Primarie, patto tra le signore del Pd: Puppato tifa per Rubinato anti Moretti in Regione
Martedi 21 Ottobre 2014 alle 09:37 | 0 commenti
				
		
		di Alessio Antonini*
Il regolamento delle primarie del 14 dicembre deciso sabato sera è stato imbustato con il programma (Cantiere Veneto 2015) e spedito alle sedi degli alleati storici dei democratici veneti. Una copia è partita all'indirizzo dei vendoliani di Sel, un'altra agli ex dipietristi dell'Italia dei Valori e un'altra ancora ai «quasi venetisti» di Rifondazione Comunista (Fsv). Altre due copie sono state inviate ai montiani che fanno capo a Scelta Civica e ai rappresentanti dell'Udc.
Un'ultima copia infine è rimasta nei cassetti dell'ufficio del quartier  generale del Pd in piazza De Gasperi. Ed è già pronta per essere inviata  agli amici-nemici del Nuovo Centro Destra («E a tutti quelli che  vogliono dare un segnale di discontinuità con la gestione Zaia-Galan»,  ripetono i democrats). Insomma, tutto è pronto per decidere il candidato  che dovrà sfidare l'attuale governatore, tranne l'ufficialità dei  partecipanti alle primarie. Fuori casa Pd (sempre che non passi in  queste settimane la legge Padrin sui due mandati), potrebbe candidarsi  Pierangelo Pettenò (Rifondazione), mentre tra le file dei democratici i  nomi iniziano già a diminuire. Dato per quasi certo quello  dell'eurodeputata Alessandra Moretti, sostenuta anche dalla minoranza  Dem che faceva capo a Bersani (di cui era il portavoce), sembrerebbe  sparito dal paniere quello di Laura Puppato che nell'incontro di sabato  ha contribuito ad abbassare la quota delle firme necessarie alla  candidatura portandole da cinquemila a quattromila (una cifra comunque  alta che più di qualcuno ha visto come una regola ritagliata per  l'eurodeputata sostenuta dalla segreteria). La senatrice però non  avrebbe tirato sulla quota minima di firme per se stessa (fino a poco  tempo fa le voci la davano intenzionata a partecipare alle primarie),  quanto per la collega trevigiana Simonetta Rubinato, che, avendo già  fatto tre giri a Montecitorio (il regolamento interno del Pd limita a  tre i soggiorni parlamentari e Renzi è tipo da concedere poche deroghe),  dovrà lasciare comunque vacante lo scranno romano. E in vista della  sparizione del Senato elettivo dove siede oggi Puppato, il patto tra le  due democratiche diventa una strategia di continuità elettiva per  entrambe. Puppato potrebbe infatti spostare i suoi voti a Rubinato alle  primarie e in cambio otterrebbe il pacchetto della collega di Roncade  per percorrere la via Romana. Resta il fatto che sabato i democratici  hanno voluto votare in allegato al regolamento (così la norma non si  applica agli altri partiti della coalizione) una clausola di  incandidabilità a consigliere regionale per chi partecipa alle primarie.  Questo, nell'ottica della segreteria regionale, eviterà un possibile  intasamento di candidature alle primarie e permetterà di concentrare i  voti sulla figura indicata dal partito. L'allegato però potrebbe  effettivamente scoraggiare alcuni candidati che, forti comunque di un  certo numero di preferenze, potrebbero optare all'ultimo minuto per un  ritiro della candidatura alle primarie in cambio di un posto sicuro a  palazzo Ferro Fini. In fondo, i nuovi consiglieri regionali avranno la  possibilità di sedere nel nuovo senato non elettivo (che decorrerà con  l'inizio dalla nuova legislatura romana) e quindi Rubinato (ma è solo un  esempio) potrebbe finire a palazzo Madama. Magari proprio sullo scranno  che oggi è di Puppato. 
*Da Il Corriere del Veneto
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