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L'impegno di Vicenza per poveri e 257 prostitute in strada: "più facili da aiutare contro lo sfruttamento"

Di Edoardo Andrein Martedi 30 Settembre 2014 alle 14:31 | 0 commenti

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Un progetto contro la povertà estrema e lo sfruttamento sessuale. Il Comune di Vicenza ha stanziato 25 mila euro contro prostituzione e 15 mila per le situazioni di povertà estrema. L'assessore alla famiglia Isabella Sala ha illustrato la parte socio sanitaria, mentre per la questione sicurezza ha parlato l'assessore specifico Dario Rotondi. 

"Sono 257 persone le persone che si dedicano alla prostituzione - ha spiegato Sala - e tramite l'unità di strada sono state fornite informazioni per la prevenzione sanitaria e la possibilità di uscire dalla tratta, sono ragazze giovani tra i 20-25 anni provenienti soprattutto dall'Est Europa e con una forte mobilità sul territorio europeo. Un fenomeno quello dello sfruttamento della prostituzione in strada che si riesce a controllare di più in strada rispetto a chi lo pratica in appartamento".
Una situazione confermata anche dall'assessore Rotondi, il quale cita anche un'indagine della cooperativa Mimosa che ha quantificato in 500 le prostitute che particano all'interno di abitazioni in provincia di Vicenza.
"Il problema fondamentale è al residence Campiello - spiega Rotondi - dove le prostitute non sono libere ed è più difficile spostarle e in viale Verona dove ci sono quelle che abitano lì, adescano sulla strada e poi vanno in casa. Le prostitute comunque - conclude l'assessore - non considerano un fatto negativo la presenza di uno sfruttatore, perchè sono abituate in questo modo".
E Rotondi lascia intendere che per risolvere il problema a Vicenza i tempi saranno lunghi.
 
Comune di Vicenza - “I fondi regionali si riducono di anno in anno al punto che oggi possiamo contare su un decimo dei finanziamenti di dieci anni fa, ma in un periodo di forte crisi economica e di grande disagio sociale è doveroso continuare ad investire risorse ed energie per aiutare chi è in stato di povertà estrema o è vittima di sfruttamento sessuale”.
Per l'assessore alla comunità e alle famiglie Isabella Sala, che oggi ha presentato alla giunta il rendiconto del quarto progetto S.P.Es. (Sfruttamento Povertà Estrema), quella dell'unità di strada resta la formula vincente per avvicinare senzatetto e prostitute, avviare un dialogo, offrire informazioni sulla prevenzione sociosanitaria e la proposta di cambiare vita.
Per quanto riguarda la prostituzione su strada, grazie a un contributo regionale di 25 mila euro a cui il Comune ha aggiunto altri 9 mila euro, da settembre 2013 a giugno 2014 sono state contattate 257 persone (208 donne e 49 transessuali), alcune più volte, per un totale di 1016 colloqui. 69 persone sono state accompagnate in strutture sociosanitarie per un totale di 227 accompagnamenti. Tre donne e un transessuale sono stati strappati allo sfruttamento e sono entrati in percorso protetto lontano dalla strada.
“Oltre che aiutare concretamente queste persone soprattutto nel campo della prevenzione sociosanitaria – ha dichiarato oggi l'assessore Sala – le unità strada svolgono una fondamentale attività di monitoraggio che ci consente di conoscere l'evoluzione di un fenomeno che al contrario sul fronte della prostituzione in appartamento ci sfugge del tutto”.
I dati rilevano che le prostitute che esercitano sulle strade della città provengono in gran parte dall'Est Europa (154), in particolare dalla Romania, mentre 39 sono dell'Africa Occidentale. I transessuali sono tutti originari dell'America Latina.
Si tratta in gran parte di giovani tra i 18 e i 25 anni, a bassissimo grado di scolarità, con una percezione dello sfruttatore non come persona da cui fuggire, ma come “protettore”. E non sentono nemmeno il bisogno di conquistarsi il permesso di soggiorno previsto per chi esce dalla tratta, essendo già in maggioranza cittadine europee.  
In questi mesi le unità di strada hanno svolto un ruolo importante anche nell'informare prostitute e clienti delle zone “libere” da sanzioni. “Il processo di spostamento del fenomeno dalla zona di viale Verona e viale San Lazzaro a quella industriale – ha detto a questo proposito l'assessore alla sicurezza urbana Dario Rotondi - procede abbastanza bene. Permangono difficoltà collegate alla residenza delle ragazze che, esercitando in appartamenti come quelli del Campiello, adescano i clienti lungo quella via e non si adeguano all'obbligo di spostarsi. Del resto la pressione del protettore che impone loro di operare in quel modo è molto forte e rende difficile anche la sola raccolta delle informazioni da parte delle unità di strada”.
Il progetto S.P.Es. è attivo inoltre nel campo della povertà estrema dove a fronte di una spesa comunale di 348 mila euro, che comprende anche la gestione dell'albergo cittadino, la Regione stanzia circa 19 mila euro.
“La perdita del lavoro associata alla mancanza di relazioni familiari e sociali – ha detto in merito l'assessore Sala – ha prodotto un aumento delle nuove povertà. Si tratta soprattutto di adulti single, ma anche di famiglie con minori, sempre più spesso italiani, che è necessario aiutare in particolare sul fronte dell'emergenza abitativa”.
Da settembre 2013 a giugno 2014 sono state 133 le persone accolte negli asili notturni e 20 quelle ospitate nei cosiddetti “appartamenti di sgancio”. 153 soggetti sono stati accompagnati ai servizi sociali, 23 ai servizi sanitari, 7 hanno usufruito di consulenze legali, 17 hanno potuto intraprendere percorsi personalizzati, 2 hanno usufruito di borse lavoro.


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