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L'intervento di Gianni Zonin in assemblea BPVi: un testamento che è quasi un addio

Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile VicenzaPiù) Domenica 12 Aprile 2015 alle 14:57 | 0 commenti

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Degli oltre 117.000 soci della banca Popolare di Vicenza solo 7.793 erano presenti in proprio e per delega all'assemblea della banca di ieri, 11 aprile, per l'approvazione del suo 148° esercizio e di una serie di importanti decisioni, tra cui quella traumatica della svalutazione del valore della azioni. Quello chiuso ieri con la sua approvazione è stato il primo bilancio contrassegnato da una serie di proteste di soci come è ben noto e come abbiamo cercato di raccontare ieri in presa diretta, poi con video (tra cui quello dlla conferenza stampa finale) e, quindi, con le prima analisi, quella "scritta" del nostro Giancarlo Marcotti e l'altra di Stefano Righi del Corriere della Sera, che ci ha concesso un'intervista esclusiva.

Per tutti gli assenti, per i presenti che volessero rileggerlo, dopo averlo ascoltato, e per lo stesso presidente, che ieri ha annunciato non senza qualche emozione la sua non candidatura al vertice della banca che sarà, dopo la sua trasformazione da istituto cooperativo a spa, pubblichiamo il discorso integrale di Gianni Zonin,una sorta di testamento morale.

Il direttore

 

Gentili Socie, Egregi Soci,

prima di passare alla trattazione dei punti all'ordine del giorno di questa Assemblea vorrei, come consuetudine , condividere con Voi alcune riflessioni. Non vi sembri retorico se definisco il periodo che stiamo vivendo una vera rivoluzione copernicana. Chi non è più giovane ricorda bene il 1968, l'anno di una rivoluzione culturale, sociale e politica che cambiò il volto della società e dei costumi dell'Occidente, dell'Europa e quindi anche del nostro Paese.
Ma quella rivoluzione di quasi 50 anni fa non aveva toccato né il mondo dell'economia, né il mondo della finanza, e neanche il mondo delle banche.
Invece, quella che stiamo vivendo è una rivoluzione che ha coinvolto - e sconvolto - proprio l'economia e la finanza del mondo occidentale , investito da una crisi che dura ormai ininterrottamente da otto anni.
Nessuna crisi economica - neanche quella del '29 - è durata nell'era contemporanea così a lungo e nessuna
è stata così pesante e logorante per le nostre economie.
Questa rivoluzione, con i suoi epocali cambiamenti, ha toccato le nostre aziende, il mondo del lavoro, i nostri risparmi, e tocca ora anche le fondamenta di alcune istituzioni storiche del nostro territorio.
Mi riferisco alle Banche Popolari e quindi anche alla nostra Banca Popolare di Vicenza .
Dal 2008, con il fallimento della Lehman Brothers, una crisi partita dagli Stati Uniti si è propagata come nel gioco del domino a tutto il mondo occidentale, colpendo l'Europa con particolare durezza.
L'America ha saputo adottare in tempi brevi decisioni importanti ed appropriate, immettendo liquidità nel suo sistema e riuscendo a rimettere in marcia la sua economia .
L'Europa, con i tutti i suoi "se" e i suoi "ma", non ha reagito con altrettanta forza e rapidità.
La conseguenza è stata quella di innescare una crisi che ha fatto registrare anche in Italia otto anni di crescente disoccupazione, con un tasso pressoché raddoppiato, decine di migliaia di aziende chiuse, interi comparti produttivi in declino, e a tutt'oggi, prospettive molto incerte per tutte quelle imprese che non trovano sbocchi nell'export.
Cosa ha fatto la Banca Popolare di Vicenza in questo scenario che in alcuni momenti ha assunto un volto drammatico?
Ha deciso di sostenere le imprese e di restare vicina al tessuto produttivo dei territori in cui opera.
Ha fatto la scelta di salvare nei limiti del possibile le attività delle aziende, e con esse il lavoro e l'occupazione di migliaia di persone.
E questo, anche a costo di sacrificare l'utile della Banca.
E' stata una scelta del nostro Consiglio di Amministrazione non solo generosa ma anche coraggiosa e lungimirante, perché non ci possono essere banche sane se le aziende e l'economia del loro territorio non sono sane e non producono.
Mentre tante banche adottavano politiche di contenimento del credito, e chiudevano sempre di più i loro rubinetti, la Popolare di Vicenza ha continuato a mantenere costantemente aperti i suoi flussi di credito verso imprese e famiglie .
Nel corso di questi otto anni di crisi abbiamo aumentato gli impieghi - in particolare a sostegno delle aziende medie e piccole del territorio - del 28% mentre il dato del sistema bancario è diminuito in media del 3,6%.
Anche considerando gli anni più bui di questa crisi, dal 201O al 2014, la nostra Banca ha mantenuto questo impegno.
Gli impieghi all'economia e i finanziamenti alle imprese della Popolare di Vicenza sono cresciuti infatti del 2,6%, mentre - negli stessi anni - la diminuzione degli impieghi registrata al livello dell'intero sistema bancario italiano ha toccato il meno 6,9%.
Questi anni sono stati segnati anche da una crescente influenza delle politiche economiche e monetarie dell'Unione Europea a cui sono stati via via conferiti poteri un tempo spettanti ai Governi nazionali.
In particolare in ambito finanziario e bancario, le competenze un tempo della Banca d'Italia sono state trasferite alla Banca Centrale Europea, Istituzione che si ispira ad una cultura finanziaria - diciamo così - "teutonica", piuttosto che alla visione economica tipica dei paesi europei dell'area mediterranea.
Sotto il diretto controllo della BCE, esattamente dal 4 novembre scorso, sono passati, come certamente sapete, i principali istituti di credito italiani, fra cui la nostra Popolare di Vicenza .
Per valutare la solidità del nostro sistema bancario e delle Banche sottoposte al suo controllo, la BCE ha adottato sistemi di verifica (i cosiddetti stress test) che hanno mostrato - in condizioni di operatività in un normale scenario economico - la solidità del nostro Istituto.
Ipotizzando un contesto particolarmente avverso e molto più critico dell'attuale, la Popolare di Vicenza è riuscita comunque a superare lo stress test, ma solo per 30 milioni di euro.
Potremo a lungo disquisire sul senso e il valore di questi stress test, ma non è questa la sede, e si tratterebbe comunque di un esercizio ormai inutile.
Quel che conta è che la Popolare di Vicenza questi test li ha superati.
E quel che conta ancora di più è che li abbiamo superati nonostante che, in questi anni di crisi, la nostra Banca abbia continuato ad aiutare le aziende con un aumento degli impieghi.
Ciò anche a conferma della natura di vera Banca Popolare e in sintonia con la scelta - che ho già ricordato - del nostro Consiglio di Amministrazione di non fare mancare, soprattutto negli anni più avversi della crisi, liquidità e sostegno al tessuto produttivo.
Mi sento di dire che questa scelta - che pure ci ha penalizzato all'esame della BCE - sta portando i suoi primi, anche se ancora timidi, frutti.
Da qualche mese un piccolo segnale di ripresa si avverte in Italia, e soprattutto a Nord Est, proprio dove la nostra Banca ha più generosamente ed incisivamente operato, sostenendo con il credito imprese e famiglie .
Quella del sostegno creditizio è una scelta di cui non ci siamo mai pentiti, e di cui ancora oggi non ci pentiamo, anche se essa ha portato con sé -come potete ben comprendere - anche una crescita dei crediti in sofferenza , legata ad un così lungo protrarsi della crisi.
Noi abbiamo sempre posto massima attenzione alle garanzie sui crediti erogati.
Tant'è che oggi vantiamo ipoteche su circa 200.000 immobili, fra appartamenti , ville , case, terreni, a garanzia dei nostri crediti a medio e lungo termine .
Tuttavia , a garanzia dei crediti in sofferenza , il nuovo approccio della Banca Centrale Europea non ritiene sufficienti queste garanzie ipotecarie e si sono pertanto resi necessari ulteriori rilevantissimi accantonamenti sui crediti.
Inoltre si sono rese necessarie anche significative rettifiche di valore sugli avviamenti .
Ottemperare a queste richieste ha determinato il risultato negativo di meno 758 milioni di euro con cui chiude il bilancio 2014.
Tuttavia tengo a ricordare a tutti i Soci che gli accantonamenti non sono perdite.
Gli accantonamenti sono importi che dal patrimonio vengono spostati a garanzia di crediti in sofferenza, incagliati o anomali, nel caso in cui fosse impossibile il loro recupero.
Qualora invece, grazie anche alle valide garanzie ipotecarie che vantiamo , questi crediti vengano in tutto o in parte recuperati, gli accantonamenti effettuati si trasformerebbero in plusvalenze di cui beneficeranno i bilanci degli anni futuri.
Questa politica di bilancio rigorosa e prudente - in linea con il senso di responsabilità sempre espresso del nostro Consiglio di Amministrazione - va giocoforza ad influire anche sulla valutazione della azione della Banca Popolare di Vicenza .
Una Banca - e credo sia proprio questo il momento di ricordarlo - che da piccolo istituto di credito a dimensione provinciale, con circa 100 filiali solo venti anni fa, è arrivata ad essere punto di riferimento per il sistema bancario del Nord Est e polo di aggregazione per 8 banche popolari operanti in Veneto e in Friuli Venezia Giulia.
Una Banca che abbiamo difeso, prima da operazioni di aggregazione che l'avrebbero fatta scomparire, poi dalle lusinghe della quotazione in borsa; poi ancora da attacchi speculativi.
La crescita di dimensione e di ruolo della Popolare di Vicenza è stata in questi anni accompagnata dall'aumento della compagine sociale, sempre più ampia anche oltre i territori di nostra storica operatività, e sempre più estesa nel numero dei Soci.
Fino ad arrivare oggi a circa 120.000 soci, una vera public company incardinata - con la testa ed il cuore - nella città di Vicenza, da cui 150 anni fa era iniziato il nostro cammino di banca popolare e cooperativa .
Il valore dell'azione Banca Popolare di Vicenza ha continuato ad accompagnare questi anni di crescita, segnando un andamento più che soddisfacente per i Soci
Ora, per la prima volta , dopo decenni di crescita costante , il suo valore segnerà una diminuzione .

Vorrei ricordare come in questi ultimi anni tutti i titoli di borsa compresi quelli bancari hanno subito perdite pesanti di valore .
Guardando gli anni della crisi che vanno dal 2007 al 2014, gli istituti bancari quotati hanno infatti registrato - come vedete - perdite medie che superano il 70%
Anche negli ultimi quattro anni - dal 2010 al 2014 - pur in presenza dei primi segnali di ripresa della Borsa - gli stessi titoli bancari quotati hanno continuato a segnare una perdita media del 22 %.
Nel medesimo arco di tempo, la Banca Popolare di Vicenza invece non ha seguito gli alti e bassi del mercato, non è stata preda delle montagne russe dei mercati borsistici, ed è rimasta coerente con il suo valore .
Un valore che è sempre stato ancorato al patrimonio sociale - costituito anche da un ragguardevole patrimonio di immobili di prestigio e un importante patrimonio di opere d'arte - ed al valore di avviamento dell'Istituto.
Come richiesto dalle normative bancarie italiane ed europee, e come previsto dallo stesso Statuto della Banca, abbiamo affidato una perizia aggiornata sul valore dell'azione Banca Popolare di Vicenza ad un autorevole perito indipendente - individuato nel professor Bini, illustre docente della Bocconi, che già negli anni precedenti aveva svolto per noi questo incarico.
La nuova perizia ha dovuto tenere in debito conto gli imponenti accantonamenti sui crediti e le rettifiche sugli avviamenti effettuati nel bilancio 2014, in ossequio ai parametri indicati dalla BCE, che - come ho già ricordato - non ritengono sufficienti, a copertura dei crediti, le ampie garanzie ipotecarie di cui disponiamo .
La perizia effettuata dal prof. Bini ha posizionato il valore dell'azione fra 47,90 e 48, 77 euro.
Sulla base di questa perizia, il Consiglio di Amministrazione propone all'Assemblea di deliberare in 48 euro il valore unitario dell'azione Banca Popolare di Vicenza .
Nella lettera che ho inviato una settimana fa ai Soci, Vi ho invitato ad esercitare la virtù della pazienza ed a continuare ad avere fiducia nella "nostra" Banca.
Questo è il momento in cui, esercitando pazienza e fiducia , i nostri Soci potranno - mi auguro in tempi non lunghissimi - vedere l'apprezzamento della Popolare di Vicenza su mercati più ampi e il valore della nostra Banca espresso al meglio, e con esso un riconoscimento di un maggiore valore per il socio.
E' una considerazione che trova fondamento non solo nel piano industriale approvato nei giorni scorsi dal Consiglio di Amministrazione .
Questo piano ci induce a guardare con concreto ottimismo ai risultati previsti per il triennio 2017-2019 , e attesi in 201 milioni di utile per il 2017 ed in 313 milioni per il 2019 .
Gli stessi risultati di questo primo trimestre 2015 , su cui credo si soffermerà il direttore generale e neo consigliere delegato dott. Sorato - che colgo qui l'occasione per ringraziare per l'impegno e la professionalità straordinari che sta dedicando all' Istituto... .
Dicevo che gli stessi risultati del primo trimestre di quest'anno segnano progressi di grande importanza per tutti i settori di attività tradizionale della Banca e fanno presagire una chiusura del 2015 all'insegna di buoni profitti.
Tutte le società partecipate del Gruppo Popolare di Vicenza - da Banca Nuova, a BPVi Finance, a Prestinuova, a Farbanca - stanno registrando risultati brillanti.
Sono poi da prevedersi a bilancio 2015 rilevanti plusvalenze derivanti da operazioni di dismissione di partecipazioni, fra cui quella che deteniamo nell'Istituto Centrale Banche Popolari.
Ecco perché sono convinto che invitare tutti i Soci alla pazienza e alla fiducia non è un esercizio astratto. Stiamo uscendo piano piano da una crisi dell'economia globale durata otto anni.
La nostra Banca si è mantenuta una banca solida , sana ed affidabile .
La sua rigorosa politica di bilancio ha consentito accantonamenti prudenziali che la mettono al sicuro dai rischi di deterioramento dei crediti.
Abbiamo in vista per il 2015 un risultato di bilancio di sicura soddisfazione.
La vostra fiducia e la vostra pazienza saranno anche il supporto migliore che tutti Voi potete dare a questo Consiglio di Amministrazione chiamato a fare scelte importanti per il futuro della nostra Banca.
Abbiamo due problemi sul tappeto .
Dobbiamo innanzitutto risolvere il problema della liquidabilità delle azioni della nostra Banca.

Fino allo scorso anno la Banca disponeva di un Fondo cospicuo, il "Fondo per Acquisto Azioni Proprie" che funzionava a fisarmonica come una stanza di compensazione fra le richieste dei Soci intenzionati a vendere e quelle dei Soci vecchi e nuovi, interessati ad acquistare le azioni della Banca.
Questo meccanismo , grazie alla esistenza e alla capienza del Fondo (250 milioni di euro) , ha funzionato bene per decenni e ci ha sempre consentito in tempi relativamente brevi di incrociare le domande e le offerte di azioni e di soddisfare le richieste dei nostri Soci.
Con il passaggio dal regolatore Banca d'Italia al regolatore Banca Centrale Europea, il " Fondo per Acquisto Azioni" è stato quasi azzerato .
Non solo è stato ridotto enormemente in dimensione, ma il ricorso ad esso è subordinato ad una complessa procedura preventiva di autorizzazione.
Per questo motivo, nel corso del 2014 e in questi ultimi mesi, la nostra Banca si è trovata nella obiettiva impossibilità - e per fattori indipendenti dalla propria volontà - di operare con le modalità ed i tempi del passato per assecondare le richieste di vendita e di acquisto .
So che questo è un tema che sta a cuore ai nostri Soci.
E su questo punto voglio confermare il massimo impegno del Consiglio di Amministrazione e del Management.
Abbiamo pensato di affidare ad un operatore terzo specializzato lo scambio delle nostre azioni su una piattaforma di negoziazione che intermedierà le domande e le offerte delle azioni Popolare di Vicenza.
Nei confronti di questo operatore specializzato , la nostra Banca si limiterà a svolgere il ruolo di segnalatore delle richieste di vendita e di acquisto provenienti dai Soci.
Si tratta di un meccanismo semplice e soprattutto il prezzo della nostra azione non sarà soggetto ad oscillazioni così importanti come quelle che possono registrarsi sul mercato borsistico.
Credo che, per la nostra Banca, sia giusto e saggio sperimentare ed adottare questa via, prima di pensare di approdare ad una eventuale quotazione in Borsa.
C'è poi un altro fatto straordinario sul tappeto .
Esso riguarda il mondo bancario italiano ed in particolare il sistema delle Popolari, e tocca con una trasformazione epocale anche la nostra Popolare di Vicenza .
Un Decreto del Governo Renzi, convertito in legge dello Stato in questi giorni, impone a tutte le Banche Popolari Cooperative con più di 8 miliardi di attivo, di trasformarsi in Società per Azioni.
Il decreto riguarda 10 banche, popolari e cooperative , e fra queste c'è naturalmente anche la nostra Banca Popolare di Vicenza .
Alla vigilia dei suoi 150 anni di vita , la nostra Banca dunque è obbligata per legge a cambiare la sua natura giuridica , e con essa a rinunciare al voto capitario (un socio un voto) che ha sempre contraddist into la forma cooperativa , ed a modificare la sua governance .
La riforma delle Banche Popolari era un tema da tempo nell'agenda del nostro Paese.
Più volte io stesso avevo sollecitato negli ultimi tre anni l'Associazione Nazionale delle Banche Popolari, a mettere sul tavolo il tema di una autoriforma degli istituti della nostra categoria, come stanno facendo le casse rurali e le fondazioni bancarie.
C'è stata invece poca sollecitudine e scarsa attenzione da parte della Associazione che rappresenta a livello nazionale le Popolari, e adesso la riforma è venuta dall'alto e non possiamo che prenderne atto ed adeguarci.
In tempi molto brevi - stimo già entro l'anno in corso - la Banca Popolare di Vicenza diventerà quindi una Società per Azioni .
Allora avremo di fronte due possibili scenari Il primo.
La soluzione "stand alone" ossia : restare da soli.
In Europa su 123 istituti bancari sottoposti al controllo della BCE, ce ne sono circa la metà che hanno più o meno le nostre dimensioni.
Quindi lo "stare da soli" è per la Popolare di Vicenza una strada ancora percorribile , oggi.
Ma dobbiamo considerare che molte banche stanno pensando ad aggregarsi, per aumentare la propria dimensione, per accrescere la propria capacità competitiva e per spalmare i costi gestionali resi più pesanti dal nuovo regolatore europeo .
La seconda soluzione è quella più logica e più sicura per il futuro: cercare un partner.
Quindi percorrere la strada di una aggregazione con un'altra banca, sia essa quotata o non quotata.

Si tratta di valutazioni che richiedono grande attenzione e prudenza , seguendo anche indicazioni e suggerimenti che provengono dalla BCE.
Quel che è certo è che siamo una Banca interessante, apprezzata , con una ottima immagine sul mercato bancario, e capace di crescere ancora.
Siamo un'azienda sana, una Banca che opera da protagonista in un mercato quale è il Nord Est, considerato fra i migliori ed i più promettenti in Europa.
Una Banca che ha svolto e continua a svolgere un ruolo indiscusso per il sostegno all'economia del territorio, e in particolare alle imprese.
La rivoluzione di cui parlavo all'inizio del mio intervento, può trasformarsi quindi anche in una eccellente occasione di crescita del ruolo e del valore della nostra Banca.
Diventare una Società per Azioni renderà la Popolare di Vicenza più contendibile , e quindi ancora più interessante per investitori italiani e stranieri che desiderano investire nelle nostre banche.
Dieci anni fa le Banche Popolari quotate esprimevano un rapporto fra valore delle azioni e patrimonio netto che superava in alcuni casi anche il doppio del patrimonio .
Ma con il progredire della crisi, questo rapporto è crollato drammaticamente, fino a scendere anche allo 0,4 e allo 0,3 del patrimonio.
Per contro, mentre negli anni migliori dell'economia, per la Banca Popolare di Vicenza questo rapporto è arrivato al massimo all'1,6, negli anni della crisi, esso è rimasto sostanzialmente stabile , per attestarsi oggi all' 1,2 del patrimonio.
Ora, in un quadro di segnali di ripresa del mercato borsistico in generale, i titoli bancari quotati stanno registrando da inizio d' anno un importante rialzo.
Particolarmente interessante è il rialzo segnato in questo primo trimestre del 2015 dalle azioni delle Banche Popolari quotate .
Alcune di esse - come evidenziato nella tabella - in soli tre mesi hanno recuperato la metà, i 2/3 e perfino il 100% delle perdite registrate dai rispettivi titoli negli ultimi 4 anni.
Quindi guardiamo al futuro con ottimismo, quando fra pochi mesi la nostra Popolare di Vicenza diventerà una Società per azioni.
Questo futuro sarà certamente molto diverso dal passato, ma potrà essere interessante per i nostri Soci. In questo nuovo scenario, abbiamo tuttavia un dovere e una sfida.
Quelli di non tradire né rinunciare alle nostre più profonde radici ed alla tradizione di impegno di solidarietà, di vicinanza sociale e di sostegno culturale che ci hanno sempre contraddistinto come Banca Popolare di Vicenza .
Dobbiamo conservare con orgoglio questa grande vocazione che ci viene dal passato.
Ogni anno - approvando il bilancio - i Soci della Popolare di Vicenza - hanno destinato una quota dell'utile ad interventi di sostegno sociale e culturale rivolti al territorio .
Solo considerando il dato degli ultimi dieci anni, si ha la dimensione anche economica di questo straordinario aiuto che la Popolare di Vicenza ha offerto per le necessità delle comunità in cui opera.
Un sostegno che - come vedete dal grafico - non è mai venuto a mancare, neanche negli anni più duri della crisi.
Con quasi 13 milioni di euro - oltre 25 miliardi di vecchie lire - la nostra Banca ha risposto in modo generoso e concreto ai bisogni non solo materiali ma anche morali e culturali del territorio e della società civile.
Alla sanità, con donazioni di attrezzature mediche e borse di studio destinate a giovani medici operativi nei reparti ospedalieri , è andato il 23% dei fondi disponibili
Alla scuola, alla ricerca, alla formazione universitaria, con sostegni didattici e aiuti allo studio rivolti ai giovani e ai giovanissimi, che sono la speranza del nostro futuro, è andato il 19%
Alle Associazioni e al Volontariato, cosi diffusamente presenti sui nostri territori è stato destinato il 15% dei fondi
E infine alla cultura, nelle tante sue declinazioni, dalla musica, al teatro, alla danza, alle mostre d'arte, e soprattutto al restauro e alla conservazione del ricchissimo patrimonio artistico dei nostri territori è andato il 35% dei fondi.

Ma in questo campo della salvaguardia del patrimonio artistico c'è un altro merito importante che va ascritto alla Banca Popolare di Vicenza .
Quello di aver riportato a casa, soprattutto nell'arco degli ultimi ventanni , centinaia di capolavori d'arte che appartengono idealmente al nostro territorio, recuperandoli spesso all'estero o salvandoli dalla dispersione sui mercati antiquari.
Oggi quasi 500 dipinti, ed innumerevoli altre opere d'arte - sculture , ceramiche, arredi, incisioni d'epoca e monete veneziane (fra cui le Oselle dei Dogi, unica collezione completa al mondo) - costituiscono il patrimonio artistico - degno di competere con un museo - di proprietà della nostra Banca.
Un patrimonio d'arte e di storia - valutato fra i maggiori del sistema bancario italiano e del collezionismo privato del nostro Paese - che merita anche per il futuro di restare fruibile e godibile da chiunque ami arte e cultura.
Questo straordinario ruolo che nell'arco della sua vita di banca Popolare e Cooperativa, la Popolare di Vicenza ha svolto nel campo della sanità, della solidarietà sociale, della beneficenza, della cultura e dell'arte, è un ruolo che non dobbiamo né disperdere né dimenticare .

Sono certo che i Soci condividono il pensiero che a questo ruolo - così generosamente espresso dalla Banca Popolare di Vicenza - debba poter essere data continuità anche nel futuro .
L'idea ed il progetto su cui il nostro Consiglio di Amministrazione sta lavorando, è la costituzione di una Fondazione che porti per sempre il nome della gloriosa Banca Popolare di Vicenza .
Una Fondazione che, negli anni a venire, prosegua in ambito sociale e culturale il ruolo che così meritoriamente - nella sua storia ultracentenaria di Banca Popolare e Cooperativa - la nostra Popolare di Vicenza ha svolto, per Vicenza, per il Veneto e per il Nord Est in particolare .
Vi ringrazio anche per l'attenzione che avete prestato a questo mio intervento.
Nel 1996, quando ho assunto la presidenza della Popolare di Vicenza, abbiamo creduto possibile che una piccola Banca di provincia potesse avere un futuro autonomo, e potesse crescere e svilupparsi restando al servizio del territorio , delle famiglie e delle imprese.
E soprattutto, con il Consiglio di Amministrazione che presiedo e con il Management dell'Istituto, ci siamo posti allora una sfida ed un obiettivo.
Quelli che, con le qualità, l'energia, le competenze, la capacità, l'orgoglio, la stima e la reputazione che la Popolare di Vicenza - pur piccola - possedeva, la nostra Banca avrebbe potuto divenire una delle maggiori Banche Popolari d'Italia ed una delle banche più importanti ed apprezzate del Paese.
I Soci hanno creduto allora a questo progetto, che a molti osservatori sembrava non solo troppo ambizioso ma anche un po' velleitario, e lo hanno appoggiato , sostenuto, condiviso .
Ed è stato grazie al vostro sostegno , alla vostra fiducia, alla vostra stima che la Popolare di Vicenza è divenuta quello che oggi è: il nono gruppo bancario italiano per dimensione , e una delle sole 13 banche del nostro Paese entrate a pieno titolo fra le banche europee.
Oggi dobbiamo affrontare una rivoluzione copernicana .
Come tutte le rivoluzioni essa porta con sé grandi cambiamenti ma anche straordinarie opportunità.
La "nostra" Banca saprà e potrà coglierle , se continuerà ad avere al suo fianco i Soci, tutti Voi, a sostenerla , a darle fiducia e ad attendere che i buoni segnali che vediamo già all'orizzonte si traducano in concrete rinnovate soddisfazioni.

Gianni Zonin, presidente banca Popolare di Vicenza


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