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Passeggiate vicentine , "con" Antonio Dall'Amico, Attilio e Luigi Veronese

Di Federica Ceolato Lunedi 15 Settembre 2014 alle 13:10 | 0 commenti

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Passeggiate vicentine: primo itinerario tematico dal centro storico verso il monte, attraverso le opere dei paesaggisti vicentini e le testimonianze dei familiari

E' stato presentato ieri, domenica 14 settembre, il primo dei tre approfondimenti in programma all'interno della mostra Tra le mani, il cielo – l'arte del Novecento incontra Monte Berico. L'incontro, ideato da Agata Keran, è denominato Le passeggiate vicentine, dalla città al santuario ed è dedicato alla memoria di Antonio Dall’Amico, Attilio Veronese e Luigi Veronese, artisti vicentini di cui è stata messa in evidenza la produzione paesaggistica.

«Gli artisti del primo Novecento – spiega la curatrice - avevano un'idea dell'arte molto diversa rispetto ad oggi, per cui essere artisti significa essere presi dalle tendenze, dalle dinamiche del mercato che permettono all'artista di sopravvivere. Gli artisti di allora, invece, erano anche abilissimi artigiani, che attraverso la loro arte si riscattavano a livello umano, artistico e culturale, vivendo delle loro opere artistiche. I tre artisti erano protagonisti all'interno de Il Manipolo, un'associazione artistica che ha lasciato una profonda impronta nella vita culturale vicentina del primo dopoguerra».  

Antonio Dall'Amico è la presenza più antica in questa mostra, mentre il più giovane è Attilio Veronese, «un artista poliedrico – racconta la figlia Gabriella - che metteva la sua vita nel quadro. Pittore, scultore e miniaturista, scriveva anche poesie e amava ritrarre paesaggi e angoli vicentini, raccolti in un volume raffigurativo e descrittivo intitolato Itinerari vicentini».

Dell'artista Luigi Veronese, il ricordo del figlio. «Quando mio padre rimase vittima del penultimo bombardamento di Vicenza nel 1945, ero ancora un bambino. Lo ricordo nel suo recarsi ogni giorno nel suo studio per lavorare alla sua arte. Negli anni mi sono avvicinato ai suoi lavori e la sua capacità di disegnare sulla pietra mi ha sempre affascinato. Una tecnica litografica oggi non più utilizzata».

L’itinerario inizia con una sezione prevalentemente grafica, dove domina l’immagine del paesaggio, reale e simbolico. L’idea è di creare una passeggiata ideale che dall’antico centro storico conduce verso il monte, anche per ricordare quel legame così forte che unisce, sin dal Quattrocento, questo santuario con la sua città.


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