Dovigo: su Tav a Vicenza consultare i cittadini direttamente anche se è tardi per referendum
Sabato 20 Dicembre 2014 alle 19:29 | 0 commenti
 
				
		Valentina Dovigo, Consigliere comunale Sinistra Ecologia Libertà e lista civica Lacittà respira, lamenta che l'iter per il regolamento sui referendum sia fermo da qualche mese in prima commissione, perché «questo progetto del Treno ad Alta Velocità /Alta Capacità sarebbe stata proprio una questione da sottoporre a referendum.
Esso infatti non rientrava nel programma politico della maggioranza che governa attualmente la città , se non in modo vago ed indistinto, e comunque senza alcun riferimento a queste modalità di realizzazione della linea ferroviaria ed alle opere viabilistiche ed urbanistiche ad essa collegate» (nella foto una riunione della Commissione territorio su Tav, ndr).
«Viene ora proposto qualcosa di innovativo per la città - riflette  Dovigo nella nota appena diffusa - che sembra unire opere senza dubbio utili, come il raddoppio  della linea storica ed il filobus, ad altre che ne modificano  strutturalmente l'assetto viabilistico  ed aprono enormi spiragli ad  ulteriori trasformazioni urbanistiche. Proprio per questo meriterebbe  più approfondimenti e discussioni. Senza nulla togliere al valore dei  confronti tecnici con i progettisti che stanno interessando la  commissione territorio, ed apprezzando, senza se e senza ma, l'apertura  all'ascolto di comitati, associazioni ed ordini professionali da parte  della commissione stessa, ritengo che al progetto TAV non ci si debba  approcciare esclusivamente dal punto di vista tecnico. La TAV è  soprattutto una questione di democrazia, di democrazia elementare oserei  dire. 
Si vuole davvero un investimento di tale portata (5,42  miliardi di euro complessivamente) per guadagnare 5-6  minuti di tempo  sulla tratta Verona-Padova? Si vogliono concentrare le risorse su questo  progetto di treno veloce, con le opere connesse,  oppure su un servizio  ferroviario utile ai pendolari ed a tutti quelli che devono spostarsi  rapidamente da un paese all'altro di questo Veneto, ormai quasi un'unica  grande conurbazione? Si pensa veramente che questo modello di Alta  Velocità così concepito rappresenti il miglior servizio per le nostre  esigenze ed il nostro territorio, o è un servizio ad un "sogno", che  sarà sogno solo per le aree che verranno valorizzate ma non per chi deve  prendere il treno tutti i giorni per vivere? E ancora, la futura  programma zione delle linee ferroviarie, sia veloci che regionali,  quanto dipende da questo progetto e quanto da una pianificazione  politica e finanziaria ancora tutta da concepire e mettere in campo?
I  percorsi sono stati avviati all'interno di un gruppo ristretto fatto da  Camera di Commercio, RFI e Sindaci del territorio, ma il futuro della  città e del territorio circostante, che non vorrei rinunciare a  delineare, deve ritornare in mano ai cittadini che lo abitano».
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