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Lettera alle scuole per Charlie Hebdo, Donazzan e "Il nostro amico Charly"

Di Edoardo Andrein Venerdi 9 Gennaio 2015 alle 11:51 | 0 commenti


“Il tragico massacro che ha colpito la redazione parigina del settimanale satirico Charly Ebdo…”. Comincia così il comunicato ufficiale della Regione Veneto per comunicare la notizia che l’assessore regionale all’istruzione, Elena Donazzan, sempre attenta alla comunicazione e in passato distintasi per essere vicina a Rete Veneta, ha inviato a tutti i dirigenti delle scuole del Veneto una lettera affinché venga condannato il folle gesto dei terroristi islamici “senza se e senza ma” chiedendo di “parlarne soprattutto a scuola”.

Una lettera indirizzata alle scuole nella quale speriamo che, a differenza del comunicato, compaia il nome esatto del settimanale francese: Charlie Hebdo.

L’altro nome ricorda la serie televisiva “Il nostro amico Charly” (nel video), con protagonista uno scimpanzé che combina molti guai…

Di sicuro più divertenti ma meno preoccupanti delle gaffes dell'assessore all'istruzione della regione Veneto.

 

Ecco il comunicato integrale sulla lettera di Donazzan:

Il tragico massacro che ha colpito la redazione parigina del settimanale satirico Charly Ebdo è l’oggetto di una lettera che l’Assessore regionale all’Istruzione Elena Donazzan ha inviato oggi ai dirigenti delle scuole del Veneto.
"Deve essere un fronte comune e impenetrabile – scrive la Donazzan -  quello della condanna a quanto accaduto a Parigi ieri. È stata colpita una capitale dell'Europa in uno dei simboli della nostra civiltà: la libertà di stampa e di espressione. Libertà sconosciute in altri paesi del mondo, certamente impedite in quegli Stati a matrice islamica così distanti culturalmente da noi, ma cosí pericolosamente vicini sia geograficamente che nelle comunicazioni sulla rete."
"Dobbiamo parlarne soprattutto nelle nostre scuole condannando fermamente senza se è senza ma, senza alibi ideologici o assoluzioni autoconsolatorie - commenta l'assessore Donazzan.  Il pericolo c'è, è evidente e si è manifestato in tutta la sua crudezza, e solo una forte presa di coscienza di ciascuna persona, e collettiva di popolo, può farci sperare di arginare un pericolo tanto grave quanto imprevedibile."
"Non può più essere un alibi per non affrontare il problema – aggiunge la Donazzan - dire che non tutti gli islamici sono terroristi, perchè è pur vero che molta violenza viene giustificata in nome di una appartenenza religiosa e culturale . E se a qualche persona politicamente corretta questa mia affermazione facesse storcere il naso, la invito a commentare la strage di bambini siriani trascinati fuori dalla scuola e uccisi dopo essere stati obbligati a vedere ardere vivo il proprio insegnante”.
"Nessuna giustificazione, nessuna tolleranza può essere richiamata per fatti simili e l'Europa civile, libera e laica, che spesso dimentica di essere tale perché cristiana, deve ritrovare la forza di indignarsi e reagire.- si legge ancora nella lettera di Donazzan ai Dirigenti scolastici .Una condanna morale che deve scaturire dal profondo di una coscienza comune e che dobbiamo sviluppare nel luogo della educazione collettiva che è la scuola."
"È infatti una esigenza necessaria anche alla luce della presenza di stranieri a scuola e nelle nostre comunità – scrive ancora l’Assessore..  Soprattutto a loro dobbiamo chiedere una condanna di questi atti, perché se hanno deciso di venire a vivere in Europa, in Italia, in Veneto è giusto che sappiano adeguarsi alle regole e alle consuetudini del nostro popolo e della nostra civiltà, quella che li sta accogliendo con il massimo della pienezza dei diritti, ma che ha anche dei doveri da rispettare."
"Abbiamo visto in queste ore fallire il modello di integrazione finora adottato in Europa, nella Francia della terza generazione come in Italia della prima generazione e dobbiamo affermare che va  rivisto con chiarezza di obiettivi e di modalità. - si legge ancora nella riflessione della Donazzan.  Il primo cambio di rotta – conclude -  é una ferma condanna senza alcun distinguo tra italiani, francesi o islamici, se questi ultimi vogliono veramente essere considerati diversi dai terroristi che agiscono gridando Allah è grande”.

 


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