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Fiaccolata No Tav, Alt. Comunista: "fronte unico di lotta". Usb: "danni per molti"

Di Edoardo Pepe Martedi 12 Maggio 2015 alle 17:32 | 0 commenti

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Dopo l'appello di comitati, associazioni, Cub, M5S, per la fiaccolata con ritrovo in Piazza Castello a Vicenza contro il progetto ferroviario TAV/TAC di giovedì 14 maggio alle ore 20.30, arriva la "chiamata" a scendere in piazza anche del Partito di Alternativa Comunista di Vicenza "fermiamo il TAV costruendo un grande fronte unico di lotta, no alla trappola del referendum", e quello del sindacato Usb federazione di Vicenza: "interesse di pochi, danni per molti, no grandi opere, no compensazioni". Di seguito le prese di posizione integrali.

Partito di Alternativa Comunista (L.i.t.-C.I.)

Il Partito di Alternativa Comunista di Vicenza, fra i promotori dell' iniziativa di giovedì 14 maggio contro il Tav, invita alla massima partecipazione contro questa devastante opera.  Il progetto Tav vicentino si inserisce perfettamente all'interno delle politiche del governo Renzi e di chi l’ha preceduto. Gli scandali giudiziari emersi non hanno scalfito minimamente il finanziamento alle grandi opere inutili e dannose: governi e amministrazioni locali, nel capitalismo, rispondono solo agli interessi della grande industria e della finanza, il sindaco di Vicenza Variati ne è l’ennesima prova.La realizzazione del Tav non dipende semplicemente dalla mala gestione del territorio o della cosa pubblica ma risponde alle logiche del capitalismo e alle sue necessità di fare profitti per pochi a svantaggio del benessere della stragrande maggioranza della popolazione e della tutela ambientale. 

Per fermare il Tav è necessario costruire un grande fronte unico di lotta, organizzato e coordinato in modo democratico, che riunisca tutti i singoli cittadini, i comitati, le associazioni, i partiti, i sindacati, che si oppongono al Tav. Un fronte unico che organizzi e allarghi la protesta popolare per costruire mobilitazioni ad oltranza e rendere la città inospitale ai sostenitori del TAV, fino al ritiro del progetto. Per fare questo è necessario, al contempo, collegarsi alle altre numerose  lotte, nazionali ed internazionali,  contro  le devastazioni ambientali.

Un fronte di lotta che non si fermi davanti a nessun compromesso, a nessuna falsa promessa e a nessuna trappola come quella costituita dal referendum (come successe con il Dal Molin). Il referendum servirà solo a depotenziare la lotta, sviandola e creando false aspettative, servirà a consegnare il dissenso alle stesse istituzioni guidate e controllate dal potere economico che vuole il Tav.

USB

Quartiere ferrovieri, borgo Berga, le due zone al centro dell'attraversamento con relativi abbattimenti di case e stravolgimento ambientale, già compromesse per l'enorme edificazione compreso  il mostro del complesso del Tribunale. Il tratto padano della TAV prevede ai nostri confini provinciali  a San Bonifacio il passaggio nel centro del paese con  l'abbattimento di numerose case abitate, si parla di 500 famiglie.

Anche a Vicenza abitanti di via X martiri e dintorni hanno ricevuto lettere in cui si annuncia il probabile abbattimento delle loro case. Gli interessi del mercato globale non si toccano  pertanto gli abbattimenti sono il prezzo da pagare. La globalizzazione,  sia chiaro delle merci e non tanto delle persone, queste costrette a pendolarismi o migrazioni su mezzi  indecenti, treni pendolari o barconi che siano, la globalizzazione prevede business e non  miglioramento della vita quotidiana per milioni di persone. Business prevede che le disgrazie, gli abbattimenti delle case, l'abbandono di una stazione,  si trasformino in affari lucrosi. Se poi il profitto di pochi produce malaffare, infiltrazioni mafiose, tangenti, un po’ ci si vergogna, qualcuno finge di strapparsi le vesti, ma anche questo è un prezzo da pagare per il "progresso", per rimettere in piedi l'economia asfittica.

Che poi le grandi opere siano veicolo di ripresa economica la realtà non lo dimostra.

I project financing degli ospedali di Mestre e Santorso  per il momento hanno solo  riempito   di soldi le tasche dei costruttori. Le varie opere stradali inutili come pedemontana e valdastico  sono finite sotto inchiesta, per diversi motivi come il mose come l'EXPO.  E  i nostri amministratori regionali del recente passato, Galan Chisso, Sartori,  insieme a qualche capitano  d'industria, Maltauro o  della finanza Meneguzzo  sono andati a popolare le galere.

Tutte queste grandi opere non hanno risolto il problema della disoccupazione, stanno al contrario impedendo uno sviluppo agricolo di cui ci sarebbe bisogno.

Cose che tutti conosciamo,  contro cui tutti ci lamentiamo.

Ma lamentarsi, indignarsi non basta.

Serve la mobilitazione, se si vuole impedire  la devastazione del territorio, il malaffare, il lavoro precario e sottopagato.

Costruiscono nuove opere e intanto  tagliano la manutenzione ordinaria e straordinaria delle strade locali, delle ferrovie locali.

E' giusto sapere che hanno tagliato fondi e ridotto l'orario al personale di Vi.abilità; avremo strade sempre più da quarto mondo...pero' potremmo consolarci..con la TAV e La Pedemontana....a pagamento.

Leggi tutti gli articoli su: Tav, Borgo Berga, Tac, Usb, PdAC, Alternativa Comunista

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