Inquinamento delle falde acquifere da Pfas: a che punto siamo?
Sabato 18 Aprile 2015 alle 21:19 | 1 commenti
Rossana Andreato di Legambiente Vicenza annuncia un convegno che si svolgerà il 23 aprile alle ore 20.45 presso la sala dei Chiostri S.Corona a Vicenza: "si parlerà di PFAS, ovvero sostanze perfluoroalchiliche che hanno inquinato le acque superficiali e le falde acquifere nelle province di Vicenza, Verona e Padova e verrà presentato dai medici ISDE anche uno studio epidemiologico sulle popolazioni esposte a questo tipo di inquinamento".
Ecco la presentazione di Legambiente:
Giovedì 23 aprile presso la sala dei Chiostri S.Corona a Vicenza, alle ore 20.45 avrà luogo un incontro, organizzato da Legambiente Vicenza, nel quale si parlerà dell’inquinamento delle acque superficiali e delle falde acquifere ad opera delle cosiddette sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) che in questo momento coinvolge le città di Vicenza, Verona e Padova. Si prenderanno in considerazione quelli che finora sono stati gli effetti sulla popolazione, causati da questo tipo di inquinamento.
I PFAS sono composti chimici che rendono le superfici impermeabili all’acqua, allo sporco e all’olio (vedi ad esempio Goretex e Teflon). Queste sostanze attualmente vengono prodotte dalla Miteni Spa di Trissino (VI).
L’inquinamento viene scoperto ufficialmente nel 2011, in seguito ad uno studio commissionato dal Ministero dell’Ambiente. Da allora 30 Comuni del territorio interessato si sono trovati a dover far fronte all’inquinamento anche dell’acqua potabile e hanno dovuto dotarsi, per rispettare i limiti obiettivo, di costosi sistemi di filtrazione a carboni attivi.  La zona in pericolo si estende per 150 km quadrati e coinvolge una popolazione stimata di 300 mila abitanti.
A livello medico i PFAS sono riconosciuti come interferenti endocrini e probabile causa di gravi patologie come tumore ai reni, cancro ai testicoli, malattie della tiroide, ipertensione della gravidanza, colite ulcerosa, aumento del colesterolo. L’Istituto Superiore di Sanità ha fissato dei limiti che la Regione Veneto ha recepito, che sono di 500 ng/l, oltre i quali queste sostanze sarebbero non tollerate e rischiose per la salute, ma le analisi, hanno riportato, per esempio per la zona del bacino di Agno- Fratta Gorzone, anche valori di PFAS fino a 2000 ng/l.
In relazione a questo la Regione Veneto ha emesso un'ordinanza che impone anche per i pozzi privati il rispetto degli stessi limiti previsti per l’acqua d’acquedotto, cosicché l'utilizzo di molti pozzi privati è stato vietato. Ma noi possiamo fidarci dell’acqua del nostro rubinetto? Che rischi corriamo? E che danni sono già stati fatti?
Se ne parlerà giovedì sera alla presenza di Luigi Lazzaro, presidente di Legambiente Veneto, del dott. Vincenzo Cordiano, presidente dell’Associazione ISDE Vicenza, del dott. Edoardo Bai, di ISDE-Medici per l’ambiente e responsabile scientifico di Legambiente, dell’avv. Enrico Varali, membro del CEAG (CEntro di Azione Giuridica) di Legambiente e di Piergiorgio Boscagin, presidente del circolo Legambiente “Perla Blu†di Cologna Veneta.
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