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Csv: bocca cucita di Bellesia davanti alla Commissione del Comune. Tutto rimandato.

Di Pietro Rossi Venerdi 29 Maggio 2015 alle 00:12 | 0 commenti

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Almeno ci hanno provato. Ma la risposta che è arrivata dal commissario Bellesia, nominato dal Co.Ge, l'organo di controllo regionale del volontariato che ha commissariato il Centro Servizi per il Volontariato di Vicenza, è stata puramente formale e tecnica. Niente di nuovo quindi nemmeno dalla V Commissione "Servizi alla Popolazione" del Comune di Vicenza che oggi, 28 maggio, ha convocato il funzionario per essere relazionata sullo stato dello cose.

Uno stato delle cose che, come abbiamo ampiamente già spiegato, riguarda la gestione del Centro Servizi per il volontariato vicentino, organismo che serve da punto di riferimento per i più di 50mila volontari territoriali del terzo settore. L'amministrazione del Centro, dopo essere stata sospesa dal Co.Ge. per presunte irregolarità sulle spese, è passata nelle mani di Mauro Bellesia, ragioniere capo del Comune di Vicenza chiamato a traghettare l'ente: subito dopo il commissariamento è infatti uscito un bando di concorso per affidare a un altro organismo la guida del Csv.
«L'esposizione di Bellesia non è stata esaustiva, il commissario ha solo inquadrato la storia delle Fondazioni», ha commentato il consigliere comunale Valentina Dovigo, membro della commisione. «Sul Csv l'unica cosa che ha detto è che lui chiude il regresso perché sono in attesa degli sviluppi del nuovo bando. Quindi oggi non abbiamo elaborato nessuna proposta».

La Commissione aveva chiesto la convocazione di Bellesia dopo aver ricevuto forti segnali di preoccupazione dagli operatori del volontariato, decidendo di approfondire la questione per "garantire risposte chiare - aveva dichiarato il presidente Raffaele Colombara - alle molte associazioni che operano quotidianamente a favore della nostra comunità".

Da parte di Bellesia non è invece arrivata alcuna risposta sul perché del commissariamento e non è spuntata nemmeno la famosa "delibera" che imponeva quel provvedimento. «Ci siamo solo fatti delle idee generiche dalle poche informazioni che ci sono arrivate - conferma Dovigo - tra cui il fatto che alla gestione del Centro partecipano associazioni di secondo livello fatte da altre associazioni di primo livello. Queste associazioni di secondo livello emettono i bandi per i fondi a quelle di primo livello e alcune persone sono all'interno di entrambe, quindi viene spontaneo chiedersi se ci sia un legame pulito oppure no». Un intreccio, quindi, tra le figure che decidono l'assegnazione dei bandi e
quelle che li ottengono  potrebbe essere alla base della bufera che si è abbattuta sul terzo settore vicentino. «La mia idea è di rivedere la normativa - conclude Dovigo - perché i soldi che arrivano dalle Fondazioni sono sempre meno ed è necessario snellire i Centri di Servizio e trovare un modo di sorvegliare le associazioni». Chi controlla i controllori, insomma. Ma con il nuovo bando le cose potrebbero replicare lo stesso sistema anche se con attori diversi.


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