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Luca Zaia, il re dal basso profilo eletto dai media prima del voto

Di Pietro Rossi Sabato 23 Maggio 2015 alle 19:28 | 0 commenti

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Prima parte sui candidati presidenti in Veneto che comprenderà profili elettorali e analisi sui programmi.

Chi si ricorda i tempi del Cavaliere quando dopo una sparata di ogni tipo e dimensione, il suo consenso aumentava. E chi si ricorda l'armata di fuoco dei sui giornali. Altri tempi, tempi in cui l'Italia, trasformata in un gigantesco bar sport, si avviava verso il declino oggi più che visibile. I tempi sono cambiati, ma non vuol dire che siano migliorati. Nella corsa alle Regionali venete sono cambiate anche le strategie. Meno sensazionalismo, se non costruito a forza, perché mica si può farne a meno, e più notizie in cui manca l'evidenziatore sui programmi dei candidati e sulle loro soluzioni.

Beninteso, gonfiati o meno che siano, i programmi sono scritti, ma quasi nessun giornale si è preso la briga di verificarli nel dettaglio, di assolvere o destrutturare le cose fatte o di fare domande precise - dati alla mano - per verificare se le promesse siano sostenibili per trasformarsi in realtà oppure siano destinate a restare tali.
E se tale lavoro è stato fatto è sepolto nei meandri della rete. Per l'elettore sono importanti i bocconcini, le gaffe, le dichiarazioni bufala su cui pompare. Oppure i confronti all'"americanata" con tanto di voto dei telespettatori, in cui argomenti fondamentali per una comunità obbediscono alla legge del cronometro e del contradittorio - ovvio - tra candidati. Ecco quindi la cronaca recente della volata finale verso le elezioni regionali 2015. Cominciamo da un Luca Zaia che ha adottato la strategia del basso profilo e che, diamogli merito , non nasconde la sua faccia da contadino istruito, scarpe grosse e cervello fino, e nemmeno il gel anni '90 da ex studente di agraria in birreria il sabato sera. Uomo prudente dalle idee leghiste ma in qualche modo sempre moderate, che ha radunato nella sua lista e in quelle che l'appoggiano un po' di tutto: ex-fascisti, ex- berlusconiani, nuovi forzisti e nuovi indipendentisti nonché lobby di vario genere, da quella dei cacciatori a quella del cemento, un carrozzone ad hoc per arginare il dissidente Flavio Tosi e sopratutto per sconfiggere la giovane ed esuberante Alessandra Moretti.
Prima di parlare di quest'ultima (lo faremo in un prossimo articolo) è necessario sottolineare che lo spazio sui media - a parte quelli "amici" dediti alla crocifissione sistematica dell'avversario, che è un bonus acquisito - Zaia se l'è conquistato non apparendo per le sue frasi ma quasi per magia perché considerato e coccolato da tutti come il presidente con la vittoria in tasca. Uno che rassicura, senza andare a scavare più di tanto su quello che ha fatto e non ha fatto. E su quello che farà basta qualche parolina rassicurante su sanità e immigrazione. I giornali nazionali sono concentrati sui boati di Salvini e quelli locali si sono scoperti improvvisamente "maschi veneti", tanto la sua vittoria è scontata. E cosucce come i rapporti di alcuni ex-componenti della sua Giunta (come un certo Chisso) con Giancarlo Galan e alcune faccende non del tutto chiarite su quello che è il grande nodo della Regione Veneto, la sanità, sono come andate in secondo piano, sparite dalle cronache.
Insomma, per la stampa ormai è tutto sistemato con il "voting" dei telespettatori del confronto di ieri su Sky, con quattro candidati (perché solo 4 visto che sono 6?) in cui si può dire qualsiasi cosa, tanto nessuno ha le carte in mano per contraddire, a parte gli stessi candidati che uno, con l'altro, sono impegnati a portare avanti la propria battaglia. Zaia vince, certo, perché sulla sanità basta dire che è "un comparto che non applica ticket regionali, l'irpef regionale e che ha abbattuto le liste di attesa per visite ed esami"; sull'indipendenza che "voterebbe sì al referendum" e sulla sicurezza - tema molto cara ai Veneti che a volte immaginano di vivere nel bronk cinematografico - che "butterebbe via la chiave". Bravo bravo Luca, così si fa, sembrano dire la maggioranza degli elettori veneti - precisamente il 42% secondo i sondaggi che arrivano di Bruno Vespa. Sta di fatto che il basso profilo ha pagato in un mondo dove l'informazione da in pasto quei sondaggi oppure elaborazioni di comunicati stampa o cifre da campagna elettorale non troppo approfondite o cronache di visite in questa o quella eccellenza veneta o promesse strabilianti che nessuno ha verificato. Diverso, certo, dalle presunte o vere gaffe di Alessandra Moretti e dalle cronache del malcontento che lei si porta dietro persino dai suoi, o dalle notizie degli insulti su twitter. Bocconcino prelibato per i social e la stampa, Alessandra Moretti. Anche il suo programma, per motivi diversi, è passato in secondo piano come quello di Luca Zaia. È la stampa, bellezza.

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