Quotidiano | Categorie: Politica

Consiglio Regionale: monocolore con la fedelissima Donazzan. Berlato sotterra l'ascia, Moretti tende la mano. Zaia II sistema (quasi) tutti

Di Pietro Rossi Lunedi 29 Giugno 2015 alle 17:50 | 0 commenti

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Sono usciti i nomi degli assessori e sono iniziati i primi confronti interni ed esterni. L'impressione è che la nuova Giunta Zaia, oltre a essere monocolore - a parte la riconfermata Elena Donazzan, la fedelissima del presidente - ha già dimostrato, fin dalle prime battute, un notevole potere di persuasione. In primo luogo sembra rientrata "l'emergenza Berlato", che aveva promesso battaglia con il suo "popolo rurale" se Zaia non gli concedeva un assessorato. Ci sarà la discesa a Venezia delle armate?

A quanto pare sembra di no. "Ho chiesto alle categorie che rappresento di aspettare a scendere in piazza, vediamo se Zaia ci vorrà come alleati o come nemici", ha dichiarato oggi l'unico consigliere di Fratelli d'Italia. Ma ormai gli assessori sono fatti e non si può tornare indietro. "Certo - risponde Berlato - ma ci sono anche altri modi per considerarci alleati, vedremo nelle prossime settimane". Mal di pancia rientrato quindi, magari con un posto in una delle cinque commissioni consigliari permanenti, per esempio la seconda che riguarda le politiche del territorio e le infrastrutture.

Sul fronte opposizione, invece, ottimo lavoro da parte del Presidente del Veneto con quasi tutti i consiglieri, Movimento 5 Stelle a parte. Partenza accomodante di Alessandra Moretti con le parole del suo discorso a Palazzo Ferro Fini:  "Noi non erigeremo muri: troverete un ponte nell'opposizione se oltre alle parole di circostanza, sarete capaci come maggioranza di percorrere con coraggio le traiettorie politiche che possono portare ad un nuovo sviluppo". Ponte già lanciato in occasione delle cariche all'Ufficio di Presidenza. Se infatti uno dei due posti da vicepresidente è andato a Bruno Pigozzo, in quota Pd, il gruppo della Moretti ha votato anche per consegnare la segreteria al rientrante Maurizio Conte, eletto nella lista Tosi.

«Se il centrosinistra vota Conte in maniera compatta e preferisce dare la poltrona a un leghista, questo significa che la casta si ricompatta e difende il fortino - è il commento a caldo di Jacopo Berti del Movimento 5 Stelle - sia chiaro che a noi non interessano le poltrone, ma quella carica al Movimento 5 Stelle avrebbe assicurato un po' di trasparenza. Noi non abbiamo chiesto niente, ma ci spetta di diritto a livello deontologico, visto che siamo arrivati terzi. Invece hanno fatto comunella e hanno saltato il terzo per andare a quarto»


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