Rischio idraulico "da cemento", Veneto prima regione d'Italia
Lunedi 9 Febbraio 2015 alle 10:41 | 0 commenti
Cinque anni di maltempo e cemento «Ora serve il 37% di opere in più» . Dossier dell'Unione bonifiche sul rischio idraulico, Veneto prima regione d'Italia: «La situazione peggiora» . Il Veneto è la regione a più alto rischio idraulico.
Emerge dal dossier «Italia sicura», presentato dai Consorzi di bonifica giovedì alla Presidenza del Consiglio, nell'ambito dell'incontro organizzato dall'Associazione bonifiche e irrigazioni per presentare il Piano nazionale sulla riduzione del rischio idrogeologico.
Secondo i dati presentati dall'Unione veneta bonifiche (Uvb), negli ultimi cinque anni è aumentata del 37,5% la necessità di investimenti per rendere sicura la nostra regione. I motivi sono tre: «una pervicace scelleratezza urbanistica che ha consentito di costruire ovunque, perfino nell'alveo dei fiumi, con cementificazioni irresponsabili e causa certa di inondazioni, frane, smottamenti ed erosioni», ma anche di aver reso il suolo ormai impermeabile, cioè non più in grado di assorbire acqua; lo spopolamento della montagna, l'eccessivo consumo del suolo e l'invasiva presenza dell'uomo sulle coste; la variabilità climatica, con piogge intense e concentrate nello spazio e nel tempo. Ovvero: oggi in 24/48 ore cade lo stesso quantitativo d'acqua un tempo dilazionato in una settimana. Ecco perché ora per evitare nuove alluvioni e frane c'è bisogno di un 37% di interventi in più.
«Nel 2015 i progetti proposti per un Veneto idraulicamente sicuro sono 685, traducibili in un investimento di 1,7 miliardi di euro - spiega Giuseppe Romano, presidente di Uvb - . Parliamo in prevalenza di misure che non rientrano nelle azioni ordinarie sostenute dai privati: si tratta di manutenzioni straordinarie delle opere di bonifica, di sistemazione e regolazione idrauliche, di ripristino di fenomeni di dissesto idrogeologico. In una situazione complicata, che ci mette di fronte ad alluvioni e allagamenti sempre più frequenti, i Consorzi di bonifica hanno già inserito nel programma di #italiasicura una lista di 105 progetti direttamente cantierabili, per un importo di 217 milioni di euro. Progetti che riguardano la laminazione delle piene dei vari corsi d'acqua, il potenziamento degli impianti idrovori e delle opere idrauliche».
Tra le 105 opere cantierabili emerge lo scolmatore di piena Limenella Fossetta, che garantirà entro il 2017 la difesa idraulica di Padova Nord, essendo in grado di sottrarre, in piena, una portata di circa 10 metri cubi al secondo d'acqua. Comporta un investimento di 18,5 milioni, suddiviso tra Regione, Comune di Padova, Consorzio di bonifica Bacchiglione e Stato e «salverà » in particolare i quartieri Arcella e Montà . Poi ci sono le opere di laminazione delle piene del fiume Agno-Guà , attraverso l'adeguamento dei bacini demaniali di Trissino e Tezze di Arzignano. Parliamo di un'opera con una capacità di invaso pari a 3,5 milioni di metri cubi, che sorgerà nell'area demaniale di 80 ettari delle rotte del Guà a fine 2016 e prevede 15 milioni di euro di costo, sostenuto da Regione e Consorzio Alta Pianura Veneta. Per Castelfranco invece il Consorzio di bonifica Piave sarà gestore della cassa di espansione sul torrente Muson, nei Comuni di Riese Pio X e Fonte, che sarà completata entro due anni e avrà una capacità di invaso di un milione di metri cubi d'acqua. Spesa: 8,6 milioni a carico della Regione. Il Consorzio sta inoltre realizzando due casse di espansione da 50 mila metri cubi di capacità ciascuna sul Rio Dosson, per salvaguardare l'area a sud di Treviso (Preganziol, Quinto di Treviso). Il preventivo è di 2,2 milioni di euro.
Sono infine in corso i lavori di costruzione della cassa d'espansione di Sernaglia della Battaglia (60 mila metri cubi d'acqua) lungo il torrente Patean, con una spesa di un milione di euro.
«Gli altri interventi sono il potenziamento di impianti idrovori e degli argini, la risagomatura e la ricalibratura di canali e corsi d'acqua principali, per aumentarne la capacità di invaso - aggiunge Andrea Crestani, direttore della Uvb -. Noi abbiamo chiesto al governo i 217 milioni per le 105 opere cantierabili, speriamo di avere il piano finanziario per quest'anno, in modo da poter iniziare la progettazione nel 2016».
Di Michela Nicolussi Moro, da Il Corriere del Veneto dell'8 febbraio
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