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Vicenza: gracilità, punti oscuri e sicurezza. E torni la "commissione ornato"

Di Citizen Writers Sabato 5 Dicembre 2015 alle 13:10 | 0 commenti

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Riceviamo da Adriano Verlato e pubblichiamo
Guardo il mondo e sono preoccupato, guardo la nostra Europa e i timori continuano; mi rivolgo, allora, al mio ombellico vicentino per un po' di tregua. Ma sarà cosi? Vediamola questa nostra città che nel suo centro storico ha un certo aplomb architettonico, ma che, appena fuori, sembra un paesotto costruito alla buona. Capisco che le periferie sono una sofferenza ovunque, tuttavia, non per questo dobbiamo far finta di nulla.

Credo che ogni quartiere periferico dovrebbe essere organizzato come una mini città. Una piccola dépendance di vigili urbani e altre forze dell'ordine in loco, restauri fatti con gusto e divieto di usare per gli edifici orribili colori rosa, viola o giallo limone.

Una volta, esisteva in Comune una commissione ornato che dava indicazioni su questa materia. Sarebbe bene, forse, rimetterla in funzione. Un piccolo sguardo alla Toscana non sarebbe male, Le sue campagne hanno edifici che si mimetezizzano con il paesaggio e il risultato è estremamente gradevole. Questo principio potrebbe giovare anche alle periferie.
La città è invasa dalle automobili. Le multe, a ritmo continuo, non riescono ad arginare l'uso del mezzo. Dispiace vedere che, a volte, anche i parcheggi ufficiali hanno posti liberi che non vengono utilizzati perché è più comodo lasciare la vettura a un metro da dove si vuole andare. Dicevo che le multe fioccano, ma solo per i divieti di sosta, Sarebbero, invece, molto più utili per violazioni che mettono a repentaglio la sicurezza di pedoni e ciclisti: la velocità eccessiva, in primis. A seguire, la mancata segnalazione di svolta, la non precedenza data a chi attraversa sulle strisce e così via. E poi, c'è l'inquinamento. Più traffico, più inquinamento. Proprio in questi giorni sui media si parla -  l'ha fatto anche chi scrive queste note - del gravissimo inquinamento della valle Padana, ma tutto sembra scorrere via nell'indifferenza generale. Naturalmente, il problema va condiviso con tutto il territorio coinvolto , ma questo non esime che ognuno parta dal suo cortile. Le polveri sottili non si vedono e quindi non esistono. Purtroppo, i loro effetti, penetrando nei bronchi e nei polmoni, si fanno sentire, eccome. La superficialità con cui noi cittadini accettiamo le cose che ci danneggiano è incredibile. Tornando, per un momento, alla circolazione in città, da utilizzatore della bici, constato la follia di quei posti macchina, fuori legge, in carreggiata (tipo san Felice) che nelle ore di punta costringono il ciclista a viaggiare, anche per salvarsi dall'apertura inopinata delle porte delle vetture, vicino alla mezza via, impedendo lo scorrimento delle auto e rischiando, nel contempo, di essere "sportellato" da qualche guidatore impaziente.
Dopo tante segnalazioni è stato posato un po' di asfalto tra Porta Castello e scuole di san Felice. Rimangono sempre le voragini tra dette scuole e via Milano, compreso lo spazio della rotatoria. Un'altra cosa che sarebbe utilissima, per concittadini non più giovani, sono i gradini degli autobus che dovrebbero arrivare più vicini al livello strada. E di ogni giorno la visione di persone in difficoltà nel salire e scendere dagli stessi.
Ci sarebbe anche da scrivere sui maleducati che considerano strade e marciapiedi come pattumiere. Ci sarebbe da riprendere il discorso sulla sorveglianza della città da parte dei vigili che, purtroppo, latita e la cui opera sarebbe, invece, fondamentale per una migliore vivibilità. Tra l'altro, quando si deciderà la nostra polizia locale a sanzionare i ciclisti, la maggioranza, che non hanno o non utilizzano fanale e caterinfrangente? Li tengono spenti, addirittura, quelli che li avrebbero funzionanti sulla loro bici. Qualcuno si annoierà per il mio tornare su piccole cose quotidiane che io ritengo altrettanto importanti dei massimi sistemi sulla cultura vicentina e che fanno parte, pure loro, di una cultura civica che dovrebbe essere prodromica ad ogni altra.

Leggi tutti gli articoli su: Adriano Verlato

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