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Negozi aperti 24H. Uno scontro economico, civico e culturale?

Di Edoardo Pepe Domenica 16 Agosto 2015 alle 21:32 | 0 commenti

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Ora anche in Toscana, nel suo capoluogo Firenze oltre che in alcune località turistiche costiere, si sperimenta l'apertura 24 ore su 24 di alcuni supermercati. Una società economica aperta sempre è un segnale dei tempi che, finalmente, cominciano ad arrivare anche qui (gli Usa fanno scuola). Tempi in cui il diritto al consumo non deve essere costantemente ingabbiato, controllato e indirizzato dalle idee di qualcuno convinto che il proprio modello di vita e di socialità debba essere imposto.

Modelli e culture autoritarie che ci ricordano, per restare ai giorni nostri, le punizioni corporali che lo Stato cosiddetto islamico in Medio Oriente impone a chi non fa il Ramadan. Certo, è diverso; ma il concetto è lo stesso: io, che ho il potere, ti dico ciò che è buono e ciò che è cattivo, per il tuo bene e, di conseguenza, per il bene pubblico. Un pubblico che deve essere non una somma di individualità con leggi che garantiscano questa somma, ma un pubblico modello di vita, pensiero, cultura, comportamento. I disastri del secolo scorso, e quelli in atto in questo secolo, sembra non siano serviti a nulla.

In merito all'apertura 24h una sindacalista di riferimento della Filcams Cgil Toscana ha dichiarato: "La nostra è una battaglia culturale, parla alla politica e alla società e dice che comprare mozzarelle alle 3 di notte non è l'affermazione di un senso di libertà ma il superamento del senso del limite. Il consumo non è un servizio essenziale, per noi la notte va dedicata ad altre cose, non allo shopping".
Il "superamento del senso del limite" e "il consumo non è un servizio essenziale", concetti così espressi, sono chiaramente opinioni per quanto rispettabili. Nella società e nella comunità civica, per noi quello che serve è non calpestare i diritti degli altri, tutti gli altri, nessuno escluso, senza distinzione di opinioni, comportamenti, abitudini, desideri, sentimenti, necessità, piaceri. Infine sul diritto al consumo, e su quest'ultimo come sevizio essenziale, giova solo ricordare i fiumi di legislazione che abbiamo nel nostro Paese in merito. E giova ricordare che questa legislazione c'è grazie all'Unione europea, di cui siamo tra i fondatori e i principali animatori. Tutta qui la differenza, e non è poco. Da una parte chi ragiona sulla mozzarella alle 3 di notte, dall'altra chi organizza e razionalizza un contenitore in grado di accogliere, servire ed essere utile a tutti, proprio a tutti. Nottambuli compresi. E lavoratori inclusi che quando il lavoro lo hanno è opportuno lo gestiscano con i dovuti compromessi tra se stessi e i datori non dimenticando gli utenti.

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