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Ipab, Lanzarin: presto la riforma per liberare risorse per anziani e famiglie

Di Redazione VicenzaPiù Martedi 4 Agosto 2015 alle 14:36 | 0 commenti

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Regione Veneto

Con la prima illustrazione alla commissione sanità del Consiglio veneto da parte dell’assessore regionale sociale Manuela Lanzarin,  ha preso il via l’iter del progetto di legge di riforma delle Ipab. Un progetto, presentato dal presidente Luca Zaia ad inizio legislatura (e sottoscritto dai due capigruppo di maggioranza Nicola Finco e Silvia Rizzotto)  che il Veneto attende da 15 anni, da quando cioè la legge quadro di riforma del sistema nazionale dell’assistenza (la n. 328/2000)  ha ridisegnato il sistema integrato di interventi e servizi sociali.

Nel quale le istituzioni pubbliche di beneficenza e assistenza, istituite con la legge Crispi del 1890,  sono uno degli assi portanti. “In Veneto ci sono circa 300 Ipab: ne proponiamo la trasformazione in enti di diritto privato (come le fondazioni) o in aziende pubbliche di servizi alla persona, integrate nella rete  dei servizi sociosanitari offerti dalla regione”, spiega l’assessore. La proposta di legge fa tesoro dei precedenti progetti di riforma discussi e affinati nelle due precedenti legislature, oltre che delle indicazioni del piano sociosanitario veneto 2015-2017 che prevedono appunto la capillarità e la territorialità dei centri di servizio e di assistenza, in particolare per anziani, cronici e disabili. “Mi auguro che in questa legislatura il disegno di trasformazione delle Ipab possa procedere a passo spedito –sollecita l’assessore al sociale – perché è sempre più necessario riconoscere nuova autonomia e nuove funzioni a questi istituti. Se queste storiche istituzioni, che da oltre 120 anni in Veneto sono il perno dell’assistenza ad anziani e minori, diventeranno moderne aziende di servizio – conclude l’assessore – il Veneto potrà disporre di una rete potenziata di centri residenziali aperti al territorio, offrendo così alle famiglie servizi migliori e diversificati, con un risparmio per l’intera collettività.

Il progetto di riforma prevede, infatti, che le Ipab abbiano statuti autonomi, organi amministrativi più snelli (Consigli di amministrazione composti al massimo da 5 persone, in carica per non più di due mandati), dirigenti qualificati,  revisori dei conti con maggiori poteri di controllo interno, regole di contabilità più stringenti che prevedono la responsabilità diretta della Regione di fronte a situazioni di passivo consolidato. “Si favoriranno – prosegue la titolare delle deleghe al sociale  - fusioni o aggregazioni per le realtà più piccole o che possono trarre vantaggi gestionali dalle economie di scala. Le nuove Ipab riformate dovranno prevedere, inoltre, la partecipazione degli utenti e delle associazioni dei familiari alla programmazione dei servizi”. Tra le novità del disegno di legge c’è l’istituzione di un fondo regionale di garanzia, nel quale confluiranno i patrimoni delle Ipab estinte o in liquidazione, le donazioni di fondazioni, banche, enti pubblici, e soggetti privati; il fondo potrà sostenere le aziende poco patrimonializzate, e con difficoltà ad accedere ai prestiti bancari, a fronteggiare le esigenze finanziarie. Specifiche garanzie sono previste, infine, per il personale , per salvaguardare la continuità lavorativa e contrattuale.

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