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Soluzioni Tav – Tac a Vicenza e “per” l'area: senza suggeritori vince potenziamento stazione Viale Roma con più piccola in Fiera

Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile VicenzaPiù) Sabato 2 Aprile 2016 alle 18:15 | 0 commenti

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Di Giovanni Coviello in collaborazione con Francesco Battaglia

Subito dopo le anticipazioni della stampa locale meglio "acquartierata" e dopo la tecnicamente quasi inutile, a quel punto, conferenza stampa di Variati e Dalla Pozza sull'esito delle comparazioni chieste a Rfi tra le varie ipotesi prospettate per la Tac Tav a Vicenza, è iniziato il girotondo di commenti e umori in merito alle soluzioni prospettate e analizzate da Italferr per Reti Ferroviarie Italiane e le cannonate contro le analisi alzo zero e con numeri taroccati di cui scriveremo in seguito anche se la questione è chiara aritmeticamente a chi sappia solo che 1 + 2 fa tre e non -100.000 e di quali interessi, non sempre pubblici ma più speso privati, sia referente il giornale degli industriali.

Se, poi, alcuni comitati hanno subito espresso apprezzamenti per la cancellazione della grande stazione in fiera, auto complimentandosi finanche d'essere promotori dell’avvenuto cambio di marcia che avrebbero intrapreso Rfi e Comune, che però, ricordiamolo finora è stato solo il “committente” politico dello studio (da polis, “per la città”),  spiccano i nostalgici, mediatici e politici ma “in nomine dominorum”, dello “spendiamo tanto e comunque”, come nei tempi da… Lupi,   dimenticando non solo l’economicità ma soprattutto la sostenibilità del progetto in una città e un’area già dissestate e ancora “alluvionabili” per inseguire speculazioni a go go, di cui proprio la zona di Borgo Berga, in cui si voleva la stazione da accoppiare a quella in Fiera, è l’esempio più drammatico. Se eccedono nel cantare vittoria i comitati, ricchi a volte di tante parole, ma non abbastanza di aderenti realmente impegnati a non dire solo “no” ma a guardare anche oltre il proprio giardino, e se quei nostalgici stanno criticando la giunta a trazione Variati, che preferirebbe e magari sperava che i “domini”, i “padroni” del vapore, accettassero, senza troppa ingordigia, la soluzione di apparentemente logico compromesso di una stazione rinnovata e potenziata a Viale Roma e di una “di servizio” in Fiera, vediamo di fare il punto, lontano dagli interessi di parte, sull’analisi di Rfi, che, intanto, come è noto, ha escluso dalla comparazione una delle quattro ipotesi sottoposte ad esame, si tratta della soluzione in cui era prevista una stazione in AV/AC in zona fiera di grandi dimensioni che assegnava alla stazione di viale Roma un ruolo secondario declassandola a stazione SFMR.

Da quanto si legge nella lettera di trasmissione inviata a palazzo Trissino, la soluzione esclusa dalla comparazione non risulta in linea con le politiche commerciali di Rete Ferroviaria Italiana perché il sistema AV AC ha pieno successo solo quando inserito in un contesto urbano. Inoltre viene specificato che nello studio di fattibilità originario, veniva previsto il completo smantellamento della stazione di via Roma in previsione dell’interramento del tracciato per l’attraversamento cittadino, sostituita dalla nuova stazione centrale in zona fiera.

Nell’ipotesi accantonata, la stazione avrebbe dovuto svolgere un collegamento urbano – da centro a centro- ipotesi non perseguibile da Rfi sia perché non in linea con la domanda delle imprese di trasporto, sia perché cosi facendo si andrebbe a depauperare l’attuale stazione di viale Roma dal ruolo di polarità che attualmente riveste, la cui centralità ne fa un punto di riferimento per la cittadinanza.

Comparazioni RFI tra Tac Tav a VicenzaNelle tre restanti soluzioni comparate (si vedano sintesi di confronto allegate nella foto accanto, ndr), sono state individuati in rosso i fattori più critici, in giallo quelli di media criticità e in verde quelli con lieve criticità. Per l’analisi sono stati messi a confronto vari temi, dalle diverse soluzioni logistiche in relazione alla complessità di realizzazione, piani d’esercizio, accessibilità alle stazioni, intermodalità, fruibilità, impatti ambientali e paesaggistici, urbanistici, rumore, cantierizzazione e il non trascurabile fattore economico, già oggetto di osservazione da parte di Iricav DUE (General Contractor).

 

Dal confronto ne deriva che le criticità riscontrate, si equivalgono in ognuno degli scenari proposti, il piano d’esercizio, così come richiesto da Variati nei mesi scorsi, rispecchia l’ottanta per cento delle fermate transitanti per Vicenza, con una quantità di treni in fermata pari a 74 treni giornalieri (37 coppie) su un totale di 90 transitanti (45 coppie). Dalla corposa analisi si evince inoltre la possibilità di aumentare la capacità di 4 treni all’ora per ogni senso di marcia nelle ore di punta. Decisamente un passo in avanti guardando ai tempi addietro, quando Vicenza non doveva neanche essere interessata dalla linea AV/AC mentre ora si passerebbe da 22 coppie di treni (un Eurocity e 21 Freccia Bianca) o 44 treni transitanti sulla linea Milano – Venezia a 37 coppie (delle varie tre tipologie di Freccia)  o 74 trani transitanti con solo 9 coppie (18 treni) della tipologia Freccia 1000 e, quindi, non stop da Milano a Venezia. Se, poi, questo non basta né per il direttore della stampa confindustriale, che in un suo corsivo a caldo ha trasformato il tutto in “un trenino”,  né per i suoi collaboratori, per i quali 37 coppie di tre tipologie di treni Freccia (non Intercity come errava) sono uguali alle 22 di oggi, non basta che il consigliere Stefano Fracasso precisi i numeri come ha fatto per vederseli relegati nella rubrica delle lettere accanto a quella, tanto cara al GdV, dei morti…

Se questo è stato un ennesimo esempio di buona e documentata informazione lo dicono i numeri, per cui torniamo umilmente a riferire dei fattori più evidenti dell’analisi comparativa che evidenziano forti criticità soprattutto per la prima soluzione, come di seguito riassunto:

Soluzione 1 - Stazione AV/AC in zona Fiera e SFMR a Borgo Berga

Viene mantenuta l’idea originaria dello studio di fattibilità (2014), il costo dell’opera è attorno a 1.750 milioni di euro, i tempi stimati di realizzazione sono 93 mesi, con maggiori tempi e maggiori costi di realizzazione dovuti alla scelta progettuale. Questa prevede maggiori e più complessi lavori, necessari all’interramento della linea quadruplicata e soprattutto all’innalzamento dei binari in prossimità della stazione a Borgo Berga per la realizzazione dei marciapiedi della nuova fermata per Padova.

Soluzione 2 – Stazione unica in viale Roma

In questa soluzione viene mantenuta e adeguata l’attuale stazione (unica), il costo dell’opera è di circa 770 milioni di euro, mentre sono ridotti anche i tempi di realizzazione, previsti in 68 mesi. Si presenta, poi, in alternativa alla prima, senza dubbio con un impatto minore sull’intero territorio.

Soluzione 3 – Stazione in viale Roma e stazione secondaria in fiera

Rispecchia la soluzione 2, cui va ad aggiungersi una nuova stazione in fiera, di dimensioni ridotte rispetto a quelle ipotizzate nello studio di fattibilità. Tempi e costi di realizzazione si discostano poco dalla soluzione n° 2 con 804 milioni di euro per la realizzazione, poco più di 30 milioni aggiuntivi rispetto alla precedente ipotesi, dovuti alla nuova stazione in fiera che avrebbe la prerogativa, però, di offrire un valore aggiunto rispetto alla precedente. Da un lato una stazione secondaria in fiera, con fermate programmate in vista di eventi fieristici, dall’altro la linea del filobus, già ipotizzata nel PUM, che collega da est (via della Serenissima) a ovest la città, prevedendo un’intermodalità completa per l’intero territorio urbano. Nell’intervento è anche previsto il completamento di via Martiri delle Foibe per meglio collegare la zona Est con la stazione Centrale e viceversa. Unica pecca della stazione in fiera, che rimarrebbe comunque anche nel caso di stazione unica, potrebbe rivelarsi la non prevista possibilità di funzionare anche da scalo merci, relegando questa funzione alla sola stazione centrale.

 

In linea con l’analisi di Rfi è anche la relazione di Polinomia srl, incaricata dal Comune di redigere uno studio d’impatto ambientale sulle soluzioni proposte. Come si legge nella relazione pubblicata sul sito del Comune di Vicenza: “Gli interventi sulla viabilità previsti negli scenari 2 e 3 appaiono infatti più equilibrati nel migliorare l’assetto della rete sia nel quadrante ovest che in quello est, nonché nel rafforzo degli assi tangenziali che si dipartono dai caselli dell’A4”.

Su questi fattori la Giunta Variati insieme ai comitati e alla cittadinanza dovranno confrontarsi nei prossimi mesi al fine di dare il via libero definitivo alla progettazione che porterà l’intera provincia all’interno del cicuito AV/AC.

In attesa di valutare i singoli passi che verranno compiuti e pronti a vigilare su progetti faraonici, che non farebbero da volano aggiuntivo se non minimamente per il lavoro, come leggiamo, ma soprattutto per espropri a favore dei soliti noti e  non rispettosi del fragilissimo equilibrio idrogeologico della zona, una critica la condividiamo, ma parzialmente con la stampa locale:  se l’utilizzabilità per Vicenza di 37 coppie di treni che vi si fermano con solo 9 che la attraversano deve essere, come pare, l’ultima opportunità per tutta l’area che gravita intorno al capoluogo di “entrare in comunicazione efficiente” col resto del mondo a breve e medio raggio, ci sembra molto limitativa la volontà di voler interpellare solo 30.000 vicentini residenti in centro intorno alla stazione di Viale Roma da qui ai prossimi mesi.

La critica è parziale perché la consultazione di 30.000 come di 100.000 o di tutti i residenti interessati e in grado di intendere e volere ci sembra una parodia di democrazia, condizionata come sarà da speculazioni e deviazioni di informazioni.

Il Comune e Variati hanno gli strumenti (mediatici e di consultazione diretta) per informare compiutamente tutti in tutte le sedi. Lo facciano, raccolgano le annotazioni e ognuno, Variati in primis, si prenda le sue responsabilità, senza mediare con i… Vescovi di turno che riferiscono ai pessimi Roi e Cardinali del passato che tardano a morire,  prima che qualcuno abusi delle sue con lobby negative o che RFI, stanca di aspettare, i binari li metta comunque ma per bypassare Vicenza.

Non sarebbe la prima volta che i “domini” di Vicenza vincano… uccidendola.

BPVi docet.

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