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Jobs Act, Cisl Vicenza: le politiche attive la vera sfida anche per il nostro territorio

Di Edoardo Pepe Venerdi 30 Gennaio 2015 alle 17:50 | 0 commenti

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La Cisl di Vicenza ha celebrato venerdì 30 gennaio il suo primo consiglio generale 2015 presso il centro culturale San Paolo, in viale Carducci. Operatori e delegati si sono confrontati sulle novità introdotte nel “Jobs Act”, le opportunità offerte dalla nuova riforma, ma anche su ciò che non funziona; e la necessità di nuovi strumenti di politiche attive per il lavoro, oltre alle azioni e ai progetti del sindacato per tradurle. Gianfranco Refosco (foto), Segretario Cisl Vicenza: “Le politiche attive per il lavoro, sfida vera per lo sviluppo e l’occupazione: anche per il territorio vicentino”.

Il resoconto della Cisl sul consiglio generale:

A poche settimane dall’emanazione dei primi due decreti delegati, e in attesa dell’arrivo via via dei rimanenti che daranno attuazione piena al "JOBS ACT”, la Cisl di Vicenza chiama a raccolta i suoi per una riflessione a tutto campo su ciò che porta e ciò che chiede, questa nuova riforma delle regole del lavoro. E nel corso del primo consiglio generale aperto anche a operatori e delegati, oggi presenti in più di centocinquanta al centro culturale San Paolo a Vicenza, si confronta su quali siano le strade per coglierne le opportunità e insieme rispondere alle nuove sfide poste.

Una riforma – l’ennesima del lavoro (quella Fornero è del 2012) – che è la prima a vedere l'esclusione del sindacato dal tavolo del suo disegno tecnico e delle trattative e a essere stata spostata direttamente su una dimensione politica, senza lasciare spazio alla contrattazione con le parti sociali né al consueto ruolo di consulenza tecnica del sindacato. Peraltro in una fase particolarmente delicata per il Paese, per i lavoratori e per le imprese.

«Abbiamo scelto come Cisl di esserci comunque, di affiancare e “presidiare” il percorso verso la riforma occupando ogni minimo spazio possibile che ci consentisse di influenzare il cambiamento, senza “tirarci fuori” dall'interlocuzione dichiarando lo sciopero – sottolinea GIANLUIGI PETTENI, presente oggi al consiglio vicentino, che da segretario confederale e responsabile del mercato del lavoro della Cisl Confederale negli ultimi tre mesi si è occupato delle relazioni con il Governo e il Parlamento su questo argomento. «Alcuni importanti passaggi tecnici e talune forti pressioni da noi esercitate hanno, seppur non sufficientemente, influito su alcuni aspetti che sono stati espunti dal testo del decreto. Diciamo che senza la pressione politico/tecnica della Cisl il testo sarebbe decisamente peggiore. E anche in questa fase di decreti attuativi – assicura -, continueremo come sindacato a vegliare e a intervenire sollecitando il Governo su ciò che per noi non funziona, a partire dal decreto sui licenziamenti sul quale concentriamo la nostra massima attenzione e abbiamo chiesto modifiche su molti punti».

«Tra i decreti che il Governo ancora deve emanare per dare maggiore attuazione al JOBS Act, due in particolare costituiscono delle opportunità che non devono andare sprecate [ndr: la loro emanazione è prevista entro metà giugno] - aggiunge GIANFRANCO REFOSCO, segretario generale provinciale Cisl di Vicenza -: quello sulle politiche attive e la riorganizzazione dei servizi per l'impiego (che dovrebbe sancire il pezzo "security" dentro al concetto di "Flexsicurity": altrimenti continuiamo a fare solo flessibilità...) e quello sulle forme contrattuali, che a nostro modo di vedere dovrà cancellare le forme di precariato più spinto che ora servono solo a "mascherare" rapporti di lavoro dipendente (contratti a progetto, associati in partecipazione, partite iva monocommittenza...). Insomma, il contenuto di questi due decreti sarà cruciale per capire se effettivamente il “Jobs Act” può cambiare la situazione nella giusta direzione».

Cruciale anche per dare più definiti confini a un panorama già comunque disegnato dal “Jobs Act”: «La riforma nelle intenzioni affianca al concetto di “sicurezza nel lavoro” quello di “politiche attive per il lavoro” – prosegue Refosco –, a supporto cioè di un mercato del lavoro che oggi esige da tutti i suoi attori, a partire dal sindacato, di saper essere “attivi”, pur nella flessibilità e nella liquidità della sua nuova natura. E ispirandosi a un modello di mercato del lavoro europeo - molto più strutturato di quello italiano - propone sfide nuove, su alcuni versanti ben difficili da interpretare e affrontare: perché esige maggiore strutturazione e programmazione attenta da parte degli attori».

Su questo orizzonte di indispensabile lavoro comune, la Cisl di Vicenza ribadisce la necessità di rafforzare la rete di soggetti del territorio con cui già l’organizzazione da tempo è impegnata sul fronte delle politiche attive, proseguendo non solo nella tenace convinzione che la buona contrattazione funzioni e porti frutto nel tutelare chi il lavoro ce l’ha, ma anche nella proposta di progetti e percorsi innovativi, volti da un lato ad accompagnare le fasi delicate di “transizione” per quei lavoratori che, invece, le numerose crisi aziendali hanno espulso dal mercato, dall’altro a sostenere i giovani - “nuovi” destinatari di tante azioni anche innovative della Cisl vicentina - nella ricerca di occupazione.

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