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Emergenza immigrati? Eppure Zaia pochi mesi fa diceva che sono in diminuzione

Di Pietro Rossi Lunedi 8 Giugno 2015 alle 21:37 | 0 commenti

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I vertici leghisti lanciano l'allarme: saremo invasi da immigrati adesso che è estate, il mare è calmo e il momento è propizio per gli sbarchi. Salvini minaccia di occupare le prefetture, che gestiscono i flussi attraverso cooperative e strutture di accoglienza; Maroni invoca punizioni ai Comuni che accettano migranti; Zaia, il più moderato dice che in Veneto non c'è bisogno di misure drastiche, perché già Comuni e Prefetture non vogliono più nessun migrante, il Veneto sta già scoppiando e non può più ricevere nessuno.

Insomma, siamo ancora in campagna elettorale. E siamo nell'era dell'informazione veloce, all'opinione pubblica si da in pasto tutto senza fare distinzioni di sorta. Così si confondo i migranti regolari, da anni in Veneto - la stragrande maggioranza dei quali sono europei - con i profughi che sbarcano sulle coste siciliane, fuggendo da una situazione sociale infernale, e poi vengono smistati sul territorio italiano.
Zaia, proprio oggi, ha dichiarato: «Il Veneto è una bomba che sta per scoppiare, abbiamo 514mila immigrati regolari, pari a quasi l'undici per cento della popolazione. Di questi, 42mila non hanno un lavoro». Ma sentite cosa scriveva alla fine dello scorso anno, nella prefazione dell'edizione 2014 del Rapporto annuale dell'Osservatorio Immigrazione della Regione Veneto: "A fine 2013 gli stranieri residenti in Veneto risultavano 514.592 evidenziando - in apparenza - una crescita consistente rispetto all'anno precedente. In realtà, al netto degli aggiustamenti amministrativi determinati dall'impatto del recente Censimento della popolazione, ciò che risalta è il ridimensionamento dei flussi di ingresso come documentati tanto nei dati anagrafici (il saldo tra iscrizioni e cancellazioni dall'estero, pari a 17.000 unità, rappresenta il minimo nel nuovo secolo) che nelle statistiche sui permessi di soggiorno. Anche l'espansione "naturale" della popolazione straniera, dovuta alla natalità, è da alcuni anni in flessione".

Inoltre, per quanto riguarda l'integrazione e i problemi sociali, il governatore affermava: "Questo insieme di fenomeni è eloquente nel delineare le caratteristiche attuali del fenomeno migratorio, segnato dal passaggio da una fase di crescita improvvisa e turbinosa ad una fase soprattutto di consolidamento e di radicamento. Se a lungo, prima della crisi, la gestione dei (nuovi) flussi è stata la questione politica centrale, ora altre tematiche emergono come cruciali, dall'integrazione delle seconde generazioni alle politiche urbanistiche per evitare la formazione di enclaves separate fino alle politiche del lavoro in grado di consentire, agli immigrati ormai presenti nel nostro territorio da lungo tempo, il reinserimento - se rimasti disoccupati - nel mercato del lavoro".

Non è un presidente moderato del centro-sinistra a parlare. È proprio l'agguerrito governatore del Veneto Luca Zaia, accomunato agli angeli vendicatori della Lega Nord che negli ultimi mesi - con un picco in questi giorni - hanno alzato la spada nella lotta all'immigrazione. La considerazione più immediata da fare è che l'acutizzarsi degli avvenimenti degli ultimi mesi - sbarchi di profughi a causa di guerre civili e rivoluzioni in nordafrica e nel medio e vicino oriente e la dominanza dello Stato Islamico - hanno avuto una presa molto forte sull'opinione pubblica italiana. In più, il dramma dei profughi, gli sbarchi continui, un insufficiente intervento dell'Unione Europea sul tema (sottolineata oggi dal premier Matteo Renzi) e controlli giudicati inefficienti sulle generalità dei profughi, con compiti lasciati al territorio di accoglienza piuttosto che allo Stato (che hanno causato malumori in molti sindaci, tra cui Achille Variati) hanno alzato il livello d'allarme.

Ma se è l'Africa a far paura, allora quel dato fornito da Zaia non c'entra per niente. E se anche c'entrasse va effettivamente ridimensionato perché più della metà degli stranieri residenti in Veneto, 276.967 (i dati derivano dall'anagrafe al 31 dicembre 2012) provengono dall'Europa. Vale a dire il 56,9% del totale. Le principali provenienze non sono certo dai paesi africani più "caldi": Romania (102mila residenti), il Marocco (54mila), l'Albania (41mila), la Moldova (38mila) e la Cina (29mila). Ah...a partire dal 2007, anno dell'ingresso nell'Unione Europea, la Romania rappresenta il principale Paese di provenienza dei cittadini stranieri residenti in Veneto, con un peso di oltre il 20%. In più, è lo stesso governatore del Veneto a dire che se c'è un problema di immigrazione in Veneto, questo è soprattutto di consolidamento.

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