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Il Nuovo Mondo è cinese: luci e ombre delle prove di integrazione nei bar di Viale Milano

Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile VicenzaPiù) Mercoledi 7 Ottobre 2015 alle 22:05 | 0 commenti

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A Viale a Milano a Vicenza c'eravamo già stati con la nostra redazione, allora molto più piccola del piccolo gruppo di 6 redattori attuali, fino al 2011 e, a provarci, ce la ricordiamo come una strada in agonia, con troppi ricordi del suo passato fatto di abitazioni della grande borghesia locale e con pochissimi sogni di futuro. Ci siamo tornati a fine luglio di quest'anno e, magari sarà perchè allora eravamo al secondo piano di un appartamentino al civico 17 (brutto numero da qualche parte) mentre ora siamo in un luminoso e ampio locale con tre grandi e luminose vetrine proprio sulla via ai civici 29 e 31, sarà per questo ma Viale Milano ci pare in profondo cambiamento, da vita che torna e non da ultimi respiri.

Certo i negozi aperti e il via vai sanno molto di internazionale anche se ancora, e temiamo per molto, c'è chi li squalifica come pieni di extracomunitari, senza aver mai girato il mondo e senza, quindi, sapere che all'estero anche lui, il provinciale Vicenza doc, sarebbe un immigrato qualuqnue, se non il peggiore vista la fama che fuori dai nostri confini accompagna gli italiani in Germania, in Inghilterra, in Usa...

Quei negozi e quegli esercizi potrebbero essere il miglior banco di prova dell'integrazione e, invece, per le prevenzioni di alcuni "indigeni", di certo, è vero, non scoraggiate dalla delinquenza di alcuni "foresti", una parte di Viale Milano si lamenta.

E, invece, di spingere per la luce e la vita della conoscenza, della comprensione e, quindi, della reciproca accettazione, primo passo verso una contaminazione positiva di varie culture, quasi si crogiola nell'identificare la crisi e i problemi con i marochini, i tunisini, gli asiatici, gli slavi che, però, la fanno ancora esistere evitando che sia un desolante filare di luoghi abbandonati.

Noi siamo andati a Viale Milano per stare in una strada in cui passano tantissimi, vicentini e non, e per cercare dal piano terra un maggiore e non solo simbolico contatto con i nostri lettori, invece che barricarci in qualche palazzo pieno di... vuoti esterni.

E allora non ci meraviglia in negativo vedere che Il Nuovo Mondo, un bar gestito negli ultimi 5 anni da una famiglia vicentina, formata da una bella signora e da bellissimi figli, non chiude ma da oggi tiene aperto con dei gestori  cinesi, anche loro a prima vista radiosi e che sicuramente avranno ben ricompensato gli anni di fatica dei precedenti gestori.

Domami parleremo con la "bella signora" che ci racconterà ma oggi, magari ricordandoci dei nostri tanti viaggi di lavoro in Cina, ci è piaciuto molto salutare i nuovi proprietari in "mandarino" (tsai cièn, ciao), ringraziarli del servizio (sciè sciè) e sentirci rispondere non bucocì (grazie in cinese), ma "grazie, molte grazie", in italiano, prima di un "nolmale" allivederci.

Prove di integrazione?

No, di normalità per noi che da Vicenza proclamiamo la rinascita della cultura salvo poi rifiutare le cultule diverse, ma non i loro soldi.

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