regione sono scelti dal 12% dei giovani, ossia oltre 20mila. Contribuisce in modo incisivo a combattere la dispersione scolastica e garantisce che il 70% dei suoi giovani studenti trovi occupazione a un solo anno dalla qualifica.

 

Al centro del dibattito, dunque, la richiesta d’impegno rivolta al futuro governatore - ma anche ai consiglieri eletti per i diversi schieramenti - a porre tra le priorità del proprio mandato l’approvazione di una nuova normativa per la IeFP, favorendo in tempi brevi l’avvio della discussione sulla proposta di legge che porta la firma della stessa associazione. Da tempo, infatti, il quadro normativo regionale di riferimento (in vigore dal 1990) non risponde più alle mutate esigenze del mondo economico-produttivo: un paradosso se si considera che il sistema della formazione professionale veneto è indicato a livello nazionale e comunitario come modello eccellente. Per questo Forma Veneto - che comprende tutti i maggiori enti che si ispirano alla dottrina sociale della Chiesa (EnAIP Veneto, Cnos-Fap Veneto, Ficiap Veneto, Cif Opere assistenziali, Ciofs Fp Veneto, Dieffe, Irigem, Opera Monte Grappa) - ha deciso di avanzare una propria proposta di disegno di legge regionale di iniziativa popolare, promuovendo in questi mesi una serrata campagna di raccolta firme in tutte le province. Tutti e tre gli interlocutori intervenuti hanno promesso sostegno alla proposta di legge.

 

Primo a intervenire FLAVIO TOSI, che ha evidenziato: «Grazie alle realtà del privato sociale impegnate ogni giorno su questo fronte, la formazione professionale è uno strumento importante di sussidiarietà per un segmento dell’istruzione che le istituzioni pubbliche non riescono a garantire. Perciò deve entrare tra le priorità del governo regionale, accanto alla sanità, ai trasporti, alle infrastrutture, al sociale…, e come priorità, alla pari delle altre, deve avere garantite una programmazione a lungo termine e risorse certe e continue».

 

«Finora è chiaro che la Regione Veneto non ha considerato la formazione professionale come un’alleata per portare il Veneto nel terzo millennio, e ciò ha a che fare con una visione del Veneto» ha esordito nel suo intervento STEFANO FRACASSO, che ha fatto riferimento anche alla questione dei ritardi di pagamento agli enti da parte della Regione: «Non capisco perché per la formazione professionale esista un problema di patto di stabilità, addotto come motivazione dei ritardi, e questo non valga per gli oltre dieci milioni dati a due-tre pseudo cooperative per inserimenti di persone svantaggiate che non ci sono in realtà mai stati».

 

Infine JACOPO BERTI ha detto: «Nella nostra visione della società di domani è fondamentale la centralità della persona: nessuno deve rimanere indietro, solo così possiamo ripartire. La bontà del vostro lavoro si tocca con mano nelle famose eccellenze che rendono grande il Veneto nel mondo. Ed è qui che dobbiamo investire: sulla formazione di coloro che saranno i professionisti e gli artigiani di domani, risorse preziose per il nostro territorio e la nostra competitività».

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Commenti

Inviato Mercoledi 20 Maggio 2015 alle 17:28

CFP erano Centri di Formazione Professionale servono solo ai docenti che vi insegnano. Per impare una professione, a mio giudizio; meglio sarebbe l'apprendistato gestito dalla Confindustria, Confcommercio, Confartigiato che dovrebbero assumersi la RESPONABILITA' di prepare giovani es. saldatori, tornitori, e collocarli subito nel lavoro! Invece anchi qui, come nella scuola...normale..si parla delle difficoltà dei docenti ad avere lo stipendio. In alcune Regioni milioni di € sono svaniti nei ...vari corsi di formazione. Ancora una volta la gestione di questi Enti è di natura PARTITICA e non offre nessuna sicurezza agli studenti, perchè il mondo Industriale è ormai lontano da questa educazione al lavoro. A quando una revisione dell'intero sistema FORMATIVO?
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