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Il sistema Pedemontana: esproprio, ruspe ma niente compensazione

Di Pietro Rossi Lunedi 22 Giugno 2015 alle 17:43 | 0 commenti

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Attilio Gomitolo è un piccolo imprenditore agricolo di Malo, la sua attività è la coltivazione di cereali, legumi da granella e semi oleosi. Una mattina dello scorso anno buona parte del suo raccolto è stato distrutto, le ruspe sono entrate nel suo terreno e hanno cominciato a scavare, creando una voragine immensa. 

Nascosta dai cartelli pubblicitari e dai capannoni lungo la provinciale che va a Schio, quella zona è un piccolo paradiso, terreni fertili e produttivi che sono stati e stanno per essere spazzati via. Dal progresso? Non proprio. Dalla Pedemontana, un'opera in project financing che, nonostante ricorsi su ricorsi, vinti dal Tar, continua a consumare territorio.
Il cantiere di Malo, iniziato lo scorso anno è un via vai continuo di camion chee trasportano terreno e ruspe che scavano. A indicare i lavori solo un piccolo cartello, ma quando si entra nella zona dei lavori, con i mezzi in movimento, non c'è nessun avviso, niente recinzione. Da quella stradina piena di fango chiunque può entrare liberamente fino anche dentro l'immensa voragine.
"Ci sono imprenditori che hanno l'azienda distrutta dalle ruspe", spiega Jacopo Berti, consigliere Regionale Movimento 5 Stelle che oggi ha indetto una conferenza stampa proprio sui luoghi del cantiere. "I disonesti ti entrano in casa e dico disonesti perché per legge spetterebbe al signor Attilio l'80% del valore della proprietà e invece si è trovata l'azienda distrutta senza aver visto un euro". Euro che invece aumentano per costruire la prima superstrada a pagamento d'Italia, il cui costo è passato da un miliardo e 828 milioni del progetto preliminare ai 2 miliardi e 258 milioni di quello esecutivo. "La pedemontana Veneta aumenta ogni anno di mezzo miliardo di euro - aggiunge Berti - questi cantieri vanno fermati e va fermata l'arroganza con cui vengono espropriate le case. In Consiglio Regionale chiederemo subito le carte relative alla Pedemontana in modo di sapere dove va ogni singolo euro dei cittadini".
La sorte di Attilio Gomitolo che non ha visto un centesimo di rimborso su quel terreno "espropriato", è comune a molte altre famiglie e piccoli imprenditori vittime dello stesso sistema. L'infrastruttura, realizzata in finanza di progetto dall'ATI SIS SCpA - Itinere SA, deve passare a forza per quei terreni, niente la può fermare. Ma tra comitati, ricorsi e dubbi giudiziari (ricordiamo che la finanza di progetto è lo stesso sistema del Mose) le cose vanno a rilento C'è fretta di costruire e questa fretta si riversa sui proprietari dei terreni, i quali sostengono che non è arrivato nessun rimborso.
C'è poi chi, come Virgilio Sbalchero, che ha la casa immersa in una valle incontaminata, sempre a Malo, località Vallugana Malo, è stato visitato più volte dai tecnici della Pedemontana. "Prima volevano espropriare 13 metri di terra, poi l'anno scorso hanno cambiato e sono venuti per espropriare 7 mila metri, dove entra il tunnel in galleria".
Il tunnel, che bucherebbe un monte, è quello di servizio per far procedere la Pedemontana verso Montecchio Maggiore.
"Sono preoccupato perché se vanno questo tunnel fanno un fronte di lavoro, una galleria di emergenza e una strada per uscire con i camion - conclude Sbalchiero - ma qui c'è una valle con mille risorgive e da questa galleria uscirà tutto il materiale di scavo , che useranno anche per fare la galleria principale. Il Comune di Malo non dice niente: spera solo che con i lavori metteranno a posto una vecchia strada d'accesso dissestata da anni".

 

La nota del M5S

Le famose ruspe della Lega sono in azione. Solo che nel mirino finiscono i veneti che lavorano, sudano per portare a casa la pagnotta e pagano le tasse: a Malo le ruspe della Pedemontana sono entrate nella proprietà di Attilio Gomitolo, la cui unica colpa è quella di possedere una campagna lungo il tracciato dell'ennesima e inutile grande opera in salsa verde-Lega.

A lanciare la durissima accusa è il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Jacopo Berti, che questa mattina è andato a Malo – nel vicentino – per lottare al fianco del coltivatore, al quale le ruspe hanno devastato campi e proprietà senza che al malcapitato sia stato dato l'80 per cento del valore del terreno espropriato prima dell'inizio dei lavori. Lo prevede la legge, che prevede anche l'esproprio forzoso in caso di resistenza del proprietario. In questo caso il pagamento deve essere depositato nella Cassa depositi e prestiti.

Peccato che ad Attilio non sia stato comunicato nulla e non sia neppure stato accreditato il valore dei terreni espropriati.

“Attilio Gomitolo paga le tasse, è un onesto cittadino e viene umiliato in questo modo – tuona Berti - mentre i signori che dirigono la Strada Pedemontana Veneta non rispettano la legge e distruggono le aziende degli onesti. Noi vogliamo che venga rispettata la legge e che al signor Attilio venga riconosciuto quello che gli spetta di diritto”.

“Non è possibile – si rammarica il consigliere regionale – che, come al solito, se paghi le tasse e sei un cittadino onesto vieni massacrato dalla politica. Questo è inaccettabile”.

Berti pone quindi tre interrogativi alla Regione:

“Chiediamo a Zaia di verificare l'accordo economico finanziario per questa opera. Ad oggi è ancora secretato – sottolinea - proponiamo di ridimensionare l'opera rendendola il meno impattante possibile, come condizione minima nel caso in cui non fosse possibile bloccarla, come vogliamo noi. Vogliamo la sicurezza che gli indennizzi agli espropriati siano pagati prima dell'inizio dei lavori”.

 


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