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Mercati in centro a Vicenza, Confesercenti furiosa con Bulgarini: "toni da crociata"

Di Emma Grande Martedi 27 Gennaio 2015 alle 18:43 | 1 commenti

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Il Presidente Anva Confesercenti, Pasquale Davide, e il Coordinatore Anva Confesercenti, Lino Ferrin, hanno deciso di scrivere una lettera a Jacopo Bulgarini d'Elci in merito a una intervista rilasciata dal vicesindaco e assessore alla crescita sul tema mercati in città a Vicenza. La pubblichiamo integralmente di seguito.

Vogliamo scrivere riguardo ai toni da crociata usati nell'intervista del vicesindaco di Vicenza Bulgarini di Domenica 11 gennaio scorso sul Giornale di Vicenza. Il Vicesindaco fa riferimenti espliciti ad una "stretta sui mercati" relativamente a presunti problemi di degrado causato dalla presenza dei commercianti ambulanti nel centro storico. Le più belle città del mondo hanno i propri mercati nei centri storici che sono elemento tipico e di attrattiva turistica senza svilire il valore della città stessa. Comunque è bene delineare l'ambito del problema, perché stiamo parlando soprattutto delle due manifestazioni fieristiche che si sono svolte nel periodo prenatalizio e a inizio anno, alle quali partecipano espositori da tutta Italia. Viene inevitabile quindi usare una premessa di tono analogo a quello usato dall'assessore che si dice stupito per il fatto di aver riscontrato tra i prodotti presenti sui banchi pelapatate e scopettoni. A questo punto dobbiamo stupirci noi del Suo stupore: i commercianti ambulanti infatti mettono sui banchi i prodotti che sono loro consentiti dalle autorizzazioni e dalle concessioni rilasciate dal Comune stesso. Inoltre utilizzano le strutture consentite dal regolamento rinnovato di recente e per il quale gli ambulanti stessi hanno dovuto sostenere investimenti, in un periodo di crisi, per uniformare e abbellire i punti espositivi. Se mai si verificassero comportamenti contrari al decoro da parte di singoli operatori devono essere attivati i necessari controlli e se necessario previste le relative sanzioni secondo normative consolidate e non quotidianamente ripensate. Ne' è consentito, a legislazione vigente, immaginare richieste di documentazione fotografica preventiva della merce che si intende vendere o peggio imporre orari da mobbing per costringere gli operatori ad andarsene.

Ma tornando ad uno scenario da confronto serio che da sempre ha caratterizzato il comportamento della nostra Associazione è evidente che il tema della qualità dei mercati e delle fiere soprattutto nelle aree pregiate delle città e' una sfida che va accettata. Da anni Confesercenti si batte per evitare l'impoverimento, anche in termini di offerta, di quella che rappresenta una ricchezza dei centri storici. Un impegno condotto nonostante la crisi economica renda assai pesante chiedere a piccoli operatori investimenti e cambiamenti organizzativi a volte molto onerosi. L’attuale legislazione impone regole e non tutela i commercianti ambulanti di fronte ad una concorrenza spietata rappresentata anche dalla pressione dell'abusivismo e del commercio irregolare. A conferma del nostro comportamento, ispirato a  coerenza e severità, è significativa la nostra ferma opposizione ad una recente proposta di alcuni gruppi politici in  Regione Veneto di cancellare la norma che obbliga gli ambulanti, per partecipare ai mercati e alle fiere, ad esibire il Durc (Dichiarazione di regolarità contributiva) proposta che poi è stata per fortuna ritirata.

Apprezziamo le dichiarazioni dell'assessore quando si dice convinto dell'importanza del mercato e anche quando parla delle Associazioni come interlocutori indispensabili, ma l'accordo si trova sulle proposte concrete e non facendo polveroni o additando gli operatori come fonte di tutti i mali e di tutto il degrado possibile. Siamo ben consci dell'impegno che l'Amministrazione sta ponendo nella valorizzazione del centro storico, che non vuol dire solo mostre o eventi ma riqualificazione delle vie e delle Piazze anche sotto l'aspetto dell'arredo urbano. Pensiamo sì ad una città bella ma anche sicura e che tuteli i propri cittadini e i propri lavoratori.

Bisogna capire se questo progetto vuole fare del tessuto di piccole attività sia del commercio che del turismo operanti nel Centro Storico un punto di forza o considerarlo come un impiccio da limitare e pian piano nell'arco di pochi anni far morire, creando un nuovo danno sociale ed economico.

Diversamente dalle interpretazioni più di comodo, il cosiddetto Decreto Cultura approvato dal Parlamento nell'estate scorsa ha riconosciuto definitivamente il ruolo centrale dei Comuni nelle tutela del decoro nei Centri Storici, chiarendo che le Soprintendenze non costituiscono potere sovraordinato rispetto ai Comuni stessi e soprattutto che il commercio, fisso o ambulante, deve essere considerato finalmente una risorsa, anch'essa da riqualificare, per garantire quella vitalità che rimane caratteristica peculiare delle nostre città. Su queste premesse siamo aperti ad un dialogo costruttivo.


Commenti

Inviato Mercoledi 28 Gennaio 2015 alle 14:45

Provenendo da un'antica famiglia di ambulanti credo di conoscere l'ambiente e quindi di scrivere il mio pensiero senza essere accusato di "crociatismo". Molto spesso ho discusso di questo problema con Rampazzo affinchè una riorganizzazione del commercio ambulante in Piazza Grande, sia fatta, proprio per evitare problemi pratici che ci sono, senza fare polveroni, ma con un confronto serio e di tipo CULTURALE e TURISTICO come si dovrebbe. Se facciamo un Referendum cittadino sull'utilità del mercato in Piazza, la grande maggioranza sarebbe contraria. Perchè? Il mercato del Martedì e Giovedi non è un "elemento tipico di attrattiva turistica" e non lo può essere visto che almeno il 60% dei banchi vende mercanzia cinese, indiana, africana o altro. I pochi banchi "Vicentini" rimasti, si contano sulle dita di una mano. Il mercato, dovrebbe avere anche una funzione calmieratrice sui prezzi, ma la merceologia messa in mostra, è poco desiderabile..con le arie che tirano! In Piazza Garibaldi o delle Poste, dove ci sono banchi alimentari Italiani gli esercizi sono affollati. Se poi, andiamo al mercato della Stazione di Viale Roma, "forzatamente" costituito mi sembra un casba di Tunisi. Cosa vede un turista che arriva in Stazione per la mostra magari di Giovedì mattina e passa (se può) per Viale Roma? Mutande e reggipetti appesi sulle cordicelle. Quali vantaggio hanno i consumatori Vicentini per fare acquisti in questi luoghi? Per il resto, ci sono i mercati rionali con frutta, verdura, pesce, formaggio, fiori, latte e generi vari, sono in grado di soddisfare le esigenze dei consumatori del territorio. Ma per il resto, non ci siamo! Non credo che la Piazza Grande o Piazza dei Signori possa restare come è cioè il mercato delle "cineserie". Questo si chiama decoro e chi "arte no xa far botega sera". La responsabilità gestionale è del Comune per una parte la Regione per un'altra, ma sono e resto in sintonia con il Vice Sindaco Bulgarini, bisogna rivedere il piano "del mordi e fuggi", senza dimenticare che tra corso Palladio e Fogazzaro e Contrà limitrofe son quasi 100 le botteghe artigianali e negozi che hanno chiuso. Una vetrina spenta è un colpo al cuore. Qui bisogna "fermare il degrado". Luciano 1942.
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