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Tav, nell'elenco di Delrio manca un pezzo nella tratta veneta

Di Rassegna Stampa Lunedi 20 Aprile 2015 alle 22:11 | 0 commenti

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Mentre nel Def sono state confermate tra le trenta opere prioritarie le tratte Brescia-Verona e Verona-Padova dell'Alta velocità ferroviaria, non c'è nel documento il nodo cittadino scaligero, 180 milioni di euro. D'Arienzo (Pd): spero che il motivo sia solo tecnico
Sorpresa: all’alta velocità ferroviaria nel Veneto manca un pezzo. Non è vero, infatti, che la linea sia stata confermata in toto nel passaggio dal documento delle infrastrutture strategiche vigente sotto l’ex ministro Lupi a quello, redatto in allegato al Def pochi giorni fa, sotto l’egida del nuovo titolare delle Infrastrutture, Graziano Delrio.

E’ stata, è vero, confermata la linea Brescia-Verona, di competenza del consorzio Cepav 2 e che nel cronoprogramma di Lupi avrebbe dovuto vedere i primi cantieri aperti entro giugno. E’ stata, certo, mantenuta nell’elenco la tratta tra Verona e Padova, con il passaggio cruciale di Vicenza ancora da definire, ma con la fine dell’anno come termine ultimo per avere l’ok al progetto definitivo e a ruota i cantieri. Ma a mancare è il nodo centrale tra le due tratte, quello che riguarda la sola città di Verona. Euro stanziati in precedenza: 180 milioni. Espunto al pari della Ragusa Catania o della tangenziale Est di Lucca, per fare degli esempi.
Lo si evince dal raffronto, voce per voce, tra i due documenti. Nel secondo dei quali, quello più recente, Delrio ha anche voluto dare un segnale rispetto alle inchieste recenti, pur confermando l’impianto votato alla ripresa della infrastrutturazione ferroviaria e autostradale, punto fisso del governo Renzi. Ed ha così mantenuto solo le opere considerate davvero fondamentali, dimagrendo l’elenco per dar corso alle vere priorità. Ma il nodo veronese, il collegamento con la città della linea ad Alta velocità, davvero non è prioritario se lo sono le tratte che gli dovrebbero passare attorno? “Come indica chiaramente il decreto Sblocca Italia – commenta il deputato Pd Vincenzo D’Arienzo, veronese, renziano – la calendarizzazione delle infrastrutture strategiche è legata all’esistenza dei progetti e al loro livello di avanzamento. Il nodo Av/Ac di Verona, purtroppo, non ha ancora una progettazione: dunque per il 2015 non raggiunge il livello di avanzamento necessario ad essere inserito nel programma delle opere strategiche, a differenza delle altre tratte dell’Alta velocità tra Brescia e Padova, per le quali c’è già il preliminare ed è già stata affrontata almeno una conferenza di servizi”.
Tutto normale, dunque? Le inchieste fiorentine sulla “struttura di missione” interna al ministero, che hanno riguardato anche protagonisti delle opere progettate per il Nordest, e le dimissioni (conseguenti, anche se presentate da non-indagato) del ministro Maurizio Lupi quasi certamente rallenteranno di qualcosa l’iter dei progetti. Ma questa consolazione è troppo magra per pensare che, comunque, in qualche modo il nodo veronese farà in tempo a raggiungere le altre tratte sul tavolo che conta del dicastero. “Se la ragione è quella che ho indicato, e voglio crederlo – riprende D’Arienzo – la posso capire, tra l’altro quei 180 milioni stanziati servono per fare il progetto preliminare. Se non dovesse essere quello il motivo, però, un’ora dopo sarei nell’ufficio del ministro Delrio. Ma credo e voglio ritenere che la ragione sia quella tecnica”.
L’iniziativa del progetto è stata da tempo oggetto di un balletto tra enti locali e consorzio, o “general contractor”. Il nodo di Verona costringe ad un ragionamento tra il passaggio per il Quadrante Europa, per portare verso la città la linea ad alta velocità, o altre soluzioni esplorate finora solo a parole. “Certo, dalle amministrazioni la causa va perorata tutti i giorni – insiste D’Arienzo – ma tocca poi ai consorzi attivarsi in via definitiva. Comunque ci sarà il tempo per recuperare il nodo di Verona. Anzi, ci deve essere, per evitare un paradosso: quello di avere l’alta velocità tra Brescia e Verona e tra Verona e Padova, ma non nel cuore del capoluogo. Sarebbe inaccettabile”.
di Giovanni Salvatori da VeneziePost

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