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Bilancio Regione, la verità di Zaia: "ridate al Veneto i suoi soldi"

Di Rassegna Stampa Domenica 30 Agosto 2015 alle 17:33 | 0 commenti

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«Noi abbiamo seguito le indicazioni del governo e se ora la Consulta dice che c’è un problema, è del governo e delle Regioni che hanno usato male i fondi, non certo del Veneto». Per il presidente Luca Zaia, la sentenza che boccia il modo con cui le Regioni hanno contabilizzato i prestiti dello Stato per pagare i fornitori, e che apre un buco potenziale di 20 miliardi nei loro conti, oltre a un danno di un miliardo e mezzo, quanto costerebbe al Veneto, rappresenta una beffa.

«Io quelle anticipazioni del governo neanche le volevo» dice. «Ci ho pensato mille volte prima di prenderle. Mi faceva rabbia. I soldi, essendo noi una regione virtuosa, ce li avevamo già, ma congelati per il patto di Stabilità sul conto di tesoreria: 1,3 miliardi a interessi zero. Trovavo assurdo prendere in prestito dal governo i miei soldi, pagandoci pure un interesse: 20 milioni l’anno, più 50 di capitale, da ridare in trent’anni. Feci il diavolo a quattro, poi accettai perché allora l’economia era allo stremo, gli imprenditori si suicidavano, quella liquidità aiutava. Abbiamo pagato un miliardo e mezzo di debiti, regolarmente tutti in bilancio, a 7 mila imprese» dice Zaia.
Le anticipazioni saranno restituite allo Stato «senza necessità di imporre nuove tasse ai cittadini» spiega il governatore, ma quel miliardo e mezzo dopo la sentenza, diventa un ulteriore disavanzo da coprire. «Chiariamo una cosa. Il Veneto i soldi li ha usati per pagare davvero le fatture, non ha fatto come altre Regioni che ci hanno finanziato debiti fuori bilancio, coperto i disavanzi o fatto nuove spese» puntualizza il governatore. A prescindere dal loro uso, però, la Consulta ha ritenuto incostituzionale il modo di conteggiare le anticipazioni di cassa dello Stato nel bilancio delle Regioni. Hanno espanso la loro capacità di spesa, che dopo la sentenza non trova più copertura adeguata.
«La Consulta — dice Zaia — dovrebbe rivolgersi al governo. Noi abbiamo seguito le indicazioni del Tesoro. Le leggi regionali con cui abbiamo dato corso ai pagamenti sono state approvate preventivamente dal ministero. Tanto è vero che la Corte dei Conti non ha avuto niente da ridire e le leggi non sono state bloccate dal governo. E dire che ci hanno impugnato di tutto, pure le legge regionale sulle talpe».
La soluzione cui si lavora adesso è quella di neutralizzare 11 dei 20 miliardi del potenziale buco, ripescando nei bilanci regionali investimenti non finanziati da mutui, e di spalmare i 9 che restano su trent’anni. «Mi costerebbe altri 50 milioni l’anno, ma sarei capace di ripagarmeli da solo. Ridate al Veneto i suoi soldi, e finiamola qui. Invece, verrà fuori la solita pagliacciata di soluzione. Ho visto le ipotesi che circolano. Finiranno per premiare quelli che sprecano davvero, aiutare i soliti» insiste Zaia.
L’idea a cui sta lavorando Palazzo Chigi di togliere i vincoli alla finanza locale, ed applicare alle Regioni e ai Comuni lo stesso parametro europeo di Maastricht, un solo obiettivo invece dei 12 target di pareggio che devono rispettare da quest’anno, gli piace. «Il Patto ha portato alla paralisi il Paese. È fondamentale eliminare i vincoli partendo da chi è virtuoso. Il governo approfitti di questo pasticcio per far decollare il federalismo a geometria variabile, dare più responsabilità a chi ne vuole e sanzionare veramente chi sfora».
Di altri tagli con la nuova legge di Stabilità, in queste condizioni, non se ne parla. «Se li fai a uno che spende più dei costi standard riduci uno spreco, ma se poi linearmente li fai pure a me, che sto dentro ai costi e sono addirittura la Regione di riferimento per i prezzi, incidi sulla carne viva. E a questo non ci sto».
di Mario Sensini dal Corriere della Sera

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