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Dati Regione su carcere, immigrati, Central Europe, influenza

Di Redazione VicenzaPiù Venerdi 20 Febbraio 2015 alle 20:57 | 0 commenti

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Regione Veneto - “Tra le principali cause, se non la principale, del dilagare della criminalità ci sono leggi colabrodo infarcite di scappatoie per i delinquenti. Vanno cambiate e indurite immediatamente, a cominciare dal taglio della condizionale, dall’ampliamento dell’istituto della legittima difesa, dall’aumento delle pene e dalla certezza che vengano scontate. Governo e Parlamento la smettano di dilapidare tempo su epocali quanto discutibili riforme e comincino a occuparsi seriamente delle reali necessità dei cittadini”.

Lo dice oggi il Presidente della Regione del Veneto Luca Zaia, prendendo spunto da un’inchiesta pubblicata tra ieri e oggi da un diffuso quotidiano locale, dalla quale emerge tra l’altro che nel Capoluogo Berico è in carcere per furti e rapine solo un condannato su tre.

“Vicenza è uno spaccato estremamente significativo di tutto il Veneto – dice Zaia – e in questa provincia nel 2014 sono stati compiuti quasi 18.500 reati. Che solo un condannato su tre sia in carcere è un dato gravissimo, che grida vendetta e che dimostra aldilà di ogni ragionevole dubbio che leggi colabrodo eccessivamente buoniste e garantiste vanificano la battaglia quotidiana condotta da Forze dell’Ordine e Magistratura. Loro li buttano dentro e poi un cavillo qualsiasi li rimette fuori. Per uno Stato che vorrebbe essere di diritto è una vergogna”.

“Faccio appello alle coscienze di tutti i Parlamentari – aggiunge Zaia – perché questa è una richiesta forte della quale mi faccio io interprete, ma che viene dalla popolazione veneta, che percepisce sempre di più la criminalità come una piaga gravissima e chiede risposte. Da dove devono venire se non dalla legge?”.

“Anche ieri, intanto – aggiunge Zaia – le cronache dicono che in Veneto sono stati compiuti numerosi reati e stavolta, a farne maggiormente le spese, è stata Padova: all’Arcella un giovane coraggioso è riuscito a bloccare due ladri che avevano già fatto fuori 11 garages su 20; a Loreggia predoni già nel giardino di una casa sono stati bloccati dal pianto di una bambina che ha richiamato l’attenzione del padre; derubata la mamma del tecnico Salviato, da poco liberato dopo un rapimento in Libia; svuotato un negozio di biciclette a Cittadella; serie di colpi in tutta la città e provincia. Intanto i cittadini di Teolo gridano la loro esasperazione per i furti in casa. Nel Veneziano, un commerciante di Jesolo sorprende 3 ladri in casa, li mette in fuga e ammette che, se fosse stato armato, avrebbe sparato; ladro scatenati a Caorle con 3 case svaligiate al quartiere Sansonessa; a Campagna Lupia, rubati 130 quintali di pesce con un carro frigo. A Treviso l’ennesima baby gang all’opera in pieno centro ha accerchiato una cittadina per rubarle la borsetta. Nel vicentino sono state razziate case, macchine e scuole e i Sindaci chiedono di incontrare il Prefetto”.

“Se i responsabili di questi reati verranno presi dalle Forze dell’Ordine e saranno condannati dai magistrati – conclude Zaia – si sappia che solo uno su tre andrà davvero in carcere, gli altri due potranno continuare indisturbati. Lo Stato di diritto si è arreso”.

 

“I dati Istat 2014 parlano chiaro: con 514 mila unità siamo la quarta Regione italiana per numero di immigrati residenti, con un’incidenza di circa il 10% contro il 2% o 3% di molte altre Regioni. Li mandino lì, noi abbiamo già dato e abbiamo il diritto di dire basta profughi, anche perché ne ospitiamo già circa duemila e altri seimila e più sono arrivati e poi sono scomparsi nel nulla diventando veri e propri fantasmi”.

Il “no” motivato del Veneto all’arrivo di nuovi contingenti di migranti è stato così riassunto oggi dal Presidente della Regione Luca Zaia, a margine di un appuntamento pubblico nel trevigiano.

“Il Governo italiano distribuisca l’immigrazione prima di tutto dove non ce n’è – ha aggiunto Zaia – l’Europa risolva la grana che ci ha creato e accolga i migranti per quota parte anche nei Paesi aderenti, altrimenti confermerà la linea politica con cui ha disegnato l’Italia come unica area di ritrovo di tutti i migranti dell’Africa. Basta anche con le ipocrisie: l’Italia non è l’Eden che queste persone immaginano e non è etico farglielo credere come invece accade, e caserme fatiscenti e putreolente, come le cinque indicate a suo tempo in Veneto che la nostra task force sanitaria ha visitato e dichiarato assolutamente non idonee, non sono simbolo di accoglienza, ma di mancato rispetto della dignità umana”.

Quanto alla “bufera” abbattutasi sul Prefetto di Treviso dopo la vicenda dei profughi lasciati a dormire una notte su un pullman perché non si trovavano spazi di accoglienza, Zaia ha sottolineato che “Il Prefetto Marrosu ha il mio sostegno. A chi parla di strappo con lo Stato rispondo che, se di strappo si può parlare, non è stato della Marrosu, ma di un intero territorio che dice basta ad atti d’imperio che oramai si avvicinano al sopruso sulle comunità locali”.

“Il Veneto – ha concluso Zaia – è un modello d’integrazione reale riconosciuto a livello internazionale e per continuare ad esserlo, semmai, dobbiamo dare la priorità ai 42 mila immigrati stranieri residenti disoccupati perché travolti dalla crisi al pari dei loro colleghi veneti”.

 

 

Si è svolto stamane a Verona, presso la sala convegni Unicredit, un incontro informativo per illustrare il primo bando del Programma Interreg “Central Europe”, che è parte dei programmi di Cooperazione Territoriale Europea 2014-2020 e promuove la cooperazione transnazionale tra i seguenti nove paesi dell’Europa centrale: Austria, Croazia, Repubblica Ceca, Germania, Ungheria, Italia, Polonia, Slovacchia e Slovenia.

“Per molti aspetti – ha spiegato, aprendo i lavori, l’assessore al bilancio e ai finanziamenti comunitari della Regione del Veneto, Roberto Ciambetti – questo programma è emblematico della migliore Europa: si sviluppa su un territorio di oltre un milione di kmq, coinvolge 148 milioni di persone, più di un quarto dei cittadini europei, contempla investimenti per 231 milioni di euro destinati a 124 progetti approvati con il coinvolgimento di 1.800 partner, dei quali circa il 20 per cento privati. Dei 124 progetti, ben 99 coinvolgono l’Italia, che è lead partner in 27 casi. Sono circa 53 i milioni di euro allocati in Italia da questo programma. Il Veneto è la seconda regione per numero di partner italiani, con ben 40 soggetti, preceduta dall’Emilia Romagna e seguita da Piemonte, Friuli Venezia Giulia, Lombardia e Liguria. Dei 99 progetti a cui partecipa il nostro Paese, 31 riguardano l’ambiente, 26 l’innovazione, 24 la competitività di città e regioni, 18 l’accessibilità”.

“I numeri del programma – sottolinea Ciambetti – delineano la forte capacità di integrazione europea dell’Italia settentrionale e non a caso ai primi posti per partecipazione si collocano Veneto, Emilia Romagna e Lombardia, le tre principali regioni italiane nella produzione di reddito e gettito fiscale, quelle che registrano il massimo livello di residuo fiscale, cioè la differenza tra quanto versato e quanto ricevuto dalla Pubblica amministrazione. E’ grazie a questo residuo fiscale se l’Italia è contribuente netto dell’Unione Europea e anche parte dei fondi di Central Europe sono finanziati dall’Italia o, meglio, dalle Regioni contribuenti nette dello Stato italiano”.

 

 

L’influenza stagionale 2014-2015 ha definitivamente superato il picco, verificatosi nella terza settimana di gennaio. Ciò nonostante, nella settimana dal 9 al 15 febbraio, ha messo a letto altri 24.459 veneti.

L’incidenza è ulteriormente scesa di circa 10 punti, attestandosi a 49,6 malati per diecimila abitanti, con diminuzioni in tutte le classi di età.

Purtroppo, rispetto alla settimana precedente, è salita a 35 la conta dei decessi, con 169 casi complicati da inizio stagione, dei quali 103 molto gravi, con 97 ricoveri in terapia intensiva e 11 pazienti gravissimi sottoposti  alla terapia “Ecmo” per l’ossigenazione extracorporea del sangue.

Sono questi i dati salienti dell’ultimo Rapporto sull’andamento dell’influenza in Veneto, diramato oggi dal Settore Promozione e Sviluppo Igiene e Sanità Pubblica della Regione.

“Il picco è ormai alle spalle – dice l’Assessore alla Sanità Luca Coletto – e le strutture sanitarie in tutto il territorio hanno risposto egregiamente anche a situazioni limite di affluenza e gravità. Resta il rammarico per il tributo di vite pagato al forte calo delle vaccinazioni, determinato da notizie inesatte e allarmistiche circolate soprattutto sul web riguardo alla presunta pericolosità del vaccino e ai suoi effetti collaterali e alla vicenda del ritiro di partite di vaccino Fluad, poi risultate a posto, per cui ad un certo punto sembrava che fosse il vaccino, e non la malattia, a uccidere. Un danno grave alla salute pubblica, che dovremo cercar di riparare riprendendo con forza l’azione di corretta informazione sull’utilità e la non pericolosità delle campagne vaccinali”. 

 


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