Migranti, assemblea pubblica "contro lo sfruttamento e il business dell’accoglienza"
Domenica 26 Aprile 2015 alle 14:24 | 0 commenti
Sabato 2 maggio alle ore 14.30 a Vicenza, presso la ex circoscrizione n° 4 in via Turra 35 in zona Anconetta è stata organizzata un'assemblea pubblica dal sindacato Usb con temi lavoro, diritti, dignità e organizzazione. "Per la rottura del legame tra permesso di soggiorno e contratto di lavoro - spiega Luc Thibault - contro ogni forma di razzismo o discriminazione e contro lo sfruttamento e il business dell’accoglienza!".
Di seguito l'appello contenuto nell'invito alla partecipazione:
Siamo parte degli oltre 33 milioni di migranti, di cui 12 milioni già cittadini dell’Unione Europea, che vivono in uno dei 28 paesi membri dell’Unione Europea e rappresentiamo il 4% dei 509 milioni di abitanti. L’anno scorso i lavoratori migranti hanno prodotto l’11 per cento del Pil italiano pari a circa 200 miliardi di euro e versano 12 miliardi all’anno all’Inps. L’immigrazione non può più essere liquidata come se si trattasse di due lavavetri!
Vogliamo confrontarci tra di noi sulle problematiche che abbiamo quando ci rivolgiamo agli sportelli per avere informazioni su una pratica.... abbiamo constatato che la risposta cambia a seconda dell' addetto presente in quel momento.
Chiediamo di essere trattati con dignità e rispetto dalle autorità e da chi le rappresenta.
Chiediamo l’accesso alla cittadinanza per i bambini figli di migranti nati in Italia o comunque a prescindere dal reddito per tutti i migranti.
«Generalmente sono di piccola statura e di pelle scura. Molti puzzano perché tengono lo stesso vestito per settimane. Si costruiscono baracche nelle periferie. Quando riescono ad avvicinarsi al centro affittano a caro prezzo appartamenti fatiscenti. Si presentano in 2 e cercano una stanza con uso cucina. Dopo pochi giorni diventano 4, 6, 10. Parlano lingue incomprensibili, forse dialetti. Molti bambini vengono utilizzati per chiedere l’elemosina; spesso davanti alle chiese donne e uomini anziani invocano pietà , con toni lamentosi e petulanti. Fanno molti figli che faticano a mantenere e sono assai uniti tra di loro. Dicono che siano dediti al furto e, se ostacolati, violenti. Le nostre donne li evitano sia perché poco attraenti e selvatici, sia perché è voce diffusa di stupri consumati quando le donne tornano dal lavoro. I governanti hanno aperto troppo gli ingressi alle frontiere ma, soprattutto, non hanno saputo selezionare tra coloro che entrano nel paese per lavorare e quelli che pensano di vivere di espedienti o, addirittura, di attività criminali».

Dalla relazione dell’Ispettorato per l’immigrazione del Congresso degli Stati Uniti sugli immigrati italiani, ottobre 1919. 

Noi, loro, gli altri siamo tutti figli della stessa miseria, dello stesso schifo per la guerra e ne usciamo solo tutti assieme. Tutti!
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