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Il Co.Ge. blocca il bando Csv e la notizia viene affidata al GdV: continuano i giochi di potere nel volontariato vicentino

Di Pietro Rossi Domenica 5 Luglio 2015 alle 23:21 | 0 commenti

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Verrebbe da dire, con una battuta, che si affidano troppo alla stampa. Quella che vogliono loro, quella che raggiunge il numero più alto possibile di persone. Cosa legittima, ma cosa succede se l'articolo che veicola la notizia contiene una lunga serie di "inesattezze"? La notizia, apparsa oggi sul Giornale di Vicenza, relativa al "congelamento" del bando per la gestione del Csv (Centro Servizi per il Volontariato) Vicentino, è uscita prima sulle pagine maggiore quotidiano locale che non su altri organi ufficiali.

La storia, riassunta brevemente è questa: il 17 aprile il Co.Ge (organo di gestione del fondo speciale regionale per il volontariato) emette due delibere. Con la prima commissaria il Csv per presunte irregolarità da parte dei gestori - la federazione di Onlus "Volontariato in Rete" - e con la seconda approva un bando per procedere nuovamente all'affidamento del centro. Il 21 aprile arriva la notifica del commissariamento ai vecchi gestori, che decadono, mentre il 28 aprile il bando viene pubblicato sulla Gazzetta ufficiale: scadrà dopo 60 giorni. In seguito a questi fatti viene nominato un commissario, il ragioniere capo del Comune di Vicenza Mauro Bellesia, e Volontariato in Rete prima fa ricorso al Tar per essere stata estromessa dalla gestione e poi, contemporaneamente, partecipa al nuovo bando. Il progetto viene depositato il 26 giugno. Il giorno dopo, il 27 giugno, il Co.Ge. decide di "congelare" il bando. Quindi non designa il vincitore, ma ferma tutto con la motivazione di aspettare la sentenza del Tar. E questa è la notizia che (imbeccato? Da chi?) ha dato oggi il Giornale di Vicenza.

«Apprendiamo dal giornale dal Giornale di Vicenza che è tutto congelato, ovviamente ce lo dicono o meglio, lo leggiamo sui giornali dopo la scadenza del termine per presentare la domanda. In tal modo hanno in mano tutti i nostri progetti e ci hanno fatto correre per nulla». A parlare è Marco Gianesini, presidente di Volontariato in Rete il quale si dichiara stupito della notizia e aggiunge: «Non abbiamo vista nessuna delibera ma solo grida manzoniane, mi auguro di poter leggere le motivazioni sulla gazzetta ufficiale».
La sua carica, nell'articolo è sbagliata. Nel pezzo di appoggio, di solito destinato al contraddittorio - e invece contenente vecchie dichiarazioni di Gianesini - lui viene indicato come vicepresidente del Csv. In realtà è il presidente di Volontariato in Rete che gestisce il Csv: "Continuano a indicare il sottoscritto come vicepresidente e, secondo me, lo fanno appositamente in modo da far passare la Dal Molin ancora come presidente...". Ma Dal Molin non è più presidente da tempo, è stata assunta all'interno di Volontariato in Rete, decisione ampiamente contestata dal Co.Ge.

Analizzando l'articolo a fondo si scoprono poi altri passaggi che non sono corretti. Sbagliare è umano? La giornalista scrive: "questo è il terzo commissariamento per il Csv". Ma non è il terzo commissariamento, si tratta di una "sospensione" del bando decisa dal Co.Ge. Il commissario, Bellesia, resta quello di prima. Quindi è il secondo commissariamento. C'è da dire invece che la sospensione è stata decisa dopo la presentazione del progetto da parte di Volontariato in Rete e prima della scadenza del bando. Stando a quanto dice il GdV la decisione di sospenderlo, di "congelarlo" è stata presa il 27 giugno quando, teoricamente, qualcun altro poteva ancora partecipare visto che il bando (come ha scritto il GdV) scadeva il 29 giugno. Più facile leggere "terzo commissariamento" che controllare le date?
Altro passaggio del giornale: "Co.ge, il comitato di gestione che rappresenta le Fondazioni bancarie". Ma non è esatto. Nel Co.Ge., infatti, ci sono anche le rappresentanze delle associazioni dei volontari veneti. Precisamente sono dieci persone, quattro delle quali con diritto di voto. La curiosità è che all'interno di quella decina non c'è nessun rappresentante vicentino e sembrerebbe che la cosa non sia proprio molto regolare.
E ancora: "dopo l´azzeramento delle cariche e relativo commissariamento il Csv vicentino aveva fatto ricorso proprio al tribunale amministrativo". Beh Il ricorso, però, non l'ha fatto il Csv vicentino bensì "Volontariato in Rete", la Federazione di 193 onlus vicentine su un totale di 367 che gestiva il Csv, il quale non è altro che un contenitore la cui gestione va, appunto, a bando. Nell'articolo, "Volontariato in Rete" non è mai nominato. Sembra che il Centro Servizi Volontariato sia un'entità di gestione, ma così non è. Il Co.Ge., infatti, ha il potere di commissariare il Csv in quanto è il suo organo di controllo. Su Volontariato in Rete, invece, non ha nessun potere, perché è controllato direttamente dalla Regione Veneto e, a oggi, non è stato oggetto di alcun provvedimento. La stessa Regione, infatti, aveva annunciato prima delle elezioni regionali di voler avviare dei controlli sulla Federazione ma anche sullo stesso Co.Ge. Controlli probabilmente temporaneamente sospesi a causa della tornata elettorale. Quindi, per legge, Volontariato in Rete aveva le carte in regola per partecipare a quel bando.
Eppure, il Giornale di Vicenza scrive: "sia che il tribunale regionale dia torto al vecchio Csv respingendo il ricorso, sia che gli dia ragione, difficilmente il Co.ge accetterà di riaffidare la gestione all´ex presidente Maria Rita Dal Molin". Questo passaggio, che rappresenta un'opinione della giornalista e non un virgolettato dell'unico intervistato nell'articolo, il vicepresidente del Co.Ge. Vincenzo Riboni, è cruciale. Sulla base di cosa si basa questo ragionamento? Nel pezzo non è spiegato. Se il bando è stato "congelato" in attesa della sentenza del tribunale i cui tempi sono in genere di un anno, perché dare per spacciato l'unico candidato già prima di vedere se il tribunale conferma le irregolarità? E anche se fosse, perché non impedirgli prima di partecipare o invalidare il bando, invece di congelarlo? Una decisione così arbitraria è lecita? Domande che restano senza risposta, solo in parte è suggerita più avanti nell'articolo: " (virgolettato di Riboni) «nel Vicentino bisogna voltare pagina». Come dire: per il Csv commissariato comunque sia non ci sono spazi. Ma è vero che a prendere in mano il Centro servizi per volontariato vicentino potrebbe essere un coordinamento di più associazioni, come era già stato una volta? «Potrebbe essere, se è ancora vigente». Come spiegato prima, il Csv non c'entra con Volontariato in Rete, il quale è già se non "un coordinamento" di più associazioni, perlomeno qualcosa del genere, cioè una Federazione. E quel "potrebbe essere se è ancora vigente" è una frase ancor più misteriosa. Verrebbe da dire, con una battuta, che tutto l'articolo potrebbe sembrare un messaggio ben preciso. Se non fosse che errare è umano.


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