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Morte operatori ecologici, Cgil: non è incidente, condizioni di lavoro pesanti

Di Emma Grande Giovedi 23 Luglio 2015 alle 18:37 | 0 commenti

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Di seguito pubblichiamo la lettera congiunta dei segretari della Funzione Pubblica della Cgil di Vicenza e Padova sull'incidente stradale, ma embra un vero e proprio incidente sul lavoro, avvenuto a Campiglia dei Berici due giorni fa. Sinistro in cui sono morte purtroppo due persone: uno dei due stava lavorando come operatore ecologico per un'azienda che si occupa di raccolta e smaltimento di rifiuti solidi urbani nella zona.

Ancora una volta le cronache dei giornali si riempiono di morti sul lavoro nel settore dell'igiene ambientale. Non più di 10 giorni fa un altro lavoratore, di un altra ditta in provincia di Padova che ha in appalto la raccolta dei rifiuti,  ha subito gravi danni ad un braccio rimasto incastrato in un macchinario durante la fase di lavaggio dei cassonetti.

Quello di ieri le cronache lo classificheranno come un incidente stradale che una tragica fatalità ha voluto coinvolti due lavoratori dello stesso settore.

Chi segue questo settore  non può fare a meno di pensare ad una tragedia annunciata. Fare l'operatore ecologico oggi in Italia è più pesante di un tempo: ai carichi, alle polveri, ai movimenti ripetuti, al rischio biologico, si è aggiunta una forte intensificazione del lavoro.  

La raccolta differenziata, spinta dalla domanda ambientale, per non fare esplodere i costi è stata scaricata sulle spalle dei lavoratori, mantenendo invariato il numero degli addetti a fronte di un lavoro che si è per lo meno quadruplicato.

Le cifre dell'Inail, impietose, registrano un aumento vertiginoso di infortuni da sforzo e movimenti ripetuti.

Il costante ed il continuo taglio delle risorse agli enti locali ha di fatto legittimato un sistema degli appalti basato essenzialmente sul massimo ribasso.

Il tutto si traduce con ritmi di lavoro sempre più alti per contenere i costi, e quindi un esposizione a rischi sempre più elevati dei lavoratori di questo settore.

Molti degli infortuni diventano poi in lesioni permanenti che con l'aumentare dell'età degli addetti rendono sempre più rischiosa l'attività giornaliera.

Tutte queste considerazioni vanno poi correlate alle ultime riforme pensionistiche, infatti avremo netturbini che dovranno lavorare fino a 67 anni. Già ora l’età media è di 45 anni.

Per questo l'incidente di ieri non può essere classificato solo come incidente stradale o semplice distrazione.

Sarebbe interessante verificare le ore settimanali medie dei due lavoratori, le tabelle di marcia che in qualche caso impongono agli autisti una velocità ai limiti del codice della strada. Sarebbe interessante sapere quante volte è sceso e risalito l'addetto alla raccolta.

È legittimo infine immaginare che con le temperature di questi giorni, le condizioni di lavoro siano notevolmente peggiorate con conseguente aumento del rischio di perdita di attenzione o svenimenti.

Sono considerazioni scomode, lo sappiamo,  ma la normalità dovrebbe consentire a tutte le lavoratrici ed i lavoratori di ritornare a casa alla sera.

Gli inquirenti e gli enti di competenza chiariranno la dinamica dell'incidente, come CGIL FP non possiamo che esprimimene  il nostro cordoglio alle famiglie di Carlo Albanese e Daniele Mestriner, con l'auspicio che simili tragedie e non si ripetano e che la sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori diventi una priorità per tutti. 

FP CGIL PADOVA       FP CGIL VICENZA

  Enrico Ciligot                Agostino Di Maria


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