Lega Nord, lettera al Prefetto Soldà: “muro” contro i profughi
Mercoledi 15 Luglio 2015 alle 16:35 | 0 commenti
La Lega Nord Vicenza rende nota la "contro-lettera" al prefetto
Netta presa di posizione della Lega Nord della Provincia di Vicenza contro la politica di accoglimento dei “migranti†(per la maggior parte economici destinati a diventare clandestini) messa in atto dal Governo Renzi e che ha come braccio operativo le prefetture.
Dopo il summit tenutosi lunedì mattina nella sede del Carroccio in via dell'Oreficeria il segretario provinciale Antonio Mondardo e i sindaci della Lega inviano una lettera al prefetto di Vicenza, dopo che quest'ultimo aveva inviato una lettera ai primi cittadini vicentini affinché individuassero privati o enti disposti ad offrire strutture per l'accoglimento dei cosiddetti 'profughi'. Un atteggiamento che mette in discussione sia la sicurezza dei vicentini sia il ruolo dei sindaci quali tutori dell'ordine e della salute per i propri concittadini.
Ecco il documento:
Facendo seguito alla Pregiatissima Sua del 7 luglio con il quale invitava i Sindaci a “intraprendere, nell’ambito dei rispettivi territori, ogni utile iniziativa volta a coadiuvare questa Prefettura nella ricerca di adeguate sistemazioni alloggiative aggiuntiveâ€, precisiamo, nostro malgrado, quanto segue.
Come penso Le sarà ben noto, come anche, si auspica, al Ministro dell’Interno Angelino Alfano, le amministrazioni locali negli ultimi anni nei fatti, si sono viste costrette a subire continui tagli corrispondenti invece, ad un aumento delle crescenti esigenze di servizi sociali atti a leviare situazioni di sofferenza e di povertà della popolazione, oltre ad una crescente evasione delle imposte municipali, determinata dalla crisi economica che di fatto rende impossibile far fronte al pagamento per parte di molti nostri cittadini.
La situazione odierna nella quale gli enti locali si trovano dover garantire ai  cittadini i servizi costituzionalmente garantiti, ma paradossalmente le amministrazioni tendono a ridurli a causa di più fattori che sono: lo stratificarsi di tagli alle risorse degli enti locali e territoriali, la mancata attuazione del federalismo fiscale, la crisi economica che ha aumentato le esigenze di servizi sociali e la legge n. 56 del 2014 che ha avviato una riforma delle province senza la chiarezza istituzionale e strumenti normativi e finanziari adeguati. A questa situazione si aggiunge l’aumento di problematiche connesse alla sicurezza pubblica, dovuta ad un deciso aumento di reati predatori ed ad un dilagare continuo di una situazione di criminalità generalizzata ed endemica.
Questa condizione di estrema difficoltà , che vivono le amministrazioni degli enti locali, è stata aggravata dalle irresponsabili politiche adottate dal Governo per gestire l'ondata dei flussi migratori.
I comuni non hanno la possibilità economica di fare fronte alla crescente domanda di sicurezza da parte dei cittadini, non potendo, a causa delle regole del patto di stabilità interno, liberare risorse per investimenti sulla sorveglianza, sulla polizia locale, sulla bonifica di zone a rischio del proprio territorio.
Va sottolineato, inoltre, l'impatto sociale causato dal diffondersi nell’opinione pubblica di un senso   di ingiustizia nei confronti dello Stato che opera una presa in carico degli immigrati approdati sulle nostre Coste e le politiche mirate al sostegno economico dei cittadini in condizioni di disagio economico ed emergenza abitativa.
Da considerare inoltre, che oltre alla normale gestione delle problematiche connesse all'immigrazione di massa, oggi dobbiamo anche fare i conti con il pericolo del terrorismo internazionale di matrice fondamentalista islamica.
Non è più accettabile l’atteggiamento del Governo e la Comunità Europea i quali continuano a non volere attuare una corretta gestione dei flussi migratori verso il nostro Paese e si limitano a scaricare le proprie responsabilità sugli enti locali che, già fortemente penalizzati dai tagli di risorse, devono, in aggiunta, accollarsi spese enormi per l’erogazione di tali servizi, socio assistenziali, a scapito dei cittadini residenti nonché il peso di una diminuita sicurezza sociale.
Ciò che però più rileva è che il Sindaco, quale rappresentante della comunità locale, è tenuto ad adoperarsi al fine di preservare l’incolumità pubblica e la sicurezza urbana, tanto da essere legittimato all’emissione di relative ordinanze ai sensi e per gli effetti di cui agli artt. 50 e 54 del D. Lgv. 267/2000. Il sistema di accoglienza cosi come strutturato, non può non venire ad incidere sulla sicurezza pubblica e sulla sostenibilità sociale e vivibilità dei nostri paesi. Rammentando la portata definitoria di cui al D. M. 5 agosto 2008 il quale recita “ per incolumità pubblica si intende l'integrità fisica della popolazione e per sicurezza urbana un bene pubblico da tutelare attraverso attività poste a difesa, nell'ambito delle comunità locali, del rispetto delle norme che regolano la vita civile, per migliorare le condizioni di vivibilità nei centri urbani, la convivenza civile e la coesione socialeâ€, ben può il Sindaco adottare le iniziative sindacali che soccorrono al mantenimento della sicurezza urbana e incolumità dei propri cittadini.
Alla luce di quanto sopra espresso, non si può che ribadire la ferma contrarietà di Queste Amministrazioni a fornire la disponibilità di immobili e di strutture, le quali tra l’altro dovranno essere valutate sotto il profilo igienico-sanitario.
Si auspica vivamente che il Signor Prefetto non voglia giungere a decisioni di forza a mezzo di acquisizioni coattive a fronte delle quali appronteremo ogni iniziativa politica e giudiziaria a difesa e tutela dei nostri cittadini.Accedi per inserire un commento
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