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Assemblea Veneto banca, le relazioni di Francesco Favotto e Vincenzo Consoli

Di Redazione VicenzaPiù Sabato 18 Aprile 2015 alle 13:27 | 0 commenti

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Vi presentiamo in anteprima le sintesi degli interventi di Francesco Favotto, presidenet di Veneto Banca, e di Vincenzo Consoli, suo direttore generale, all'assemblea dei soci per l'esame e l'approvazione del bilancio 2014 e di tutte le decisioni connesse che si sta svolgendo oggi a Venegazzù di Volpago del Montello in provincia di Treviso e di cui vi abbiamo già riferito un'anticipazione.

Ecco la sintesi dell'intervento del presidente Francesco Favotto

 

Inchieste Giudiziarie

In data 17 febbraio Veneto Banca è stata oggetto di perquisizione nelle proprie sedi legali e amministrative da parte degli ufficiali di Polizia Giudiziaria della Guardia di Finanza sulla base di specifico mandato emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma, su segnalazione della Banca d’Italia.

Tutto ciò nell’ambito delle indagini per il reato di “ostacolo all’attività di Vigilanza”, per il quale risultano indagati il dott. Trinca e il dott. Consoli nella loro qualità, all’epoca dei fatti contestati, rispettivamente di Presidente e Amministratore Delegato della Banca. 

Hanno ricevuto un avviso di garanzia che, come noto, è a tutela del singolo e non è un atto di colpevolezza.

Il Consiglio, nelle more delle indagini e in attesa dell’esito delle stesse, ha ritenuto che in virtù della professionalità e del contributo del dott. Consoli alla Banca, resti applicato il contratto che lo lega alla banca fino ad aprile 2016.

Naturalmente la Banca ribadisce la piena fiducia nell’operato della Magistratura e garantisce la massima collaborazione allo sviluppo delle indagini.

Indirizzi Strategici: trasformazione in SPA e scenari futuri

Il 24 marzo di quest’anno è stato convertito in legge il Decreto n.3 del 24 gennaio 2015.

La nuova legge impone a tutte le banche popolari, con un attivo di stato patrimoniale superiore agli 8 miliardi di Euro, di procedere – entro 18 mesi - alla trasformazione da società cooperativa a società per azioni.

Il Gruppo Veneto Banca, con gli oltre 30 miliardi di attivo, rientra nel gruppo delle banche che dovranno intraprendere questo cammino.

Il Governo e il Parlamento italiani hanno ritenuto necessario adoperarsi per innovare un sistema, quello delle banche popolari più grandi, fra cui Veneto Banca, che se mantenuto tale avrebbe potuto mostrarsi non al passo con i tempi.

C’è naturalmente il rischio di vedere attenuati i principi e i criteri della mutualità, della territorialità, delle relazioni, del raccordo tra finanza, imprese, famiglie ed economia locale, ma questo dipenderà anche da come le nuove SpA coniugheranno i loro modelli di business con il nuovo assetto istituzionale.      

Il Consiglio di Amministrazione di Veneto Banca si è messo in moto da febbraio e ha deciso di avviare il processo per passare al nuovo modello istituzionale il prima possibile. Non ha senso aspettare.

La prevedibile maggiore contendibilità degli istituti popolari a valle della loro trasformazione in SPA impone di essere reattivi, pronti e scattanti, come è nella tradizione della Nostra Banca.

La trasformazione infatti aprirà una nuova stagione da un lato di consolidamento delle singole istituzioni finanziarie con la ricerca di soci finanziariamente capaci e aperti a obiettivi di medio lungo periodo (istituzionali) e dall’altro del sistema nel suo insieme, con accordi e/o aggregazioni fra banche.

Per questo il CdA il 15 marzo scorso ha nominato un advisor di elevato standing internazionale (Rothschild) per l’esplorazione e l’approfondimento delle possibili alternative strategiche della Banca nel nuovo scenario che si va delineando, nella prospettiva di creare valore per la banca e i suoi stakeholders, inclusi i soci e dipendenti.

Sono 4 le opzioni strategiche che abbiamo chiesto all’advisor di considerare:

proseguimento stand alone con nucleo di soci forti e uno o più fondi istituzionali in modo da poter aumentare nuovamente il capitale (lo richiederà quasi certamente la BCE);

accordo di aggregazione con una banca già quotata (italiana o europea), in modo che Veneto Banca faccia parte di un grande progetto nel quale portare le proprie competenze, relazioni e fiducia;

accordo con una banca oggi non quotata, per dar vita su base paritetica ad un nuovo gruppo bancario, radicato in territori di successo, senza escludere una sua futura quotazione in Borsa;

altri progetti di posizionamento strategico proposti dall’advisor.

Come ho avuto modo di ribadire nel recente passato, Veneto Banca e il suo Consiglio di Amministrazione nell’ambito delle diverse opzioni sono aperti a qualsiasi confronto che sia costruttivo e che, come detto, crei quel valore incrementale che crediamo sia fondamentale per i Soci, i Dipendenti e i Territori serviti dal nostro Istituto.

Come Consiglio di Amministrazione vogliamo valutare con grande attenzione e senso di responsabilità tutte le opzioni strategiche, consapevoli che il nostro compito è solo quello di formularvi la migliore proposta, nell’interesse dei Soci, della Banca, dei Territori e del Personale e che Voi sarete chiamati a valutare.

L’obiettivo è dunque la trasformazione in SpA abbinata ad un progetto evolutivo di crescita e di ruolo, con la sfida poi di cercare di salvaguardare lo spirito delle cooperative, la vicinanza al cliente e ai territori di riferimento, la mutualità nei territori, il rilievo del piccolo azionista, l’attenzione verso le imprese di cui si concorre allo sviluppo, l’interesse verso i dipendenti e le loro rappresentanze, in sostanza le persone.

Il percorso della Banca nel 2014 e 2015

L’elenco delle singole iniziative è impressionante, ritengo doveroso riferirvelo almeno per punti.

In meno di un anno, Veneto Banca ha:

provveduto a convertire il POC per un importo di 350 milioni di Euro

condotto con successo e in brevissimo tempo un Aumento di Capitale per quasi 500 milioni di Euro

nominato il nuovo Direttore Finanziario nonché Vicedirettore Generale, Cristiano Carrus

superato, ricordo positivamente, gli “esami” Europei sulla solidità della banca

ridisegnato la struttura commerciale, accorciando la rete e semplificando le procedure per servire prima e meglio i nostri clienti

nominato il nuovo Direttore Commerciale, Michele Barbisan, i nuovi responsabili delle aree retail, corporate e private, Doni,  Accetta e Mariani, e i nuovi capi territoriali

approvato un nuovo Piano Industriale, di cui a breve il Direttore vi darà alcuni dettagli

rilasciata una tra le più innovative piattaforme di mobile banking al mondo a detta sia di IBM che del Boston Consulting Group (ci hanno pure invitato a Las Vegas per presentarla in anteprima mondiale)

integrazione e coordinamento dei sistemi di controllo interni, in particolare, audit, rischi e compliance, potenziamento dei Comitati endoconsiliari Strategico, Controllo e rischi, Nomine, Remunerazioni e Amministratori Indipendenti e nuovi Gruppi di coordinamento del management per funzioni e per progetti.

Il Bilancio 2014

La BCE, sulla base di aspettative macro non positive – per inciso le stesse che hanno portato alla manovra di politica economica straordinaria come il QE – ha fissato regole prudenziali di valutazione degli attivi che hanno portato a significative svalutazioni, il tutto attraverso nuove e più conservative  regole applicative degli Standard contabili internazionali.

Queste nuove regole applicative abbinate al protrarsi della crisi, quindi, hanno evidenziato la necessità di contabilizzare rettifiche sui crediti concessi negli anni passati a sostegno delle economie dei territori serviti. Al CdA è sembrato doveroso affrontare subito e per intero tali fattori di criticità. Lo stesso approccio è stato applicato  anche con riferimento alla svalutazione degli avviamenti.

Di qui la perdita dell’esercizio 2014, che mi sento di definire  “tecnica” tant’è che si riscontra anche nei bilanci di molte altre banche comparabili quotate e non.

Tutto ciò non mette in discussione la capacità di generare utile nel futuro, come testimoniato anche dai dati già registrati nel primo trimestre 2015.

Inoltre, entro fine anno, il bilancio potrà beneficiare di utili rinvenienti da alcune operazioni straordinarie di cui vi parlerà il Direttore.

Ci sono quindi tutte le premesse per raggiungere un risultato positivo già nel 2015.

Azioni: Valore e Liquidabilità

Nel rinviare alla relazione illustrativa sulla determinazione del sovrapprezzo dell’azione, ricordo a tutti i soci che questo CdA ha deciso di non emettere nuove azioni in considerazione della prospettiva di trasformazione in spa imposta dalla riforma delle banche popolari.

Il sovrapprezzo che viene rappresentato all’assemblea ha quindi solo un valore segnaletico volto a indicare ai soci gli effetti delle perdite riportate nel bilancio 2014 sul sovrapprezzo delle azioni, in un contesto di continuità e mancanza delle novità normative che obbligheranno l’intero sistema delle banche cooperative a darsi un nuovo assetto.

Nell’attuale situazione di mercato, esso non è espressione dell’effettivo valore della banca per qualsivoglia finalità, considerato che la procedura di determinazione del sovrapprezzo ha finalità perequative nell’ambito dell’ingresso ordinario di nuovi soci nella compagine sociale e non tiene conto dell’impatto della riforma, della perdita del carattere mutualistico dell’organizzazione sociale della Vostra Banca e delle conseguenze sul valore della Banca del possibile nuovo status di società per azioni.

Tutto ciò premesso, la proposta del CdA di indicare in Euro 30,5 il valore delle azioni Veneto Banca, seppure avente finalità diverse, non si discosta significativamente da  quello fissato per il recente aumento di capitale, tenendo conto delle azioni gratuite che verranno assegnate al termine del triennio (c.d. bonus share) e analogamente da quello di conversione del POC considerando la cedola implicita (5%) e la bonus share.

 

Prospettive e Sfide

Per parte mia, a chiusura del mio intervento, vi dico che quanto finora raggiunto è stato fatto con coraggio e sacrificio, non solo nostro, bensì soprattutto di voi soci e dei dipendenti.

E’ stato fatto per aggiornare il funzionamento di Veneto Banca ai nuovi scenari in cui deve operare – ho iniziato parlando della prospettiva europea – e per affrontare con slancio le prossime sfide

La storia non finisce qui.

La struttura c’è, è solida e reattiva, puntiamo a un livello di reddito significativo già a partire dal 2015  sperando di restituirlo, entro i nuovi vincoli europei, a Voi Soci.

 

Ed ecco la sintesi dell'intervento di Vincenzo Consoli, direttore generale di Veneto Banca

 

La cessione delle azioni

L’Istituto è sempre stato negoziatore, cioè facilitatore dell’incrocio tra le domande di acquisto e di vendita. Fino a luglio 2013 domanda ed offerta dei titoli Veneto Banca si sono incrociate con facilità.

Poi sono cambiate le regole: necessità di rispondere a requisiti patrimoniali sempre più stringenti richiesti dal regolatore in vista dell’entrata nell’Unione Bancaria Europea; il blocco del fondo per il riacquisto delle azioni proprie ha ulteriormente frenato il processo.

In fase di studio un processo telematico basato su una soluzione informatica offerta dall’ICBPI, grazie alla quale le filiali potranno inviare gli ordini di acquisto e di vendita che saranno eseguiti da un terzo gestore tramite un meccanismo di asta.

Il ritorno alla redditività, inoltre, confermerà che Veneto Banca è un’azienda sana, tornando a creare valore ritornerà la serenità e si allenterà la tensione sulle vendite.

 

Bilancio 2014 del Gruppo Veneto Banca

Il bilancio 2014 può essere correttamente letto solo se inserito in un quadro più ampio, che tenga conto da un lato degli incisivi cambiamenti della cornice normativa e di quanto questi abbiamo condizionato i risultati dell’intero sistema bancario italiano,  dall’altro della virulenza e della durata della crisi economica in atto.

• Prodotto bancario lordo: 64,3 € MLD (+1,2% a/a).

• Raccolta diretta: 24,6 € MLD (+2,6% a/a).

• Raccolta indiretta: 15,8 € MLD distribuito in misura equilibrata tra la componente gestita e quella amministrata (+7% a/a).

•  Stock impieghi: 25,3 € MLD (+0,4% a/a).

Confermata la vocazione di banca territoriale: il Gruppo nel 2014 ha erogato 2,4 € MLD di nuovi finanziamenti a imprese e famiglie e il controvalore complessivo dei nuovi mutui è stato di 527 milioni, in crescita del 13,5%.

Oltre il 90% delle posizioni affidate dal Gruppo Veneto Banca ha un taglio medio inferiore ai 250 mila euro. Le famiglie e le PMI rappresentano l’80% degli impieghi.

 

Stato Patrimoniale

Nel corso del 2014 sono state realizzate alcune importanti misure di rafforzamento grazie alle quali Veneto Banca ha superato gli esami dell’Asset Quality Review e gli Stress Test condotti dalla BCE e dall’EBA:

• la conversione del prestito obbligazionario convertibile per un controvalore di 350 milioni di euro perfezionata il 30 giugno

• l’aumento di capitale di 475 milioni di euro effettuato tra giugno e luglio.

I coefficienti “pro-forma” considerando le operazioni di rafforzamento in corso si stimano rispettivamente al 10,3% (CET1) e all’11,6% (Total Capital), contro i requisiti minimi richiesti, rispettivamente del 10% e 11%.

 

Conto Economico

Poiché  gli esercizi 2013 e 2014 hanno visto contabilizzati diversi eventi straordinari, per favorire il raffronto sono stati presentati in assemblea  dati epurati da tali componenti.

• margine di intermediazione in linea con il 2013.

• margine di interesse rappresenta il 60% dei ricavi complessivi generati dalla gestione caratteristica.

• costi operativi in diminuzione dell’1,2%.

• costo del personale in diminuzione del 2,5%.

Sulla performance reddituale complessiva incidono pesantemente gli effetti delle rettifiche su crediti.

Il risultato netto negativo va interpretato e collocato in una giusta prospettiva e nasce da due fattori: rettifiche sui crediti e sugli avviamenti.

Rettifiche sui crediti: totale recepimento dei risultati emersi dall’AQR.

Svalutazione avviamenti: impatto sui conti di 671 milioni di euro e una riduzione pari a circa il 65% del valore della voce rispetto alla rilevazione di fine giugno 2014.

 

Piano Industriale 2015 – 2017

Il Piano Industriale approvato dal Consiglio d’Amministrazione si basa su un’ipotesi stand alone e fa leva su 4 pilastri:

• La nuova spinta sui mercati: la Direzione Commerciale e filiera di rete

La filiera distributiva è stata riorganizzata con un accorciamento della catena decisionale (eliminate 24 aree e create 8 nuove Direzioni Territoriali).

E’ stata completamente riorganizzata la Direzione Commerciale, alla cui guida sono stati messi 4 giovani manager di grande esperienza, creando nuove figure di animazione commerciale (District e Sales Manager) che svolgeranno un ruolo importante nel recupero della redditività.

L’efficienza migliorerà notevolmente grazie alla piena attuazione del progetto di multicanalità integrata, che moltiplica le sinergie tra di diversi canali attraverso i quali si svolge l’attività bancaria (filiali, device mobili, rete dei promotori, contact centre).

Nuova rete di private bankers che faranno riferimento a 10 centri private.

Rafforzamento dei servizi di corporate finance e comparto estero.

• Una diversa struttura dei costi

Razionalizzazione della rete delle filiali e contenimento dei costi amministrativi e affitti.

Razionalizzazione dei costi del personale con riduzione delle risorse, blocco del turn over e taglio dei costi legati a fringe benefit e premi.

• La riduzione del costo del rischio

Affidamento a tre società specializzate il recupero di crediti past-due ed incagli sotto i 50 mila euro.

In programma vendita di portafogli selezionati di NPL (0,5 Mld euro).

Nuova strategia di gestione differenziata dei cosiddetti “non core asset”.

• Il rafforzamento patrimoniale attraverso la razionalizzazione societaria

Cessione della quota di maggioranza di BIM e IPIBI.

Gli obiettivi del Piano Industriale 2015 – 2017:

• impieghi lordi + 3,6%.

• raccolta diretta + 2,4%.

• raccolta indiretta +7,4%.

• progressiva ripresa della redditività fino a 170 milioni nel 2017.

• Rote 2017: 7,1%.


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