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Profughi: 72 arrivi a Vicenza, ma solo metà restano. Alfano: "A oggi tanti immigrati quanti stesso periodo 2014"

Di Pietro Rossi Martedi 23 Giugno 2015 alle 18:47 | 0 commenti

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Per molti profughi Vicenza è solo un posto di passaggio. Dei 72 (fonte questura) arrivati in città in questi due giorni solo la metà si sono lasciati identificare. E oggi è arrivata anche la relazione del ministro Alfano. Un "hub" previsto anche in Veneto.

I rifugiati, provenienti da Reggio Calabria e Salerno sono finiti alla caserma Sasso per le procedure di accertamento ma solo il primo gruppo - circa 35 persone - provenienti dal Mali, hanno accettato l'iter di identificazione.

Per loro è scattato il piano di accoglienza presso l'Hotel Adele di Vicenza. L'altro gruppo, invece, composto da nigeriani , palestinesi, siriani e libanesi, non hanno accettato la fotosegnalazione e, dopo la denuncia, se ne sono andati. La questura aspetta altri altri 28 migranti nei prossimi giorni.
E proprio oggi il ministro degli interni Angelino Alfano - parlando alla commissione Affari Costituzionali - ha reso noti i dati sull'immigrazione. Dall'inizio del 2015 ad oggi ci sono stati 428 sbarchi sulle coste italiane, che hanno trasportato nel nostro paese 59.606 immigrati. Un numero analogo allo stesso periodo del 2014.
La stragrande maggioranza dei profughi, il 92%, è partito dalla Libia e ha visto una maggioranza di eritrei (25%), seguiti da nigeriani (10%), somali (9%) e siriani (7%)
Dal rapporto di Alfano emerge che le domande di asilo definite nel 2015 sono state 22mila, con un aumento del 49% rispetto al 2014 mentre lo status di rifugiato è stato concesso nel 6% dei casi, la protezione sussidiaria ha riguardato il 18% dei richiedenti, i permessi umanitari sono stati accordati al 25%. Il 48% dei migranti hanno ricevuto risposta negativa alla richiesta di asilo.
In totale sono 78mila i migranti ospitati in Italia, tra strutture di accoglienza temporanea (48mila), sistema di accoglienza per richiedenti asilo (20mila) e centri governativi (diecimila). "Gli attuali Centri per richiedenti asilo (Cara) - ha sottolineato Zaia - muteranno funzione in hub regionali per gestire numeri elevati: qui i migranti potranno formalizzare la domanda di protezione, per poi essere inviati verso le strutture di seconda accoglienza". Uno dei questi hub dovrebbere sorgere in Veneto, in mezzo a una bufera di polemiche.
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