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Mondardo, Segretario Provinciale della Lega Nord: ok al Tav, fare al piu' presto

Di Emma Reda Martedi 16 Dicembre 2014 alle 21:09 | 0 commenti

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Il Segretario Provinciale della Lega Nord, Antonio Mondardo, interviene sulle decisioni prese dal suo partito per quanto riguarda il passaggio del Treno alta velocità a Vicenza

La segreteria provinciale della Lega Nord – Liga Veneta di Vicenza, congiuntamente alla sezione di Vicenza, il capogruppo in Consiglio Comunale a Vicenza, i parlamentari, assessori e consiglieri regionali vicentini, al termine di un confronto sereno quanto approfondito, sostiene la realizzazione dell’Alta Velocità nel tratto vicentino e auspica che tale infrastruttura possa essere realizzata al più presto.

Questa valutazione positiva nasce dalla convinzione che il nuovo sistema trasportistico incardinato nell’Alta velocità debba essere il fulcro di un modello di mobilità sostenibile quanto innovativa al servizio di tutta la cittadinanza vicentina, residente nel capoluogo come no, grazie ad una rete intermodale che permetta collegamenti rapidi da tutto il territorio alla stazione dell’Alta velocità.
Con questo ribadiamo la necessità dell’incentivazione di un sistema di trasporto ferroviario su scala
provinciale, al servizio di un’area vasta collegata appunto attraverso una rete metropolitana all’Alta
velocità: l’assenza nei progetti fino ad oggi presentati di questa previsione lascia aperti molti dubbi e
perplessità che ci auguriamo vengano superati al più presto attraverso precise proposte e garanzie che permettano collegamenti rapidi lungo gli assi Schio-Thiene, Bassano, Montecchio-Arzignano-Valdagno, Lonigo, Noventa, nonché nella direttrice Vicenza-Treviso, collegati in una rete intermodale e di interscambio dove possano convergere piste ciclabili, viabilità minore, trasporto pubblico come privato.
L’Alta Velocità deve diventare l’occasione per ripensare il modo di connettere l’intero territorio, gestire una nuova mobilità urbana di area vasta: sarebbe uno sbaglio limitare al solo capoluogo gli interventi e le infrastrutture innovative.
Sottolineando la necessità di un modello ferroviario metropolitano di area vasta incardinato nell’Alta
velocità, riesce difficile immaginare in una realtà come quella vicentina, una doppia Stazione
ferroviaria, soluzione che appare macchinosa, sbilanciata territorialmente, già oggi inadeguata, e non
certo idonea a garantire quella fluidità e velocità di collegamento e interconnessione tra territorio e
Alta Velocità.
Altrove, pensiamo a Reggio Emilia, sono state individuate soluzioni che possono essere prese a modello i interscambio di estremo interesse che costituiscono indubbiamente un punto di riferimento e che appaiono essere più funzionali rispetto ai collegamenti della doppia stazione prospettata a Vicenza in cui, per altro, persistono almeno nel caso dell’area est (Nuovo Tribunale) problematiche anche di natura ambientale e paesaggistica da non trascurare.
Altro elemento da mettere in rilievo con estrema chiarezza è l’intervento a livello urbanistico, in cui
deve essere chiaro il massimo contenimento possibile del disagio alla cittadinanza, del capoluogo come
dei centri toccati dall’infrastruttura ferroviaria, con una forte tutela della salute da ogni rischio di
inquinamento e da ultimo, ma non ultimo, con la previsione di adeguati, equi e celeri indennizzi per
quei cittadini e attività economiche che subiranno inevitabili danni patrimoniali.

Ad oggi siamo all’Altissima lentezza ma non è mai troppo tardi: recuperiamo il tempo perduto e si acceleri per realizzare questa infrastruttura vitale per l’intero asse padano. Guai a perdere
la coincidenza con il futuro. E’ un sì certo anche se lo scenario non è sgombro da nubi e non pochi dubbi. Dico innanzitutto che non siamo affetti dalla sindrome del Nimbay, per dirla con l’acronimo inglese di chi non vuole la realizzazione di opere pubbliche a casa sua, né siamo per i no aprioristici contro ogni infrastruttura: l’Alta velocità si doveva già fare ieri. Non dimentichiamo che essa si inserisce nelle reti di Trasposto trans-europee, Ten-T ed è funzionale a quello che un tempo era chiamato il Corridoio V, Barcellona-Kiev. Detto questo, però, bisogna anche dire che manca nella riflessione il punto che da sempre era stato posto come nodale nel Vicentino: cogliere l’occasione dell’Alta Velocità per dotare l’intero territorio provinciale, e non solo la città capoluogo, di un sistema metropolitano moderno e sostenibile di collegamento che si incardini nell’Alta Velocità ma che serva tutti i cittadini e s’innervi nei principali centri abitati. Abbiamo l’occasione storica per risistemare la viabilità letta in senso vasto. Immagino un sistema a maglie con le autostrade, la grande viabilità, l’Alta velocità e la ferrovia a fare da trama, mentre l’ordito è garantito dalla linea ferroviaria metropolitana di area vasta e la viabilità minore piste ciclabili comprese. Tutti i centri interconnessi tra loro possono garantire un servizio di interscambio che poi va a incardinarsi appunto nell’Alta velocità. Dunque ammodernare i collegamenti ferroviari con Schio-Thiene, Bassano, ma anche con Treviso e immaginare soluzioni innovative per Montecchio-Arzignano-Valdagno, Lonigo e Noventa. Sogni? No, occasione da sfruttare: il futuro corre lungo queste nuove soluzioni. La nostra è una visione unitaria. Non ci sono differenziazioni tra di noi e vogliamo disegnare un quadro sostenibile quanto organico sul tema della mobilità. Per questo abbiamo anche dei dubbi sulla doppia stazione a Vicenza: la soluzione proposta appare sbilanciata e i collegamenti e i tempi previsti tra Fiera e area Nuovo Tribunale lasciano molto perplessi, non vorremmo fosse un progetto più concentrato sulle Stazioni che sulle linee ferroviarie, soprattutto alla luce di soluzioni già sperimentate altrove con successo come a
Reggio Emilia decisamente funzionale, rapida e aperta alla logica del servizio di area vasta”. Una Lega
critica dunque, ma costruttiva. Certo che siamo costruttivi. L’epoca del Niet è finita. Non sono invece finiti i tempi di critiche positive: ad esempio, in questo caso, bisogna mettere in chiaro l’aspetto urbanistico, la limitazione massima dell’impatto sia in termini ambientali e strutturali
come nella tutela della salute dei cittadini verso ogni forma di inquinamento. Non si tratta di frasi fatte: è diritto del cittadino essere informato e tutela al meglio e in maniera approfondita. Un cittadino
rassicurato e tranquillizzato è il presupposto per la realizzazione dell’opera nella massima trasparenza. nalogamente direi che bisogna rassicurare cittadini ed operatori economici sulla salvaguardia del loro patrimonio e ultimo, ma non da ultimo, prevedere da subito indennizzi compensativi adeguati,
stanziando da subito cifre e compensi. Il tempo è denaro: per questo vogliamo l’Alta velocità, ma
anche Alta velocità negli indennizzi.

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