Quotidiano | Categorie: Politica, Interviste

Renato Ellero: "Sergio Mattarella ha delle grandi responsabilità politiche"

Di Pietro Rossi Mercoledi 17 Giugno 2015 alle 04:01 | 0 commenti

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Ho intervistato l'avvocato Renato Ellero per due motivi. Il primo è scontato per chi lavora in una redazione: mi è stato consigliato da Giovanni Coviello che è il direttore della testata in cui scrivo. Ellero è il suo avvocato, ma non è solo un avvocato. Personaggio certamente istrionico, vive da tempo a Vicenza ma da buon veneziano (lui dice che di veneziani ne sono rimasti in quattro) non ha molti peli sulla lingua.

Ex senatore leghista, ma quasi subito dissidente con Umberto Bossi, è stato chiamato in causa molte volte nelle faccende venete (anche, e non poco, in quelle vicentine, anche se da queste lui ostenta una vanitosa distanza, ndr). Intervistato tanto dalla stampa indipendente locale quanto da quella nazionale, visto in terra veneta come personaggio che quando occorre ci mette sempre la sua, il personaggio mi incuriosisce da sempre. Confesso di non conoscerlo molto. Ho letto e ascoltato alcuni suoi interventi e, di primo acchito, la curiosità è nata dalla sua memoria storica. E questo è il secondo motivo per cui ho deciso di intervistarlo.

In particolare su Mattarella, perché non riuscivo a dare un senso non tanto alla sua visita ma quanto alla mancanza di sostanza, a livello di cronaca e di pensiero critico, su di un fatto come questo. Eppure, mi sono chiesto, ci sarà un'importanza politica per una visita in una regione in cui la volontà popolare ha espresso chiaramente la sua linea, peraltro non nuova: italiani ma prima di tutto veneti. Di questo si è parlato con Ellero, ma poi si è finiti anche a parlare della situazione politica attuale. Dopo i fumi di parole e le tonnellate di veline mediatiche, prive di sostanza a livello di pertinenza politica della notizia, sul tour vicentino del Presidente della Repubblica - vicenda che, come sempre succede in manifestazioni analoghe, la stampa istituzionale porta al parossismo - forse l'intervento di Ellero poteva chiarire un po' di cose o, perlomeno, offrire un punto di vista diverso.

Non per sentire una voce che crea a forza dissenso, ma per cercare di ribadire, nello stretto spazio che circonda l'opinione di questa regione, che quando l'informazione si ferma alla superficie delle cose diventa come la ruggine. La seconda corrode il ferro, la prima logora i fatti.

Avvocato, c'era oggi in piazza a vedere Mattarella?

Per carità, niente mi annoia di più delle celebrazioni e degli incontri ufficiali. Mi era arrivato l'invito e qualche amico mi ha chiesto se per caso sarei stato presente. Gli ho chiesto se per caso era impazzito.

Quindi non è un fatto personale con Mattarella?

Mattarella è un'ottima occasione per mentire sulla democrazia. Ma non è una cosa che riguarda solo lui. Un presidente esce sempre da accordi di partito. Prendiamo Napolitano. Fu un colpo a sorpresa tirato da Casini a Berlusconi, perché Casini era stato messo in un angolo. Il Presidente della Repubblica doveva essere D'Alema. E qui bisogna capire il linguaggio della politica. Quando Berlusconi disse: D'Alema mai, intendeva esattamente il contrario, candidarlo. Ma poi Casini sparigliò tutto, raccolse i voti dell'allora Pds su Napolitano il quale, poi, ne combinò di tutti i colori.

E che accordi ci sono stati per eleggere l'attuale presidente della Repubblica?

Accordi non rilevanti penalmente ma fastidiosi politicamente, accordi da dove viene fuori l'Italietta. Hanno eletto un discreto giurista, ma resta il fatto che lui fa parte di quella corte che dichiara incostituzionale la legge elettorale di Calderoli (il porcellum ndr) fatta sotto Berlusconi e poi firma l'Italicum, questa legge elettorale che contiene alcuni principi della vecchia. Il primo eletto sarà imposto dal partito e gli altri in lista scelti dal popolo. Renzi, pensando di vendere chincaglieria al mercatino, ha affermato che l'Italicum è uninominale ma in realtà il voto del cittadino non elegge quello che vuole lui. E poi come si fa a mettere una firma su una legge che riguarda sì solo la Camera dei Deputati ma che fa parte di un sistema elettorale per il quale faranno parte del Senato gli eletti delle Regioni, che, oltre a prendere un sacco di soldi per la loro carica, avranno anche il dono dell'immunità? E poi, chiedo al giurista Mattarella: facciamo la Camera con una legge e il Senato con una legge strutturalmente diversa? Vorrei dirgli che la costituzionalità della legge non dipende da quello che si farà, ma dal possibile e che una maggioranza di Governo non deve essere sulla carta. La sbandierata governabilità è un mito: la governabilità deve nascere dal popolo non da artifici elettorali.

Quindi Mattarella è già partito con il piede sbagliato?

Ma non adesso. Ricordiamo quando era ministro della difesa negli anni della guerra del Kosovo e ha mandato i nostri soldati lì a mani nude? Il fatto è che il concetto di responsabilità politica in Italia non esiste. Marino a Roma non ha preso un euro, ma la responsabilità politica di quello che è accaduto è anche sua. Mattarella, fondamentalmente, è stato deludente sull'Italicum ma la sua elezione sembra parte di un piano antico: dopo un padre che era "il ministro" della Sicilia e un fratello vittima di mafia la discesa in politica nella Democrazia Cristiana è avvenuta perché era il "figlio minore" da sistemare. 

Sono cose che i vicentini che applaudivano non sanno?

Questo non c'entra. È una visita istituzionale? Sono cose che si fanno. Fa un po' sorridere il fatto che un ex giovane democristiano sia venuto nella città che oggi celebra Rumor dopo averlo pugnalato alle spalle negli ultimi suoi anni. Gli impegni istituzionali portano a fare queste gite al Presidente della Repubblica che dice "mi scoccio ma vengo lo stesso". Il cerimoniale è di un rigorosità incredibile. Se fossi io il Presidente della Repubblica metterei solo un'uscita istituzionale al mese per non farmi portare di qua e di là come un fantoccio.

Variati però sembrava contento...

Variati è uno di quelli che vive nel sospetto continuo. Il mio parere è che lui non può dare nulla alla politica come non ha mai dato nulla alla città di Vicenza, si rimira solo allo specchio.

Eppure ha vinto due elezioni di fila...

Parlo da veneziano, quindi di parte, e dico che i vicentini, come persone, lasciano molta perplessità. Il loro motto è: "meno fai più hai". Se fai qualcosa stai sicuro che avrai un voto negativo per invidia. Variati è stato votato da suorette e pretini.

A Venezia, invece? Lì il centro sinistra ha perso.

A Venezia ha vinto il solito partito dei soldi e degli affari, ma forse con Casson, che reputo una persona che non ha una grande lungimiranza politica ma fondalmentalmente onesta, non ci sarebbe stato questo giochetto. Il Pd ha perso perché quel partito di soldi e affari è dentro alle sue viscere. Beh, ha vinto Luigi Brugnaro, uno che ha in mano un sistema di agenzie interinali. Prima avevamo il caporalato, adesso abbiamo le agenzie interinali. E qui mi fermo. Ah...a proposito, ho sentito che vuole eliminare il regolamento edilizio. Cosa metterà al suo posto? Niente? Si costruisce dove si vuole?

Fatto sta che il centrosinistra, dopo vent'anni, lascia Venezia al centro-destra...

Uno dei simboli della disfatta è sicuramente l'ex sindaco Cacciari. Ha tenuto la sua posizione per diventare famoso e andare in televisione, dove è continuamente invitato perché dirà sempre la cosa che fa comodo al potere. Cacciari aveva delle Giunte che richiedevano l'intervento dei Carabinieri e di lui ci si ricorda solo il ponte di Calatrava, quello che ha spaccato le gambe a molte persone. Venezia si ricorderà di lui solo per questo".

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