PCd'I Veneto: messaggini e letterine, la voce del governo
Giovedi 6 Agosto 2015 alle 16:25 | 0 commenti
Nota di Giorgio Langella, PCd'I Veneto
Il 4 agosto è stata approvata dai senatori la riforma della Pubblica Amministrazione con maggioranza compatta, come esulta l'informazione vicina al governo (anche se i voti favorevoli sono stati 145, ben al di sotto del 50%+1 dei senatori totali ... l'approvazione, quindi, è avvenuta solo grazie alle opposizioni che hanno garantito il numero legale).ÂA prescindere che nella legge ci sono alcune norme che possono rivelarsi alquanto pericolose, secondo le quali, come riporta “Il sole 24oreâ€, "le amministrazioni che si occupano di tutela paesaggistica e salute dei cittadini avranno 90 giorni di tempo tassativi per rispondere prima che scatti il “silenzio assenso†- in caso di contese tra amministrazioni centrali sui nulla osta sarà direttamente il premier, dopo una passaggio in Consiglio dei ministri, a decidere; saranno tagliati fino al 50% i termini per la chiusura delle procedure che riguardano opere di interesse generale o l’avvio di insediamenti produttivi (il regolamento di delegificazione forse più atteso dalle imprese)", la cosa più irritante è il solito, arrogante e inutile tweet del presidente del consiglio. Matteo Renzi, infatti, ha scritto via twitter: “Un altro tassello: approvata la riforma PA #lavoltabuona un abbraccio agli amici gufiâ€.
Ce ne dobbiamo rendere conto, l'Italia (la nostra povera Italia) è comandata da personaggi da operetta (lo è da tantissimo tempo, ahimé), guitti di un penoso avanspettacolo, che pensano di risolvere i problemi con la propaganda più insulsa, con un messaggino che ritengono spiritoso, qualche insulto, molte falsità e la distruzione della Costituzione, dello stato sociale e dei diritti dei lavoratori.Basta leggere l'articolo uscito sull'Unità on-line il 4 agosto o la “lettera ai parlamentari prima delle ferie†scritta da Renzi e pubblicata nel sito nazionale del PD il 5 agosto per capire come siamo messi.Le dichiarazioni del guitto fiorentino sulla "riforma del lavoro" che "ci è costata scioperi" (quali? chi si è accorto di una mobilitazione promossa dai maggiori sindacati e degna di questo nome?) e sulla strepitosa crescita dell'ultimo anno (“guardate dove eravamo un anno fa e dove siamo adesso†o “i consumi tornano finalmente a crescere, i posti di lavoro aumentano … detta in modo semplice: l'Italia sta meglio di un anno faâ€) sfiorano il ridicolo e descrivono una realtà inesistente soprattutto per quei milioni di cittadini che sopravvivono in una situazione che diventa sempre più drammatica.
Si leggano gli ultimi dati ISTAT, che vengono riportati in tabella, e apparirà chiaro come le affermazioni di Renzi siano assolutamente false.
| 2014 | 2015 | Differenza (2015-2014) |
Forza lavoro | 24.485.000 | 25.530.000 | + 45.000 |
Occupati | 22.337.000 | 22.297.000 | - 40.000 |
Disoccupati | 3.148.000 | 3.233.000 | + 75.000 |
Tasso di disoccup. generale | 12,40% | 12,70% | + 0,30% |
Tasso di disoccup. giovanile | 42,30% | 44,20% | + 1,90% |
Indice produzione industriale (dati destagionalizzati) | 91,7 | 91,4 | -0,43% |
Infine, un capoverso nella lettera ai parlamentari della maggioranza diventa emblematica. Scrive Renzi: “Il futuro dei nostri figli è nelle nostre mani, care parlamentari, cari parlamentari. Possiamo fare come fanno i nostri oppositori: urlare soltanto, abbaiare alla luna, gridare nei talk show. Oppure rimboccarci le maniche, non cedere al piagnisteo e cambiare ciò che va cambiato, restituendo fiducia, trasmettendo speranzaâ€.
Scritta da uno che appare molto frequentemente in vari spettacoli televisivi, che fa battute e parla per slogan, che fa promesse annunciando un futuro radioso che, per i lavoratori e i pensionati, tarda ad arrivare, queste frasi suonano come una presa in giro. Per Renzi preoccuparsi e protestare per la realtà che i cittadini sono costretti a vivere ogni giorno è un “piagnisteoâ€, un atteggiamento da “gufiâ€. E quando parla del “futuro dei nostri figli†con tutta probabilità si riferisce ai figli dei parlamentari ai quali scrive. Figli che, visto il compenso dei genitori, possono dormire sonni tranquilli e aspettarsi un futuro sereno. Il futuro dei figli di chi vive del proprio lavoro, invece, è diventato sempre più precario e non è certo nelle mani di quel popolo al quale, secondo il primo articolo della Costituzione, appartiene la sovranità nazionale ma che, grazie alle “riforme†istituzionali ed elettorali imposte dal governo Renzi, diventerà un semplice spettatore sostanzialmente inutile formato da una massa di sudditi.
Avere alla guida di un governo di incapaci ipocriti, un propagandista fanfarone quale Renzi si dimostra non è, certamente, qualcosa di cui vantarsi o che può infondere fiducia e trasmettere speranza.
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